Voci dal Casentino: “L’arte per sempre”

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L’arte per sempre

Quando un pezzo di te impreziosisce un paese

 

Alan Bigiarini, questo mio amico un po’ “strambo” dal grande cuore e il carattere ombroso, Alan che con la sua forma d’arte si tira fuori e affascina tutti i suoi estimatori, quell’Alan di cui io personalmente ho quattro opere in casa, che sono fiera ed orgogliosa di avere, e di cui anche il paese di Marcena si è voluto arricchire. Questi sono i motivi che mi hanno convinto ad intervistare questo artista, ma anche chi delle sue opere ne ha fatto un vanto.

Le tue opere sono state scelte per abbellire ed impreziosire il paese di Marcena, come ti fa sentire tutto questo?

-Sono sempre contento ogni volta che qualcuno decide di appendere dentro la sua casa un mio dipinto, questa è per me una grande soddisfazione, ma avere delle mie opere esposte alla visione di tutti, è un qualcosa di nuovo e di molto piacevole per me. A questo proposito mi è capitato di andare una volta a Marcena e di vedere due persone davanti al mio quadro, ferme immobili mentre lo ammiravano, e io, osservandoli da lontano, ho provato una sensazione di pura gioia e orgoglio. –

Quali opere hai installato e in quali punti precisi?

-Il primo è un Obelisco di circa due metri che abbiamo posizionato nel paese, proprio accanto ai vecchi lavatoi, il secondo è un quadro di due metri e trenta di larghezza per un metro di altezza che è stato posizionato proprio all’ingresso del paese, illuminato in modo tale da poter essere ammirato anche nelle ore notturne, e il terzo quadro resterà una sorpresa perché ho appreso che l’hanno spostato per questioni logistiche, per cui ancora non so dove sia stato posizionato.

Devo dire che l’ostacolo più grande per queste realizzazioni è stato adoperare dei materiali adatti all’esterno, materiali che non avevo mai usato in quanto tutte le mie opere sono nate per dimorare all’interno, per cui ho dovuto studiare materiali e colori e apportare tutto ciò che fosse utile e adatto per le varie resistenze e temperature, o per i vari deflussi dell’acqua, ma alla fine ce l’ho fatta, informandomi e anche facendomi consigliare. –

Che cosa vogliono rappresentare queste tue opere?

-Sono tutte orizzontate sulla linea che ho scelto ormai anni fa e quindi, “stop war” ovvero contro la guerra, e fanno parte di una lunga serie di opere dedicate proprio a questa tematica. Per la realizzazione di queste tre opere sono stati utilizzati schegge e bossoli originali della seconda guerra mondiale accuratamente restaurati, che sono nel tempo diventati la mia firma. Lo scopo preciso è sempre quello di ricordare la storia, l’atrocità del conflitto ma anche di mutare l’orrore in bellezza.

Ci tengo a dire, – continua Alan, – che le mie opere a Marcena sono ben tre e che, per queste realizzazioni devo ringraziare alcuni amici per la loro preziosa collaborazione. Ringrazio Claudio Barolo che ha fatto la struttura portante dell’Obelisco e che ha passato ore ed ore a saldare sulla traccia di un mio bozzetto, sicuramente non giusto, ringrazio la sua abilità nei lavori manuali e anche la sua pazienza. Ringrazio Paride Andreani che mi procura tutti i reperti bellici provenienti direttamente dalla sua collezione personale e ringrazio anche Nicola Cheli, un amico che ha dato vigore a tutte le schegge ed i bossoli che prima di essere utilizzati devono essere tagliati e lucidati, cosa che ha fatto nel suo dopo lavoro. E per finire ringrazio anche Roberto Scorpaniti, che per molte sere invernali mi ha aiutato a manovrare queste opere nel freddo cupo del mio garage. –

Come è avvenuta questa meravigliosa sinergia fra te e il paese di Marcena?

-L’incontro con gli organizzatori di “Marcenando” è avvenuto per caso, tramite un amico comune. Successivamente sono venuti a vedere le mie opere con cui poi ho potuto fare una mostra personale proprio a Marcena durante la loro festa, e proprio in quella sede e insieme all’organizzatrice Sabina Bruni, è nata l’idea di creare qualcosa di più grande, da poter posizionare nelle vie del paese, cosa di cui vado fiero e per questo ringrazio davvero tutta l’organizzazione. –

Sabina Bruni ci racconta il resto e lo fa sentitamente, proprio col fare di chi tiene alle sorti del proprio paese…

“Marcenando l’arte camminando” è l’estensione completa che ci permette di comprendere di che cosa si tratta. È un’esposizione di opere d’arte di chiunque voglia lasciare il proprio pensiero, il proprio segno nel paese di Marcena, di cui il museo sono le strade del borgo, i muri a secco degli uliveti e le strade di campagna, un percorso all’aperto fatto di salite e discese che ospitano lavori di ogni genere: pittura, scultura, poesia e via così, nei meandri dell’arte.

A questo progetto lavora tutto quanto il paese, persone comuni che compiono il senso di questa nostra associazione, che con questa festa dedicata all’arte in generale e che si terrà proprio il diciotto di settembre, daranno il via alla seconda edizione di “Marcenando”, per cui vi aspettiamo numerosi.

Il mio ruolo, – racconta ancora Sabina – è quello di contattare gli artisti, di scoprire talenti e proprio così è entrato in scena Alan Bigiarini, con le sue opere particolari che inneggiano contro la guerra, opere che suscitano sgomento e armonia, e quando le emozioni vengono suscitate, si parla sempre di opera d’arte. Le opere di Alan sono intrise di guerra e di speranza come del resto è intriso tutto il nostro territorio purtroppo.

Comunque, per coloro che vorranno venire a trovarci, ci tengo a dire che potranno incontrare pace e serenità, magari sedendosi su antichi scalini da cui assaporare le opere d’arte più varie, tra le quali oggi spiccano le tre opere di Alan. Peraltro Marcena offre lunghe passeggiate fra gli olivi e magari anche voci di bambini che corrono ancora liberi per il paese, o di uomini che si rilassano ai tavolini del circolo facendo una partita a briscola o tre sette. Qui non c’è niente di scontato e la nostra voglia di aprire porte e finestre al mondo lo dimostra, cercando scambi di parole, pensieri, esperienza e conoscenza. –

Ecco qua, tre opere d’arte e un personaggio ombroso ma con un grande cuore che si fondono in un ambiente pronto all’accoglienza e alla tanta voglia di dare e avere opportunità.

Grazie di cuore ad Alan e a Marcena che lo ospita, e nella fattispecie Sabina Bruni

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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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