Anche Bibbiena contro la normativa che obbliga all’autorizzazione paesaggistica per i tagli forestali

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BIBBIENA SUPPORTA LA RICHIESTA DELLA CONSULTA DELLA MONTAGNA DI ANCI TOSCANA PER LA MODIFICA della NORMATIVA CHE OBBLIGA ALL’AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA PER I TAGLI FORESTALI

I lavoratori del bosco sono degli invisibili. Partono presto la mattina e tornano la sera tardi. Eppure il loro lavoro è essenziale al nostro paesaggio, alla nostra vita in montagna. Senza cure il nostro paesaggio non sarebbe più quello che vediamo ogni giorno. Questa legge ucciderà questa parte dell’economia del nostro Casentino, ma anche la sua attuale bellezza”.

Parole pesanti e sincere, di chi nel bosco lavora o lo custodisce, quelle dell’Assessore Daniele Bronchi che come Comune di Bibbiena si aggiunge alle tante voci che in queste giorni si sono raccolte intorno alla richiesta di Anci per dire “no” alla legge che obbliga all’autorizzazione paesaggistica per i tagli effettuati in una gran parte del nostro territorio.

Alla Consulta per la Montagna era presente anche Bronchi per far sentire la voce di tanti cittadini e lavoratori che a seguito di questo provvedimento rischiano di perdere il lavoro in un momento di crisi ed incertezza come quello che stiamo attraversando.

Ma per Bronchi la questione è fondante e lo spiega così: “Nell’attesa che questa legge venga modificata, forse la Regione riuscirà ad ottenere una riduzione dei contenuti e dei tempi richiesti per l’autorizzazione in modo da salvare almeno questa stagione. Buona cosa, ma vogliamo di più. La cosa grave è che qualcuno ha creduto di poter salvare il paesaggio sacrificando la montagna. La cosa inaccettabile è che qualcuno ha pensato di poter tutelare un bene che di per sé è mutevole, togliendo sicurezza a chi questo bene lo sta curando da secoli. Credo che dietro tutto questo si nasconda innanzitutto una grave ignoranza. E’ casentinese il primo codice forestale della storia. Questo significa che ciò che abbiamo oggi è frutto di un’azione umana che abbiamo saputo ben calibrare e che oggi è già ampliamente normata. Chi vive in montagna sa cosa significa tutela, perché quello che altri chiamano paesaggio punto e basta, noi lo chiamiamo vita. si è parlato per anni di tutela della montagna poi sul piatto ci troviamo la distruzione della montagna. E questo è ciò che accadrà se non riusciremo a far cambiare questa legge. Chiedere ai lavoratori del bosco altri sacrifici in termini economici e burocratici significa farli chiudere. E se in questo momento tutto questo poterebbe ad un tracollo economico un comparto importante del nostro territorio, nessuno può immaginare cosa potrà accadere in termini più ampi di sicurezza della montagna. Sono deluso e atterrito. Si vuole tutelare il paesaggio, lo ripeto, distruggendo, annientando la montagna. Inoltre vorrei far notare che per consuetudine questi interventi si definiscono cure colturali. Le parole significano tanto: ribadisco una cosa scontata, ovvero senza cura il paesaggio non sarebbe quello che abbiamo ”.

Comunicato stampa Comune di Bibbiena

Foto di repertorio di Carabo Spain da Pixabay

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