Campaldino e Guglielmino – Rikipedia, curiostoria del Casentino –

Se può stupire che anche il nome “America” abbia un’origine legata a Campaldino (da Amerigo di Narbona capitano della compagine guelfa), può comunque essere curioso notare come anche realtà più nostrane debbano il proprio nome ai fatti del 1289… Era un sabato quel giorno, l’undici giugno, giorno dedicato a San Barnaba, e a questo santo i Fiorentini vittoriosi non mancarono di riservare onori e gratitudine, dedicandogli, non solo numerose chiese in città e nel contado, ma anche un centro importante per il controllo di un’altra strategica area toscana quale il Mugello: assediato e distrutto il castello di Montaccianico, sorta di capitale rurale della famiglia degli Ubaldini, nel 1306, fu fondata più a valle la “terra nuova” di Scarperia, inizialmente col nome di Castel San Barnaba! I Fiorentini infatti percepirono subito la storicità di quella vittoria, che rappresentava in qualche modo la formalizzazione dell’inizio della crisi della “cultura” feudale a favore del rifiorire di una “civiltà” urbana (si noti la differenza anche etimologica dei due termini virgolettati) che Firenze ben rappresentava, quale città per eccellenza dell’Europa duecentesca e quale centro economico la cui primaria importanza è testimoniata dal fatto che la valuta per gli scambi internazionali, proprio a partire dal secolo XIII, era il Fiorino d’oro. Anche la battaglia stessa è una di quelle che in quel periodo rappresentarono un’epocale rivoluzione legata anche ai mutamenti socio-economici qui sopra accennati: la crescita di importanza della fanteria a scapito della cavalleria, cui la feudalità associava il proprio prestigio. Fu uno scontro duro, uno dei più cruenti che la storia medievale ricordi, e sul campo caddero anche esponenti di spicco dell’esercito sconfitto, quali il vescovo di Arezzo Guglielmino degli Ubertini o il Bonconte di dantesca memoria. Il corpo di quest’ultimo, come noto, non è mai stato ritrovato, mentre quello del battagliero presule aretino è stato rinvenuto pochi anni fa nella chiesa di Certomondo e solennemente donato alla città di Arezzo che l’ha collocato in posizione d’onore nella cattedrale che egli stesso iniziò a edificare. Per amara ironia della sorte, la chiesa e il convento di Certomondo, destinati poi a diventare il cimitero di Campaldino e principalmente quello dei Ghibellini sconfitti, erano stati fatti costruire dai conti Guido Novello e Simone per celebrare la vittoria ghibellina di Montaperti del 1260.

Riccardo Bargiacchi

Riccardo Bargiacchi
Riccardo Bargiacchi
Riccardo Bargiacchi, nato in Casentino nel 1978, vive a Poppi con moglie e figlio; laureatosi con lode a Firenze in Archeologia Medievale, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, discutendo una tesi sui castelli dei conti Guidi in Casentino, ha iniziato la propria attività lavorativa con le pluriennali indagini archeologiche condotte nel sito del Lago degli Idoli (Stia, AR), come componente dell’équipe della cooperativa archeologica Co.IDRA di Firenze (2003-2007). Mantenendo un rapporto di collaborazione con la Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Firenze per progetti nazionali e internazionali, è socio dello spin-off accademico Laboratori Archeologici San Gallo. Attualmente per conto della cooperativa Oros, lavora presso il Museo Archeologico del Casentino di Bibbiena fin dalla sua inaugurazione ed ha collaborazioni in atto con l’Ecomuseo del Casentino ed altre realtà della valle per quanto riguarda attività storico-archeologiche e didattiche. Accanto a numerose pubblicazioni scientifiche legate alla sua attività professionale, anche in sedi prestigiose come la rivista ufficiale della materia “Archeologia Medievale” (I conti Guidi e l’incastellamento del Casentino: il caso di Poppi, A.M. n° XXXV-2008, Firenze, All’Insegna del Giglio, 2009, pp. 315-332), e comprese due monografie intitolate “Chiese e Santuari del Casentino” (2011) e “Castelli e Feudatari del Casentino” (2014), frutto del Progetto di conoscenza e valorizzazione del Fondo Goretti Miniati (a sua cura per conto della Biblioteca di Poppi e dell’Ecomuseo del Casentino), dal punto di vista letterario, oltre a sporadiche apparizioni su riviste o antologie di premi letterari, è autore di una raccolta di poesie (Tanatofilia. Poesie d’amore, Firenze, MEF - L’Autore Libri Firenze, 2010) e di un romanzo: Falterona, Stia, AGC Edizioni, 2016 (collana “CasentinoPiù” n° 01). È storico collaboratore della rivista CasentinoPiù: da luglio 2010 tiene la rubrica “Casentino medievale: storia e archeologia”.

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