Messi a riposo
L’aria qui è triste,
gli sguardi un po’ spenti
e le mani posate sui grembi.
Quando mi hanno portato in questo posto
mi hanno detto che dovevo riposarmi,
in realtà non capivo, perché non mi sentivo affatto stanca.
Quelli che si prendono cura del nostro “riposo”,
sono tutti vestiti di bianco,
e bianco è anche il loro umore,
intendo dire; un po’ “sbiaditiccio”.
Forse è perché lavorando qui dentro,
l’umore gli cade un pochino.
Comunque, quando ho visto l’auto dei miei
che svoltava la curva oltre il viale…
ho pianto!
Mi mancano le voci e i giochi dei miei bambini,
la mia casa fatta insieme al mio sposo con tanto sacrificio.
Mi mancano le mie cose, i miei mobili, le mie tende,
mi manca persino il cane di mia figlia,
e pensare che quando l’hanno preso mi faceva paura.
Il tempo qui non passa mai, e un po’ mi dispiace
perché in questo modo… non vado mai via!
Comunque credetemi, io non ero stanca affatto,
e allora mi chiedo perché neanche mi hanno chiesto se fossi pronta!
Ma vabbè, in fondo la mia bambina ha sempre fatto tutto un po’ bene,
speriamo che ci abbia azzeccato anche stavolta…
ma ho qualche dubbio.
Guardo spesso oltre la curva, dove finisce il viale,
secondo me, prima o poi ritornano a prendermi.