Se la poesia viene accarezzata da un bimbo
Immaginate un paese di sera, un paese montano, di quelli dove il vento spiffera forte.
Immaginate un palco scenico, immerso nel verde e nel giallo dell’erba ormai secca,
e immaginate degli uomini e donne che leggan poesie.
Immaginate anche una musica lieve e immagini che vanno su di un grande schermo, che si trova alle spalle di tutto.
Sono immagini vere, sono immagini belle; animali e fiori e alberi e inverno e estate e vita, catturati da un occhio attento, un occhio mirato.
Immaginate i cuori di quella gente, coloro che facevan lettura di sé, ma anche di altri, mentre il cuore andava al galoppo e centinaia di parole sovrastavan la piazza infilandosi in altri cuori, questa volta più attenti.
Immaginate anche un bambino di otto anni che si è dilettato in poesia, e l’ha pensata e l’ha scritta e poi letta, facendo tumultuare tutti quei cuori pronti e assetati, perché non c’è poesia più grande di quella creata da coloro che ancora sono puliti, perché è stata pensata e poi trasmessa in un momento lieve di vita!
Grazie ad Umberto, a Massimo, a Roberto, a Carlo, a Claudio, a Rossana, ad Anna Maria, a Rosalba, ad Angela a Miranda, a Daniela e a Marina, grazie di cuore!