Syria Minucci, da Poppi a New York per parlare all’Onu!

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Syria Minucci

Palazzo dell’O.N.U. di New York: la diplomazia parla casentinese.

Syria nel palazzo dell’ONU

No, non si tratta di una sceneggiatura o un racconto di fantasia.
Si tratta di una simulazione eseguita da cinquemila studenti provenienti da tutto il mondo che, a coppie, hanno rappresentato i paesi delle Nazioni Unite portando nei vari comitati proposte vere e proprie per far fronte a problemi iscritti nell’agenda di lavoro per il 2030.
L’agenda è quella dell’O.N.U. Ovviamente!
Dal Casentino e più precisamente da Poppi, ha partecipato volando oltreoceano a marzo, Syria Minucci 15 anni, studentessa del liceo linguistico ad Arezzo.
Come rappresentante della Slovacchia e membro del “SOCHUM”, un comitato simile al nostro Unesco, Syria ha affrontato nientemeno che il tema dei rifugiati climatici ovvero ha lavorato per fronteggiare tutte quelle situazioni in cui una catastrofe naturale, come un terremoto o uno tsunami, mettono a rischio la sopravvivenza di moltissime persone che si trovano improvvisamente senza la loro casa. Si parla di prima accoglienza ma anche di riconoscere la condizione di rifugiato.
Come viene in mente ad una ragazza così giovane di partecipare ad una cosa come questa?
“Mi sono iscritta al progetto tramite un’associazione che collabora direttamente con quella responsabile di New York” racconta Syria “ho mandato la mia candidatura a settembre, ho fatto un esame via skype e sono stata accettata”.
Con la freschezza della sua giovane età, ammette candidamente la sua passione per la carriera diplomatica. Ha cercato in rete dunque. Ha trovato questo “concorso” che a quanto pare per i ragazzi americani è una cosa normalissima che si studia addirittura tra i banchi di scuola. Per niente dissuasa dallo svantaggio linguistico e conoscitivo dell’argomento Syria si è rimboccata le proverbiali maniche per inseguire un sogno.
“Già da casa dovevamo preparare una proposta coerente al paese che andavamo a rappresentare, quindi prima di partire c’è stato uno studio preliminare e specifico per conoscere meglio la Slovacchia nel mio caso. A gennaio ho seguito delle lezioni sia di diritto internazionale che sul funzionamento vero e proprio delle Nazioni Unite così da arrivare più preparata”.
Le lezioni con i professori addetti si sono svolte interamente su internet e inutile dirlo in lingua inglese.
Il 3 marzo la partenza per l’America, destinazione: uno tra gli edifici più famosi nel mondo!
5000 ragazzi dai 15 ai 17 anni, 60 dall’Italia, 3 dalla Toscana.
Per un’intera settimana hanno vissuto e lavorato come dei veri e propri membri rappresentanti delle Nazioni Unite, coordinati da chi all’interno di quel palazzo ci lavora davvero.
“I primi due giorni ero un po’ spaesata, ho dovuto superare non solo l’evidente difficoltà linguistica nell’esprimere la mia proposta nel poco tempo che è concesso ad ognuno quando si chiede la parola ma anche la minore conoscenza rispetto a chi aveva cominciato a prepararsi a scuola e magari era alla terza partecipazione consecutiva”!
E qual è questa proposta per risolvere il problema dei rifugiati climatici?
“Ho proposto di costruire delle strutture fisse, in materiali eco sostenibili e messe sempre a disposizione per eventuali catastrofi, in modo da evitare tendopoli da montare e smontare; così da mettere immediatamente in sicurezza le persone e permettere a chi deve ricostruire di fare il suo lavoro”.
Sarà stato sicuramente difficoltoso per via della lingua, del poco tempo a disposizione per convincere i rappresentanti degli altri paesi, della “competizione” forse impari con chi ne sapeva di più… fatto sta che alla fine è stata proprio la proposta avanzata da Syria quella che ha ricevuto più voti e che, a tutti gli effetti, è stata approvata!
A conclusione di questo racconto di interazione VERA tra giovani di culture così diverse che hanno lavorato INSIEME per il bene comune e per la messa in sicurezza delle persone indipendentemente dalla loro provenienza, posso soltanto augurare a Syria di coronare un giorno il suo sogno e di rappresentare l’Italia alle Nazioni Unite.
E comunque se nei prossimi anni verranno costruiti impianti stabili per l’accoglienza per le vittime di catastrofi naturali o cambiamenti climatici… noi sappiamo di chi è il merito!

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