Un nido in alta quota…
Le fatiche e le soddisfazioni dell’aver dato vita ad un asilo nido… Il racconto di due donne.
Quando sono arrivata sul posto ho guardato poco chi mi stava aspettando perché i colori dei giochi posti sul giardino adiacente alla struttura del Nido, mi hanno rapito e portato via con sé, ma poi ho riappoggiato i piedi per terra, e lì ho cercato di rimanere per tutta la durata dell’intervista. Per saperne di più sull’asilo Nido ho incontrato Roberta Peruzzi, coordinatrice della Cooperativa “Progetto 5” e Valentina Cerini educatrice, tutte e due concentrate a tener viva questa realtà assolutamente preziosa e indispensabile, soprattutto per quelle famiglie in cui le madri lavorano e qualche volta non sono ricche dei nonni che si mettono a disposizione per prendersi cura dei nipotini. Oltre a Roberta e Valentina, altre due donne lavorano alla Buca del tesoro di Chitignano e sono Martina Acciai nella figura di educatrice e Miriam Farsetti che si prende cura dello stato dell’ambiente. “La buca del tesoro” si trova a Chitignano, come dicevo pocanzi ed è circondata dal verde, ubicata in una zona tranquilla e familiare, dove sono certa, le voci dei bimbi riecheggeranno facendo bene alle orecchie lì intorno. All’interno ci sono tutte le attenzioni utili al caso e i lavori svolti da quelle manine che insieme e singolarmente si esprimono, imparando e manifestando le loro piccole grandi entità, sono presenti e spiccano in ogni dove. I bimbi che frequentano “la buca del tesoro” sono dieci, e questo è davvero un numero importante per la piccola realtà di Chitignano, segno che la struttura è ben avviata, nonostante le problematiche di questi ultimi anni, e i bambini che la riempiono rendendola bella, spaziano dai dodici ai trentasei mesi di età. Questo asilo Nido è stato voluto dal Sindaco di Chitignano e nella fattispecie Valentina Calbi, che da donna e madre è ben consapevole dei determinati bisogni di una donna, e con l’energia che la contraddistingue, è sempre “stata sul pezzo”, fino a che non ne ha ottenuto la realizzazione di questa realtà, ma anche l’Unione dei comuni si è adoperata al fine di ottenere questa “apertura” a dir poco importante. Durante l’arco delle giornate le due educatrici sono in compresenza e collaborano insieme per due ore e mezzo, tempo questo che viene utilizzato soprattutto per scambi relativi al buon andamento del Nido, il restante del tempo lo svolgono singolarmente, mentre Roberta fa da supervisore, affinché tutto proceda nel migliore dei modi. Questo ambiente è ben leggibile e ogni angolo rappresenta una fase del giorno, un determinato gioco o lavoro, e i colori di cui è pieno, raccontano quanto l’animosità del luogo sia assolutamente morbida e dolce, caratteristiche utili al fabbisogno di bambini facenti parte di età tenere, come in questo caso. Nelle pareti ci sono i loro visetti sorridenti e già questo particolare basterebbe per poter scrivere un mondo. Faccio domande mirate a Valentina e Roberta e le loro risposte sono assolutamente rilasciate dal cuore e dalla consapevolezza di svolgere ognuna il mestiere che più la aggrada, che più le appartiene, infatti Valentina, l’educatrice che mi ha fatto da gancio si emoziona alla domanda che le ho posto, e cioè cosa pensa del suo lavoro. Sì, Valentina si emoziona e mi racconta di un sogno, un sogno che le si è tramutato in realtà. Roberta invece, da donna di una certa esperienza in questo specifico settore, mi spiega quanto il loro lavoro sia fatto di relazioni, perché in fondo loro non accolgono soltanto i bambini ma anche i genitori, e il fatto che queste persone non abbiano neanche potuto guardarle in faccia a causa delle mascherine, fa sì che questi genitori lasciano le loro creature a persone di cui non conoscono neanche il volto. -Ma il bello è costruire, – mi dice fuori dal coro la sindaca, e questa sua uscita va a nascondere un poco l’amaro che questo periodo ci ha imposto. Anche ciò che accade fuori dalla struttura rappresenta bellezza, perché quando escono con i bambini, mi racconta Valentina, – la gente del paese diventa più bella, più sorridente e quando ritorniamo in sede, ci rendiamo conto che siamo carichi di cose, ma soprattutto di tanto amore, raccattato per strada. – L’idea del Nido è nata grazie alla cooperativa che aveva a disposizione un piccolo appalto, spiega la coordinatrice, e da una minuscola ludoteca aperta appena per due ore al giorno e che si è portata dietro i bambini che già la frequentavano, è nato il meraviglioso Nido di Chitignano. A tutte e tre le figure femminili che si sono sedute con me a questo minuscolo tavolinetto ho rivolto una domanda precisa e le risposte che mi sono state rese hanno tutte un grande senso, e sono rivolte alla fierezza, alla gioia, alla familiarità… Che dire, la fierezza conta davvero tanto per queste donne, e che queste siano educatrici, coordinatrici o sindache, importa poco, perché hanno nei loro occhi un mondo di bene, un mondo di voglia di fare per il bene, per il bello, per la comunità, e io, in quanto donna e persona mi sento di ringraziarle, di ringraziare il “Polo 06” delle aree interne che permette di mantenere lo scopo dei presidi scolastici, perché il Polo sorregge, ma questa è un’altra storia. Far finire questo incontro-intervista è stata dura perché queste tre signore hanno una grinta e una determinazione infinite e il loro raccontare ha accarezzato diverse aree del sentire, e io personalmente le ho trovate attente e profonde, adeguate e presenti, ma soprattutto immensamente bisognose di dare… Grazie ragazze per mantenere una realtà così bella, così importante, così essenziale, grazie davvero. Un abbraccio particolare va a Valentina Cerini, il mio gancio perfetto, l’educatrice che ha incontrato in questo suo lavoro, tutta la bellezza che c’è e che io ammiro profondamente!