Il primo taglio dell’erba lungo le strade avviene in un periodo che ha il sapore dell’estate, periodo in cui tutti ci stropicciamo gli occhi come alcuni animali quando escono dal letargo e ci sentiamo assalire dalla voglia di sole, di caldo e di mare, dal bisogno di indossare vestiti leggeri, di liberare i piedi e ficcarli dentro a un paio di ciabatte infradito. Ma c’è un neo anche in questo paragrafo di vita: in mezzo all’erba che ha preso il sopravvento dopo le gelate invernali, rimane tutta la miseria degli uomini. Buste di plastica, ciabatte, barattoli, bottiglie di ogni tipo, lattine, pezzi di stoffa… Questo scenario ti spalanca un mondo insano, irrispettoso. Posare gli occhi su questo scempio fa male al cuore e fa addirittura preferire l’erba alta, benché pericolosa in quanto toglie la visibilità delle vie, soprattutto sopraggiungendo nelle curve.
Quante volte ci lamentiamo del fatto che questi sono tempi strani, tempi dove ognuno pensa agli affari suoi e non guarda al di là del proprio portone? Lavorando al pubblico, la lamentela che più spesso ascolto è: “La gente non saluta più, non ti guarda più in faccia, tutti vanno di corsa!”
Ebbene, credo che evitare di buttare qualsiasi rifiuto dal finestrino e, soprattutto, insegnare ai nostri figli a non farlo, sarebbe un buon modo di dire al mondo “Buongiorno”.