S.O.S. Alberi di Natale: devastante la siccità in Casentino

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Montemignaio (AR), 16 agosto 2022 –  “Ci piacerebbe che la Regione Toscana potesse venire incontro anche a noi, come ha già fatto per altre attività produttive”. Gli imprenditori agricoli casentinesi, che si dedicano alla manuale coltivazione degli alberi di Natale, non hanno più voglia di stare a guardare il cielo sperando nella pioggia ed è per questo che hanno richiesto alla Regione di intervenire con opportuni aiuti per questa emergenza siccità che in questo periodo ha colpito oltre il 50% della produzione degli alberi di Natale del territorio casentinese.

E la Regione Toscana non si è fatta attendere.

Marco Casucci, vice Presidente del Consiglio regionale, oltre a presentare in Regione una richiesta ufficiale per mitigare con un contributo economico la crisi del settore, ha voluto valutare di persona le criticità prodotte dal caldo eccessivo delle scorse settimane che hanno colpito in particolare i territori di Montemignaio, Strada, Poppi, Pratovecchio e Stia oltre ad alcune aree dell’Alto Casentino.

 “Ristori immediati – è quanto richiesto da Marco Casucciper i danni subiti dalle attività di coltivazione degli abeti di Montemignaio colpiti dalla siccità e realizzazione immediata di nuovi invasi aziendali e pubblici”.

“Montemignaio – ha proseguito Casucci nel suo intervento – è nota per essere il “paese dell’Albero di Natale”: dove si coltivavano circa un milione di abeti che ritroviamo nelle case degli italiani a rallegrare lo spirito natalizio. Ma parliamo anche di un’importante attività economica del territorio che coinvolge svariate aziende e la cui produzione ha permesso di alimentare l’occupazione, scongiurando il rischio di un massiccio spopolamento”.

“Le scarse precipitazioni e gli effetti del cambiamento climatico – ha concluso il vicepresidente – hanno provocato una gravissima siccità che ha naturalmente interessato anche la montagna casentinese, cosicché le piantagioni di abeti si sono disseccate mettendo in serio pericolo la resa produttiva e provocando un gravissimo danno all’economia locale.

Di fronte a questa situazione di vera emergenza non basta l’impegno dei singoli agricoltori nel razionamento dell’acqua, ma occorrono una serie di misure mirate e tempestive da parte delle Istituzioni come, ad esempio, il potenziamento della rete degli invasi sul territorio”.

“Parlare della siccità – ha commentato Roberto Pertichini, Sindaco di Montemignaio – e delle anomalie di questa estate torrida che ha colpito la produzione degli alberi di Natale, fiore all’occhiello del nostro territorio dell’alto Casentino, è irrilevante se le istituzioni non intervengono con tempestività a tutela dei produttori e dei vivai.

E mi preme evidenziare che tali danni non solo incideranno nella produzione e vendita del prossimo Natale ma, dal momento che un intero ciclo produttivo, dalla semina alla consegna alla grande distribuzione dovrà durare circa dieci anni,  potete immaginare il danno economico che avranno le aziende della Valle; senza parlare di eventuali chiusure che, a cascata, provocherebbero licenziamenti e spopolamento nel territorio.”

“In passato – ricorda il Sindaco -, attraverso il Consorzio per la valorizzazione dell’Albero di Natale, fu richiesto di avere il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta), marchio che viene attribuito a prodotti agricoli, alimenti o vini e che garantisce la loro provenienza locale.

Perché non richiederlo per i nostri alberi di Natale dal momento che tutta la fase del processo di realizzazione avviene nel territorio geografico di appartenenza, quello del Casentino? In passato la nostra richiesta naufragò nel mare della burocrazia; oggi come ieri, dal nostro Comune parte un S.O.S per una richiesta di soccorso immediata per i nostri alberi e per l’economia del territorio. La speranza è che qualcuno, come la Regione Toscana, possa accogliere la nostra richiesta di aiuto.”

“Da consigliere regionale di questo territorio – ha concluso Marco Casucci –  faccio un appello a tutti coloro che sono parte delle istituzioni, come la Regione o lo stesso Governo nazionale, affinché i danni subiti da questi produttori di Montemignaio e di tutto il Casentino siano effettivamente ristorati. Non è  una battaglia di una parte politica, è una battaglia del Casentino e della Provincia di Arezzo. Occorrono fatti e non soltanto parole!”

Ma come nasce un Albero di Natale?

Ci risponde Tito Agnoloni, figlio di Angiolino, l’uomo che potremmo definire il babbo dell’albero di Natale a Montemignaio, un uomo che negli anni settanta del secolo scorso riusciva a produrre nella sua azienda oltre 50.000 abeti all’anno… per arrivare agli anni 2000 con circa 250.000 abeti, con il contributo di altre aziende, da distribuire alla grande industria del centro e nord Italia.

“L’abete – precisa Tito – è il genere più comunemente usato come albero di Natale sia per il colore che per il suo profumo. I suoi semi devono essere piantati nel terreno e lasciati a dimora per circa due anni. Passato questo periodo si “trapianta” nuovamente, cioè si toglie la piantina  dalla terra e si sotterra di nuovo posizionandola a distanza di circa 10 centimetri l’una dall’altra. Al quarto anno si dissotterra ancora una volta ed ogni pianta si colloca nel terreno ad una distanza di circa 80 centimetri l’una dall’altra e qui vengono lasciate a dimora per altri 3/5 anni. Solo dopo il quinto anno gli abeti raggiungono un’altezza di circa 180 centimetri e, per la precisione, dal seme alla vendita sono passati circa 10 anni.”

“Un albero di Natale vero con radici, in vaso o in zolla, – interviene Marco Agnoloni – per una migliore tutela dell’ambiente, dovrebbe essere usato e riusato per più anni nel periodo di Natale o, meglio, essere trapiantato, nel proprio giardino o altrove. Ma non bisogna farsi molte illusioni. Le probabilità che la pianta attecchisca e cresca sono molto basse e dipendono da vari fattori come le condizioni ambientali di dove andremo a posizionare l’albero rispetto al vivaio, una casa, un appartamento, un ufficio…  l’aria calda e secca del riscaldamento, la scarsità di acqua ricevuta in questo periodo … e tante altre condizioni che ne possono compromettere le caratteristiche di perfetto stato vitale dell’albero.”

“Anche se – conclude Tito Agnoloni – esiste un piccolo trucco: invece di annaffiare giornalmente l’albero di Natale che abbiamo allestito in casa, andremo a  posizionare saltuariamente dei cubetti di ghiaccio all’interno del vaso, sulla terra, questo permetterà di aggiungere, man mano che si sciolgono i cubetti, una giusta quantità di liquido alla pianta.”

 

                                                    

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