Un ammasso di macerie
Sono qui, davanti alle macerie.
L’enorme Caterpillar, sta abbattendo quel qualcosa,
che quando sono venuta al mondo già c’era.
La macchina col suo braccio giallo e potente sta abbattendo di tutto;
pareti, finestre e porte, e calce,
intrisi di vita e densi del respiro di tante persone.
Un getto insistente di acqua, cerca di far cessare la polvere,
ma è dura metterla a tacere, quella nuvola grigia
e a tratti biancastra.
Per alcuni attimi ho temuto per l’uomo all’interno della sua piccola gabbia,
intento a manovrare le leve del grande mostro di ferro, color giallo vivo,
perché, ciò che cade e cade, pare che possa cadere anche su lui, guardato dalla mia prospettiva.
uomini e donne che, in piedi nel grande piazzale adiacente,
ammirano lo scempio,
ed un bambino con i suoi occhi grandi, osserva e teme,
cercando di capire cosa sta succedendo. Chissà di quale risposta si sazi.
Tutto ciò che appare in questi frangenti è devastazione,
che sarà ripagata da qualcosa di nuovo, di bello,
qualcosa che mirerà anche alla cultura, per tutti coloro che potranno goderne.
È una sorta di legge, come un vecchio che chiude le porte alla vita,
per lasciare il suo passo ad un bimbo.
Così tutto va…
Mentre il gigante giallo continua imperterrito a compiere il suo lavoro,
e noi restiamo spettatori di dolorose macerie
che cederanno il loro spazio, a qualcosa di nuovo,
anche se oggi, qui, è difficile immaginarlo.