di Luca Tafi Sel Casentino (comunicato stampa)
Ci eravamo abituati a vedere un Comune di Bibbiena in cui non decideva una Giunta o un Consiglio, ma un Amministratore delegato unico, il mitico Federico Lorenzoni. Formalmente assessore all’urbanistica, in realtà factotum per conto del Sindaco, che interveniva su tutto nel silenzio consenziente di colleghi di giunta e consiglieri comunali.
Ma ora sembra che qualcosa stia cambiando.
Da un po’ di tempo il nostro sembra silenziato. Non si hanno più notizie di lui. Sembra scomparso dalla scena. Sarà perché ormai i danni che doveva fare nel campo dell’urbanistica li aveva già fatti e non c’era molto di più da decidere. Per un po’ di anni Bibbiena ne pagherà le conseguenze…
L’ultima sua apparizione mediatica l’abbiamo avuta con il suo intervento sul problema di rifiuti. Quasi uno spazio simbolico… l’assessore alla spazzatura.
Invece nel frattempo assistiamo alla esplosione mediatica del giovane Matteo Caporali. Sembra a tutti gli effetti il delfino predestinato. Speriamo che non sia la conferma che al peggio…
Fino ad ora il nostro “caporale” si era contraddistinto per le sue fotografie in posa di fronte a opere in corso di realizzazione (come la pista ciclabile), o per i proclami stile regime sulle folle plaudenti per la ripresa dei lavori alle scale mobili.
Ora vediamo che impazza in tutti i settori, dai lavori pubblici al sociale. Insomma sembra il nuovo Lorenzoni, solo che in più si chiama Matteo, e questa è l’epoca dei Mattei, da Renzi a Salvini e, perché no, a… Caporali.
Vorrebbe anche lui scrivere il suo vangelo “secondo Matteo”. Se lo ha scritto Salvini, avrà pensato, perché io no?
Ma intanto, in attesa della ispirazione letteraria, ha cominciato a riempire di suoi articoli il giornalino del Comune (che tristezza quel “foglio”!) ed a fare comunicati contro l’Unione dei Comuni avventurandosi in disquisizioni sull’uso del comodato/servitù/convenzioni nella attuazione dei lavori pubblici (nel caso specifico in relazione alla pista ciclabile sull’Arno. Quella non l’ha fatta lui per cui non ha potuto pubblicare la sua foto sorridente sull’Arno). Poveraccio! Voleva far la voce grossa per far vedere che ha gli attributi, ha minacciato sindaci ed unione dei Comuni; nessuno gli ha spiegato che comodato/servitù/convenzioni non sono bestemmie né reati. Anzi molte volte sono anche più opportune che la via dell’esproprio, soprattutto se si considera la sconquassata legge italiana sulle espropriazioni, con la quale non si sa mai dove si comincia e dove si finisce, a meno di non trovare accordi con i proprietari.
Ma colui che Bernardini sembra aver predestinato a suo successore certe cose le mastica poco e come uscita da delfino del sindaco non è stata molto felice e soprattutto non molto opportuna.
Bernardini ormai sa che non si ricandiderà, perché non farà alcuna fusione con altri comuni,e la legge gli vieta di ripresentarsi. Così sta lanciando il suo delfino. Tanto sa che ormai il consenso lo ha già perso, il periodo magico del Bernardini eletto a furor di popolo contro i partiti (lui che ha cominciato a far politica con il PSI!) è ormai passato. Meglio che si bruci una controfigura. Un “caporale”, per questo, è la figura più adatta al ruolo.
E poi si chiama Matteo.
Comunicato stampa Luca Tafi, SEL Casentino