Riceviamo e pubblichiamo la replica della cooperativa Elleuno in merito all’intervista a Giuseppe Allori uscita nei giorni scorsi su questo portale. Questo il nostro articolo: https://www.casentinopiu.it/poppi-vivere-in-una-rsa-ai-tempi-del-covid-la-storia-di-giuseppe-allori/
E questa che segue la replica della cooperativa Elleuno tramite il proprio Ufficio Stampa:
PRECISAZIONI DI COOPERATIVA SOCIALE ELLEUNO IN MERITO ALL’ARTICOLO PUBBLICATO DAL PORTALE CASENTINOPIÙ.IT: “DICHIARAZIONI INESATTE, ECCO COME STANNO REALMENTE LE COSE”
«In merito all’intervista al sig. Giuseppe Allori pubblicata dal portale casentinopiu.it (dal titolo ‘Poppi, vivere in una RSA ai tempi del Covid: la storia di Giuseppe Allori’ a firma di Christian Bigiarini in data 6 gennaio) sulla situazione nella RSA di Cerromondo – Poppi (AR), cooperativa sociale Elleuno (che gestisce la struttura) intende riportare alcune precisazioni con l’obiettivo di non innescare ulteriori e inutili polemiche e proseguire verso un dialogo costruttivo per il bene, prima di tutto, dei pazienti e degli operatori sanitari.
Cooperativa Sociale Elleuno resta amareggiata dal contenuto dell’intervista rilasciata dal Sig. Allori. La Pandemia e tutte le azioni legislative che ne sono scaturite hanno imposto un nuovo modo di essere con un nuovo approccio alla vita e al mondo del lavoro, in particolar modo all’intero del settore socio-sanitario.
Le strutture di accoglienza dedicate ad anziani, disabili, o comunque a soggetti fragili per lo più non autosufficienti si sono dovute radicalmente trasformare dal 21 febbraio 2020, imponendo regole a loro volta imposte e dovendo creare un “distacco” innaturale fino a quel momento con i propri ospiti.
Sotto il solo profilo di socializzazione alcune regole, messe in campo per poter tutelare al meglio la salute dei residenti, hanno portato alla chiusura delle strutture alle visite dei parenti nel periodo marzo-giugno, al contingentamento delle visite nei periodi luglio-settembre e ad una ulteriore riduzione delle visite allo scoppio della seconda ondata pandemica.
Queste regole, questo nuovo approccio, possono anche non essere condivisi, ma Elleuno li ha sempre applicati con rigore e disciplina, senza però mai perdere di vista lo stato psico-fisico degli ospiti.
Limitare le visite a 20 minuti circa, oltre ad essere un tempo riconosciuto valido da più parti, rappresenta un tempo adeguato per permettere a tutti di poter essere visitati con i nuovi canoni di sicurezza imposti per tali azioni (appuntamento telefonico, triage in ingresso, accompagnamento al luogo dell’incontro, sanificazione del luogo dell’incontro al termine dello stesso, presenza discreta di operatore dedicato affinché tutto possa svolgersi nel rispetto delle varie procedure). Alcuni ospiti, hanno ricevute comunque più visite nel corso di ciascuna settimana, con notevole sforzo organizzativo da parte di Elleuno, che comunque comprende e per questo si è sempre impegnata a mitigare il grande disagio di socializzazione che la situazione ha e sta causando.
Utilizzare tamponi rapidi per aumentare il numero delle visite potrebbe essere una soluzione, ma solo se non si conoscono a pieno i limiti di tali strumenti. Il binomio “residenze virtuose=no covid”: purtroppo è un concetto semplicistico che non rende la complessità né del problema, né di quanto messo in campo nonostante le moltissime variabili da gestire.
Solo nell’ultimo periodo si sono avuti 10 accessi di nuovi ospiti all’interno della struttura, tutti posti in quarantena e di questi uno è risultato positivo al virus Covid-19.
Dall’inizio del periodo emergenziale si sono avuti circa 30 rientri dai presidi di pronto soccorso (per cause diverse) dei nostri ospiti, tutti con l’applicazione di periodi di quarantena. Quindi, anche con la struttura che limita le visite di parenti e amici, le interazioni con l’esterno esistono e vengono gestite. Le scelte e i metodi d’intervento, di questi mesi sono stati eseguiti in stretto raccordo con l’Azienda USL, che ha sempre monitorato l’evoluzione della situazione a partire dall’avvio, dal mese di febbraio.
Collaborazione che si è resa di maggior impatto con la presenza dei primi casi di ospiti risultati positivi al virus.
Non corrisponde né al vero né a una seria analisi di contesto affermare che 10 mesi di emergenza permettano di declassare la situazione attuale in ordinaria gestione, in quanto le problematiche ad essa connessa, quale la cronica carenza di personale infermieristico sul territorio nazionale, non è problema che con il tempo si placa, bensì tende ad acuirsi maggiormente. Inoltre per la risoluzione del problema, che è del tutto indipendente dalle dirette possibilità di ogni gestore, sono necessari interventi legislativi, stanziamenti economici e anni per avere nuovo personale formato.
Le chiamate in servizio da parte degli enti pubblici effettuate in questi mesi di emergenza hanno messo ulteriormente in seria difficoltà il settore privato e gli enti gestori, per cui i mesi di emergenza hanno evidentemente aumentato il problema. Cooperativa sociale Elleuno sta in ogni caso cercando di porre rimedio con strategie e strumenti finalizzati a trattenere il proprio personale in servizio, oltre ad avere integrato il personale grazie a una attività costante di ricerca e selezione e ad aver attivato un supporto tramite personale Elleuno di strutture limitrofe.
Fatta questa dovuta precisazione di contesto, nella RSA di Cerromondo è sempre stata garantita la continuità assistenziale, questo risultato non è dovuto solo alla buona volontà del personale, ma prima di tutto all’alta professionalità della coordinatrice e del personale a supporto e alla sinergia con l’AUSL e gli organi preposti. A questo si unisce la continua e costante formazione e informazione per il personale, questi elementi insieme hanno garantito la piena e totale applicazione dei protocolli in essere.
Nel merito delle problematiche assistenziali che il signor Allori segnala è doveroso precisare che è stato il signor Allori stesso a rifiutare il trasferimento in struttura specificamente dedicata alla cura di pazienti con grave disabilità per rimanere nella RSA (che tanto critica) e ciò nonostante ha potuto ricevere tutto il supporto e le migliori cure possibili anche grazie all’impegno della coordinatrice che ha riorganizzato il servizio erogando un livello di cura e assistenza più alto rispetto a quello riconosciuto. Tutto quanto il signor Allori descrive e che ha potuto fare è stato possibile grazie ad investimenti spontanei di Elleuno non obbligatori e, si sottolinea, non riconosciuti sul piano economico.
Cooperativa sociale Elleuno è consapevole di quanto la malattia e l’attuale situazione possano aver esasperato il livello di angoscia e rabbia, ma da anni ormai il signor Allori si lascia andare a dichiarazioni inesatte e offensive (riportate nell’articolo con la sua intervista) per giunta rivolte proprio a chi ha fatto molto di più del suo dovere e per tali ragioni non è più possibile soprassedere.
Cooperativa sociale Elleuno nell’attuare tutte le necessarie azioni a tutela del proprio operato rimane e rimarrà nell’ambito dell’approccio professionale che la contraddistingue e tale approccio continuerà ad applicare nella cura e nell’assistenza a tutte le persone che le sono affidate.»
Ufficio Stampa Cooperativa Sociale Elleuno