Taglio nei boschi e aggravi burocratici, Gruppo Pd: «Serve una modifica della legge nazionale»

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Foto di Carabo Spain da Pixabay - immagine di repertorio

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a larga maggioranza la proposta di legge al Parlamento italiano di semplificazione per le attività di selvicoltura presentata dal gruppo del Partito Democratico.

Attualmente le aziende che si occupano di tagli boschivi sono costrette a richiedere l’autorizzazione paesaggistica anche per il taglio di un piccolo appezzamento. Una complicazione procedurale e economica per i proprietari, per i gestori dei boschi, per le piccole aziende e per le imprese agricolo-forestali che vedono dilatarsi notevolmente i tempi per quella che spesso è un’attività ordinaria di gestione del patrimonio boschivo.

«Con questa proposta di legge al Parlamento proponiamo una modifica all’articolo 149 del Codice dei beni culturali e del paesaggio che disciplina le attività per le quali non è necessario il conseguimento dell’autorizzazione paesaggistica – ha spiegato Ilaria Bugetti, presidente della commissione sviluppo economico e rurale, illustrando in aula la pdl – La nostra proposta, composta da un unico articolo, specifica che gli interventi inerenti il taglio colturale, la forestazione, la riforestazione, le opere di bonifica, antincendio e di conservazione non sono soggetti ad autorizzazione paesaggistica se il bosco o la foresta non sono sottoposti ad uno specifico vincolo. Noi chiediamo che vengano trattati alla stessa maniera situazioni similari, alleggerendo la burocrazia e consentendo che gli interventi necessari anche a contrastare il dissesto idrogeologico possano essere fatti in tempi idonei».

«La nostra proposta non incentiva il taglio dove non si deve fare ma semplifica e uniforma le regole – aggiunge il consigliere Cristiano Benucci, primo firmatario della pdl – Le nostre foreste più belle e prospere sono come le vediamo oggi perché per secoli c’è stata un’intelligente attività umana di cura ma anche di taglio e rinnovamento. Trattandosi di un tema di competenza statale è necessaria una modifica della legge nazionale per questo con la nostra proposta, in coerenza con la mozione che il Consiglio regionale della Toscana aveva già approvato nel dicembre scorso, vogliamo portare all’attenzione del Parlamento questo tema chiedendo e proponendo concretamente un urgente intervento di semplificazione. Questa modifica continuerebbe a mantenere la tutela del territorio tramite lo strumento del vincolo idrogeologico ma consentirebbe finalmente a centinaia di piccole e piccolissime imprese che operano in montagna di riprendere la propria attività con normalità».

«L’introduzione dell’autorizzazione paesaggistica per le piccole attività di silvicoltura è un inutile e insostenibile aggravio burocratico per le aziende che colpisce in modo particolare la nostra regione che ha una superficie boscata tra le più grandi d’Italia – aggiunge il capogruppo dem Vincenzo Ceccarelli – Abbiamo raccolto l’allarme di imprese e cooperative agricole e forestali, enti locali, consorzi di bonifica, associazioni di categoria ma anche di enti di ricerca e associazioni di tutela ambientale preoccupate per la situazione che  si sta verificando in questi mesi. La Toscana è sempre stata un esempio nel coniugare la tutela ambientale con l’attività dell’uomo e su questo percorso dobbiamo proseguire, forti della nostra capacità e della nostra tradizione, senza caricare di pesanti fardelli un’economia già povera come quella della montagna. Parliamo di imprese che rappresentano un pezzo importante dell’economia delle aree rurali e che da generazioni si prendono cura delle nostre aree boscate garantendo quella che è la corretta conservazione e rinnovazione dei boschi e che non hanno niente a che fare con le lobby o gli ipotetici abusi di potenti multinazionali».

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