L’amore casentinese… (secondo il Marioni!)

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Alberto Marioni

Abbiamo deciso di dedicare una rubrica a voi casentinesi; a chi ama questa vallata così tanto da dedicarle una storia, una poesia, un racconto. Brevi o lunghi testi che inseriremo tra i nostri articoli online (o nella rivista) e che contribuiranno a elogiarne la bellezza, così come la cultura, la storia e le figure importanti che l’hanno vissuta e che la vivono ancora. Nomi, luoghi, aneddoti, storie vere o inventate che coloreranno le nostre pagine e doneranno un qualcosa in più alla nostra valle. Scriveteci, dunque, fateci leggere e apprezzare le vostre parole e noi saremo contenti di pubblicarle.

Ecco un racconto sull’amore, dal punto di vista di un casentinese…

L’amore casentinese

Di Alberto Marioni

Esprimere a parole un sentimento come l’amore non è facile. Ci hanno provato in tanti di recente, diciamo negli ultimi 2 o 3 millenni, eppure resta complicato. Parecchio complicato. Per questo , siccome dopo Shakespeare, Catullo, Dante, De Andre’, Moccia (anzi, Moccia dimenticatevelo) vuole provarci anche il Marioni, avrò bisogno di un aiuto esterno, perché rispetto a questi signori qua sopra io sono un po’ più grezzo, un po’ più rustico, di campagna. Ecco, di campagna per l’appunto: per parlar d’amore potrebbe aiutarmi proprio lei, la mia vallata! Il Casentino. L’amore è… come l’aria di questo posto. Pulito. Niente lo sporca, nulla lo contrasta, nulla lo ostacola: se sei innamorato ti possono dire qualsiasi cosa, però non te ne frega nulla. E’ troppo puro per essere macchiato dalle voci, dai consigli, dalle raccomandazioni: lui va per la sua strada come l’aria portata dal vento, e chi lo ferma? Nessuno! Poi, siccome qui si mangia bene, vi dico anche questa: l’amore è come un piatto di tortelli. Se volete metteteci il sugo, i funghi, o lasciatelo così, però è buono, o meglio, l’è bono. E sano. Al primo assaggio, se non li hai mai sentiti, ti sembrano strani, forse ti spaventano, ma poi non vuoi più sapere d’altro. Esistono solo i tortelli. E’ un’altra storia. Per questo non mi venite a dire che l’amore e l’amicizia sono la stessa cosa, perché sarebbe come paragonare i tortelli ai ravioli: strepitosi tutti e due, fondamentali, simili da fuori ma diversi dentro. Non puoi dire ad un tortello “scusa ma ti vedo solo come un raviolo” perché il tortello s’offende! E non ti basta mai: finito un piatto, ne vuoi un altro, e poi un altro. Alla lunga fa male? Pace.
Ma adesso pensiamo ad un altro tratto che contraddistingue la nostra terra…qualcosa che scorre, che è fonte di vita, che rappresenta il corso della natura: il caro amato Arno. L’amore è come fare il bagno all’Arno! Perché? Perché fa paura, esattamente come lanciarsi verso un sentimento così grande. Entrare in quell’acqua gelata terrorizza anche il più coraggioso dei guerrieri: anche il Gladiatore, Leonida, William Wallace , che hanno ammazzato nemici come se fossero zanzare, il bagno al Ponte Rosso non mi risulta che l’abbiano fatto! Già quando appoggi i piedi sulle rive, ti sembra d’avere sulle caviglie la neve del Pratomagno addosso, quando l’acqua ti sale all’altezza delle cosce, ti ritrovi due gambe di legno che a confronto Pinocchio era un bambino vero. Per non parlare di quando la suddetta acqua marmata arriva al “Basso ventre”: lì senti la sparizione del tuo essere uomo, e rinunci ad amare per forza, perché sei convinto che lì sotto, ahimé, non ti sia più rimasto nulla. C’è solo un modo per non arrendersi a quel freddo,così come all’amore: Buttarsi!
Comunque sì, per amore si può star male, e anche tanto. Si può ricevere delusioni , accusare il colpo e sentirsi come bloccati, incapaci di muoversi. Reagire pare impossibile, compiere un passo in avanti sembra un’utopia. Star male per amore è come essere imbottigliati nel traffico di Ponte a Poppi alle 6 di sera. Abbracci il volante, le lacrime scorrono come fiumi in piena, i clacson suonano invano e perché no, alla radio stanno trasmettendo il nuovo singolo di Gigi d’Alessio. Non puoi non pensare “l’amore mi ucciderà, non ce la posso fare, è finita”. Ma poi, nel momento di maggiore smarrimento, se non ti arrendi vedrai uno spiraglio di luce, un raggio di sole, e alla tua destra si ergerà fiero il negozio della Lina Giorgi. Li’ capirai che hai la forza di reagire, che il tempo delle sofferenze è quasi terminato, che da quel blocco di auto disperate sei uscito grazie al tuo coraggio, e all’autostima. Perché noi parliamo tanto,e giustamente, dell’amore verso gli altri. Ma nella vita non si può proprio fare a meno dell’amore per se stessi. Tutto inizia da li’, e da lì tutto riparte. Perché al di là del dispiacere, delle sconfitte, ogni esperienza ti mette alla prova, e ti permette di crescere, di scoprire capacità e qualità che non credevi di avere. Per esempio, guardate il sasso spicco della Verna: sta li’, incastrato tra due rocce da millenni. Perché non è mai caduto, anzi, cascato in terra? Secondo me per amore. Poi fate voi. Comunque oggi,e da sempre, il problema non è mai stato l’innamorarsi, perché quello capita indipendentemente da noi, e più o meno a tutti. E’ un po’ come nascere in questa vallata: ti ci ritrovi nel mezzo , ti chiedi “come mai?” ma ormai ci sei, al di là dei pregi o dei difetti che essa possa avere. Il vero dramma, il vero dilemma è comunicare l’amore. Non c’è niente di più complicato,nella sua semplicità , di rivelare un’emozione. Soprattutto se è la più forte, e la più bella. I motivi sono tanti: il timore di essere giudicati, di non essere all’altezza, e come abbiamo già detto, di patire come se un domani non vi fosse. Ma questo è sbagliato, e ve lo dimostro con un bell’esempio: Pensiamo, per un attimo, di essere noi il Casentino, e di innamorarci di qualcuno, o qualcuna. Noi siamo un luogo limitato, poco accessibile, spesso criticato, non ci calcola nessuno, soprattutto perché ci sono altri mille posti considerati più belli, famosi e interessanti di noi. In poche parole, ci sembra d’avere poche speranze di successo, più o meno quanto uscire sobri dalla festa della birra a Pratovecchio a Settembre. Ma noi, nel nostro piccolo , siamo sicuri di non avere niente da mostrare? Abbiamo campi sconfinati, colline meravigliose, d’inverno innevate, abbiamo le fresche rive del fiume, dei borghi antichi stupendi. Poi i Castelli, contornati da panorami unici, strade lunghe e dolci accompagnate dai cipressi, la semplicità della natura incontaminata, il fascino delle foreste. Noi abbiamo tutto questo! Ci sentiamo inadeguati, ma di chi dobbiamo avere paura? Dentro abbiamo qualcosa di bellissimo, che non si trova da nessun’altra parte. Non dimentichiamocelo. Quando crediamo di essere vuoti, ricordiamoci di avere tante carte da giocare,tante doti da non nascondere, così come il nostro Casentino ha Camaldoli, Stia, Poppi, Bibbiena ,il Parco, Romena! Mostriamoci per come siamo. E smettiamo di vergognarci. Perché amare non è una vergogna, ma una fortuna. La più grande delle fortune. E se andrà bene, meglio. Se andrà male…non è la fine. Perché dopo che è passato un treno, ne può anche passare un altro. Anche se ,in Casentino,i treni ci mettono un po’ di più.

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