Riceviamo e pubblichiamo la lettera/proposta di Simone Borchi, dottore forestale, membro dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali
“A fine settembre il sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli ha comunicato l’imminente taglio dei cinque tigli secolari posti sul lato ovest di Piazza Grande. Ho chiesto chiarimenti e mi ha gentilmente ricevuto informandomi che:
-il Comune tre anni fa ha commissionato un’indagine tecnica strumentale da cui è risultato che i tronchi dei tigli presentano numerose lacune
-il muro a retta sul lato ovest risulta pendente verso l’esterno
-pertanto i tigli sono a rischio caduta e la spinta delle radici compromette la stabilità del muro. Ritengo opportuno osservare che:
-qualsiasi indagine strumentale indica come a rischio di stabilità un albero che presenta lacune all’interno del tronco, perché il sofware di interpretazione è tarato così, anche se l’albero non è affatto a rischio di stabilità e i tigli in questione, avendo un rapporto di circa 1 a 5 fra diametro e altezza del tronco principale hanno un rischio di caduta minimo
-alcune specie, fra cui il tiglio, nel tempo tendono a presentare vuoti al centro del tronco, ma l’anello esterno vitale e quelli lignificati adiacenti garantiscono comunque la stabilità, altrimenti tutti i nostri castagni secolari, spesso completamente cavi, non esisterebbero più
-il muro pende verso l’esterno, ma perché questo non è successo 70, 50 o 30 anni fa? forse la colpa non è delle radici
-il muro che pende ha 2-3 piccoli drenaggi nella parte alta e nessuno nel resto, quindi la spinta potrebbe essere data dalla massa di terra posta sotto la piazza e gonfiata dall’acqua
Insomma, non pare esistano rischi di stabilità degli alberi e attribuire la colpa dello spostamento del muro alle radici è al massimo un’ipotesi se non un’illazione.
E’ vero che i tigli sono cresciuti così tanto da non avere spazio per la chioma e, anziché diradarli, tutte le amministrazioni comunali degli ultimi decenni li hanno capitozzati, provocando l’immediata reazione degli alberi volta a ricostituire la stessa superficie fogliare che avevano prima, emettendo polloni basali e lunghi ributti sui rami. Questi ultimi sono effettivamente a rischio sciancamento, in caso di forte vento, perché cresciuti troppo rapidamente e non saldamente ancorati al tronco, ma non è a rischio la stabilità dell’albero e il colpevole comunque non è lui.
Capisco che al sindaco tocchino tutte le lamentele dei cittadini che si lamentano, perché chi vuole i tigli dove sono tace, e capisco anche la pressione degli uffici tecnici, presi dall’ansia di eventuali responsabilità e oppressi dal pensiero degli oneri di manutenzione, ma eliminare quei tigli è l’ultima cosa da fare. Per questo propongo di tagliare il 2°, il 4° e il 5° da destra, lasciando il 1° e il 3° come nella simulazione sotto riportata, così le chiome avranno spazio per crescere e riprendere la forma naturale, purché cessino le insensate capitozzature, sostituite da una qualificata e puntuale azione di controllo e manutenzione. Il taglio degli altri tigli consentirà di verificare meglio le cause dello spostamento del muro, eventualmente creando una trincea in aderenza al muro stesso per ridurre l’eventuale pressione delle radici, con drenaggi grossolani e apertura di ulteriori bocchette d’uscita. Certo l’estrazione dei ceppi dei tre tigli, provocherà un po’ di sofferenza ai due rimasti, dato che è probabile che i sistemi radicali siano completamente interconnessi, ma ce la faranno.
In ultimo vorrei ricordare quanta aria, salute, ombra e bellezza ci danno gli alberi dentro i nostri paesi e città e che dovremmo accettare che qualche piccolo rischio accompagni quei grandi benefici. D’altronde non rifiutiamo di salire in auto nonostante in Italia ci siano 9 morti al giorno per incidenti stradali, giusto lo stesso numero di morti per caduta accidentale di alberi, ma in un anno!
Gentile sindaco di Bibbiena, ci pensi bene…“
Simone Borchi