Il casentinese
Sì, è vero, il casentinese è un tantino “sbruffone”,
inesorabilmente legato al suo territorio,
tanto da non guardar di buon’occhio
colui che proviene da qualche altra parte.
È abbastanza “chiuso” nella sua realtà, nei suoi pensieri.
Solitamente è buono di cuore
e sa tendere la mano,
ma, non gliela fare,
perché, altrimenti sei “fottuto”,
nel senso che per lui puoi anche morire.
Il casentinese è un po’ poeta, pittore,
ha una grande cultura per l’orto e una buona conoscenza
di tutte le piante.
È alla buona il casentinese,
ma riesce a far bella figura in qualsiasi contesto,
sempre che questo gli piaccia, s’intende,
altrimenti gli ci vuole ben poco a prendere fuoco,
come si suole dire.
Il casentinese è orgoglioso della sua terra e dei suoi figli,
non metterlo alla prova toccando uno dei suoi figli,
altrimenti lo puoi vedere all’opera.
È sufficientemente permaloso e anche un po’ ombroso,
per cui è consigliabile non “fargliela”.
Ma è anche un buon personaggio, legato alla sua storia,
alla sua gente, e non ha difficoltà ad offrirti la mano.
E poi il casentinese abita dei luoghi sublimi,
intrisi di arte, di storia di verde,
e proprio per questo ha spesso il sorriso.
Alcuni casentinesi giovani lottano per poi andare via,
e quasi sempre, rilottano per poter ritornare,
altri non se ne andrebbero mai, perché il Casentino
è la loro culla perfetta.
Il casentinese è quasi sempre un bontempone,
grande trattenitore di allegre serate,
ma se si adombra, beh, se si adombra son guai,
non gli strappi un sorriso neanche a pagarlo.
Ma, la prerogativa che più attribuisco al casentinese
è che ha un cuore tessuto nel tempo!