13 consigli: i libri da leggere questa estate secondo i collaboratori di C+

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Abbiamo fatto un gioco e visto che l’estate è il periodo in cui si ha più tempo per leggere (sarebbe meglio leggere tutto l’anno, ma va bene anche così), ci siamo divertiti a chiedere ad alcuni dei nostri collaboratori quali libri avrebbero consigliato per una piacevole lettura estiva e perché. Ecco cosa ne è uscito fuori: buona lettura!

Silvia Bianchi
Poirot e i quattro di Agatha Christie
Senza un Giallo che estate è? Per questa ragione il mio consiglio letterario ricade sulla Regina del Giallo: Agatha Christie. Tra i molti romanzi della sua carriera, vi suggerisco la lettura di “Poirot e i quattro”. Scritto tra il 1926 ed il 1927, quando in Inghilterra vengono gettate le basi del Commonwealth, a Roma un’anziana signora inglese attenta alla vita di Mussolini e soprattutto quando Agatha è stata appena abbandonata dal marito Archibald. L’opera rappresenta nella longeva attività della Christie un unicum, un passatempo che l’autrice si concede in un periodo storico e personale complesso. Ancora una volta protagonista del romanzo è Hercule Poirot, il famoso investigatore belga, con la testa a uovo e la mania per la simmetria. Poirot, con l’aiuto del grande amico Capitano Hastings, e di un personaggio misterioso, dovrà fronteggiare un’organizzazione capeggiata dalle quattro più terribili menti criminali del mondo, decise ad impadronirsi dell’intero pianeta. Nell’opera, che è a metà tra il giallo ed il romanzo ad intrigo internazionale, la fanno da padrone i dialoghi vivaci, le vivide descrizioni e le accurate caratterizzazioni psicologiche dei personaggi.

Christian Bigiarini
Nel più bel sogno di Marco Vichi
Siamo nel 1968 e Firenze, come il resto d’Italia, è scossa dalle manifestazioni studentesche che sovente sfociano in scontri con le forze dell’ordine. Difronte a questa rivoluzione, il commissario Bordelli prova sentimenti contrastanti: da una parte è un uomo della Pubblica Sicurezza, dall’altra è affascinato dalla voglia di cambiamento di questi giovani che lottano per un ideale. In questo humus, Bordelli, con l’aiuto del suo collega Piras, si trova ad affrontare due omicidi molto diversi tra loro, mentre la sua vita amorosa pare ad un bivio e un ritorno di fiamma inatteso potrebbe stravolgerla. Come spesso accade nei libri che Marco Vichi dedica al suo personaggio seriale principe, le indagini di Bordelli hanno come sfondo la Firenze degli anni sessanta, ma altrettanto spesso, sono loro stesse, le indagini, a fare da sfondo alla vita appassionante del commissario, alle sue vicissitudini, ai suoi sentimenti, alla miriade di personaggi affascinanti che popolano i suoi racconti. Vichi non è un giallista classico, anzi non lo è proprio. E nei suoi romanzi l’indagine non è che un pretesto per dipingere un grande affresco degli anni in cui i suoi scritti sono ambientati e per raccontare quella moltitudine di personaggi variegati che sono i veri protagonisti delle sue storie.

Maria Maddalena Bernacchi
Andrea Vitali
A me piacciono molto (le ho lette quasi tutte) le opere del dottor Vitali; sono ambientate a Bellano, sul lago di Como, vicino al fiume Orrido, i periodi considerati, con le loro problematiche, vanno dal 1919 al 1975.
Nei romanzi sono raccontate storie di persone semplici nelle quali ciascuno può riconoscere un vicino…un conoscente, fatti di vita di paese tra piccoli misteri, segreti, invidie, rivalità ma sullo sfondo appare sempre la grande storia; il tutto descritto con ironia che non sempre nasconde un filo di amarezza.
Come avviene con gli scrittori famosi alcuni personaggi chiave si ritrovano in più di un romanzo ne è un esempio il maresciallo Maccadò; i protagonisti sono ben caratterizzati e nella loro presentazione, alle particolarità fisiche contribuisce anche il nome: un focoso segretario della sezione del Partito Nazionale Fascista si chiama Canizza, Benito è il nome dato ad un grande toro, il contadino Piattola. I titoli? In libreria prendete il primo libro che trovate, sono sicura che non sarà l’ultimo, anche perché si leggono tutti d’un fiato!

Matteo Flavi
Dune di Frank Herbert
Per i molti fan della serie televisiva “A Game of Thrones”, e per chi invece al solo sentire questo nome prova un irrefrenabile malessere derivato dall’enorme bombardamento mediatico che lo ha circondato, a tutti voi voglio raccontare una storia che ha inizio nel 1965: prima che George R.R. Martin iniziasse a pensare alla sua grande opera letteraria, uno scrittore altrettanto famoso, Frank Herbert, pubblicò il primo di sei volumi de “Il ciclo di DUNE” dal quale molti autori hanno tratto ispirazione per realizzare opere che oggi conosciamo come pietre miliari, «Senza Dune, Guerre stellari non sarebbe mai esistito» (George Lucas). DUNE è una fusione fra tecnologia e medioevo, tutti i libri della saga sono narrati dal punto di vista dei protagonisti che ci fanno vedere e vivere gli avvenimenti attraverso la loro coscienza, provando le loro paure, emozioni, gioie. Per chi è amante del genere o per chi no, il mio consiglio è di dare la possibilità a questo capolavoro di trascinarvi nei panni di un giovane duca, di un vecchio guerriero, di una madre o decine di altre vite che cercano di sopravvivere al letale ed aspro mondo di DUNE.

Christian Gambineri
Cani d’estate di Sandro Veronesi
Questa estate ho visitato la parte sud-orientale della Sicilia, nel litorale ragusano mia figlia, di quattro anni, ha fatto il bagno con la spensieratezza di una bambina della sua età in un mare che però negli ultimi anni è diventato un cimitero per i motivi che tutti sappiamo. Questi tragici eventi più di un anno fa hanno dato spunto a Sandro Veronesi per scrivere “Cani d’Estate”. Non si tratta di un romanzo né di un saggio, ma di un “diario di bordo” dove lo scrittore fiorentino, già vincitore del premio Strega con “Caos Calmo”, ha voluto testimoniare la propria esperienza a bordo della nave di Open Arms. In 94 pagine parla delle tanto vituperate ONG, dei flussi migratori, del caso “Diciotti” e del Ministro che chiude i porti senza conoscere il mare, smontando luoghi comuni e stereotipi che si sono sempre più solidificati anche grazie all’uso massiccio dei social. Consiglio a tutti la lettura di questo breve ma intenso libro: indipendentemente da come la si pensi sull’argomento o dalle proprie posizioni politiche rimane un documento che apre le menti. Una curiosità, uno dei maggiori sostenitori della ONG Open Arms risponde al nome di Pep Guardiola, mentre il filantropo Soros non ha mai sganciato un centesimo.

Roberto Gennari
Se niente importa di Jonathan Safran Foer
I libri di J.S. Foer colpiscono sempre in qualche modo. Se niente importa (traduzione assai libera dell’originale “Eating animals”) arriva dritto allo stomaco. In senso lato e in senso letterale. È un libro sulle atrocità degli allevamenti intensivi, che sono quel genere di cose che tutti conosciamo ma che nessuno ha la voglia (o il coraggio, o il tempo) di approfondire. L’autore è vegetariano, ma non è sua intenzione far diventare vegetariani i lettori. Suggerisce che secondo lui questa sarebbe la scelta più sensata. Ma accetta il fatto che mangiare carne sia nella natura umana. Ciò che rifiuta è che per far mangiare sempre più carne ad una parte dell’umanità si debbano condurre esperimenti genetici sugli animali, farli vivere in condizioni di estrema sofferenza, riempirli di antibiotici e farli morire in modo atroce. Tutto nello stile di Foer: 300 pagine che si leggono in pochi giorni. Può un libro essere sufficiente a far diventare vegetariano? Forse no, ma ci fa fare tante domande…

Marco Geremia
Zucchero e catrame di Giacomo Cardaci
La corruzione di un’innocenza perché, per dirla con Sartre, “l’inferno sono gli altri”.
Zucchero e Catrame (2019 Fandango Libri, pp.282) narra infatti la storia di una “sformazione”: quella di un bambino “diverso,” deriso da insegnanti, amici e familiari, che finirà per perdersi nelle periferie, emarginate e degradate, di una Milano tentacolare.
Una conferma da parte di un giovane autore – friulano di nascita ma milanese d’adozione – al suo terzo romanzo dopo le felici prove de «Alligatori al Parini», che gli è valso il prestigioso Premio Piervittorio Tondelli e «La formula chimica del dolore» che qui dimostra di aver acquisito una notevole maturità stilistica.
La scrittura di Giacomo, dotata di musicale armonia e lucente chiarezza, doti non comuni negli scrittori contemporanei, riesce infatti a divenire, in alcuni punti del romanzo, cupa, straniante e claustrofobica, rendendo – quasi plasticamente – il senso di assoluta allucinazione e solitudine, vissuto dal protagonista.

Valentina Giovannini
Gratitude di Jovanotti
Musicalmente parlando, in Italia questa estate 2019 sarà senza dubbio ricordata per il “Jova beach party”: rivoluzionario tour in 14 tra le più belle spiagge italiane, oltre a un evento in montagna. Un vero e proprio villaggio itinerante per festeggiare 30 anni di carriera di Jovanotti, che continua ad “aprire nuovi orizzonti”, come quando scelse di fare rap perché “era diverso… era una cosa che piaceva quasi solo a me, in Italia, quindi mi ero fatto prendere dal fatto che fosse una specie di spazio libero”, come racconta nel suo “Gratitude”. Uscito nel 2013 alla vigilia dei suoi 25 anni di carriera, il libro si legge tutto d’un fiato e sembra di sentire Lorenzo mentre rilascia un’intervista, raccontandosi senza filtri, con una sincerità che disarma, mentre risuona il ritmo, la passione e l’allegria della sua musica; immancabile un excursus sul mondo della musica, della radio, della tv, da metà degli anni ’80 fino ad oggi, coinvolgendo appieno quelli della mia generazione. Ci vediamo il 31 agosto a Viareggio… e speriamo di riuscire a farsi autografare il libro!

Erica Italiani
Insomnia Stephen King
Le notti che si accorciano sempre di più a causa dell’insonnia sono la guida insolita durante il viaggio del protagonista di questo romanzo: il lettore viene condotto, nello stile classico del “re dell’horror”, ad una profonda riflessione sulla vita attraverso il mito delle Parche.

 

 

Marina Martinelli
Batti il muro di Antonio Ferrara.
Parla di una bambina che sopravvive al delirio quotidiano della madre, e che scappa da questo attraverso la lettura. Si tratta di una storia forte e tosta, ma che porta il lettore a riflettere e soprattutto a darsi delle risposte, magari con lo stomaco che frigge un pochino, dalla sofferenza della piccola protagonista.
Ciò che se ne trae però, è assolutamente da tenere in considerazione, sì, perché leggere qualche volta significa andare in mondi diversi, lontani, mondi che ti portano via da un vivere doloroso.
Marina Martinelli, donna, mamma, parrucchiera di 54 anni, amante della lettura e soprattutto della scrittura, con l’ardire di essersi “salvata” la vita provando a scrivere “Occhi cattivi”!

Eugenio Milizia
Le mani diverse di Rosaria M. Notarsanto
Margaret è una ragazza londinese, felice e pronta a realizzare un sogno d’amore con il fidanzato. Ma una tragedia enorme, terribile anche a dirsi, si abbatte su di loro. Il destino decide che la ragazza resti sola, distruggendone i sogni in un attimo! Margaret fa delle sue gravi cicatrici, fisiche e nell’animo, uno scudo e una corazza impenetrabili dal resto del mondo! Sarà Marco, giovane italiano, famoso chirurgo plastico trapiantato a Londra, a convincere la ragazza ad abbandonare le sue paure e ad affrontare l’intervento che la riporterà al suo naturale splendore di prima. Ma non è tutto così scontato, perché il destino prendendo di mira i protagonisti, il padre e un’amica di Marco, i genitori di Margaret e un amico di Margaret, non solo mescolerà in modo inaspettato le carte già in tavola, ma ne distribuirà altre nuove e imprevedibili per ognuno di loro. E così il destino, una volta maligno, restituirà sentimenti sepolti da lungo tempo, donando buone speranze di vita.

Marco Taddei
Le cose che bruciano di Michele Serra
Un politico (di sinistra) in carriera, con una vita molto intensa, sufficientemente arrogante e pieno di sé. Ma la sua proposta di legge di reintrodurre il grembiule a scuola, come simbolo di uguaglianza tra gli alunni viene bocciata, prima di tutto dal suo partito. Dramma. Colpito profondamente nell’orgoglio personale decide di mollare tutto e di ritirarsi nella sua casetta di montagna a coltivare zafferano; unici compagni un contadino, sua moglie, ‘La Bulgara’ e un giovane ex-tossico che adesso alleva capre. Poca gente, pochi oggetti e tanto lavoro manuale per la sopravvivenza. I pensieri invece sono tanti, ispirati anche dall’essenzialità e dalla sobrietà di quel posto e di quella vita: i rancori accumulati però non se ne vanno del tutto e la capacità di perdonare stenta sempre un po’. Finale a sorpresa. Serra, come al solito, ha il gran dono di parlare di cose anche maledettamente serie con il suo umorismo pacato e la sua ironia, stampando sulla bocca del lettore un sorriso che qualche volta è pure amaro.

Paola Vagnoli
L’amante giapponese di Isabel Allende
Passato e fantasmi; odio tra le razze e un amore che attraversa i decenni, incrollabile e puro come cristallo. Alma è stata una bambina ebrea fuggita dall’Europa e allevata dagli zii negli Stati Uniti. Nell’infanzia due figure l’hanno aiutata a superare tristezza e solitudine: il cugino Nathaniel e il piccolo Ichimei, figlio del giardiniere giapponese. La storia ricostruisce la sua vita, attraverso le lettere che per anni ha ricevuto da un uomo misterioso, il suo amore rimasto segreto. Il libro è un viaggio emotivamente denso tra persecuzioni e razzismo: dolore e amore, fisico e spirituale. Ichimei dalle dita sottili dona ad Alma il suo amore puro e sincero che Isabel Allende ci fa vivere e conoscere con passione e dettagli da vera investigatrice di esistenze. Ho amato questo libro per la sensibilità che trasmette, per la delicatezza degli amori che racconta, per l’onestà con cui mette a nudo la verità dei sentimenti e il rispetto di cui gode ogni personaggio.

 

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