A Castel San Niccolò le tradizioni si uniscono alla magia del bosco. Appuntamento domenica 11 settembre.
Il bosco abbraccia da sempre il Casentino. Motivo di ispirazione spirituale e artistica, scrigno di biodiversità, culla di immaginari, luogo di lavoro, rappresenta l’elemento più rappresentativo e prezioso di questo territorio. La rassegna “Boschi sonori” promossa dall’Ecomuseo del Casentino si conclude con l’ultimo appuntamento della stagione, “Segnali di fumo”, un’escursione sulle tracce dell’ “uomo nero” alla riscoperta di alcuni antichi manufatti e competenze che resistono al tempo. Il ritrovo è alle ore 16.00 presso l’Ecomuseo del Carbonaio di Cetica, comune di Castel San Niccolò. Al termine dell’escursione, alle ore 18,00, il gruppo sarà accolto da canti e musiche della tradizione con l’associazione “La Leggera” intorno alla carbonaia fumante. A seguire degustazione di prodotti locali a cura della Pro Loco I Tre Confini di Cetica al costo di 10 euro.
Per prendere parte all’escursione e alla degustazione è necessaria la prenotazione alla Coop In Quiete tramite mail ainfo@cooperativainquiete.it o 371 4231325 (solo whatsapp). Partecipazione libera e gratuita al resto del programma.
“Quella dei carbonai è un’attività che sta scomparendo in tutto il Paese, si può dire che ormai sia in via d’estinzione. Un mondo complesso e antichissimo fatto di conoscenze e competenze rischia di svanire per sempre. E’ grazie ad iniziative come questa promossa dall’Ecomuseo che si possono continuare ad alimentare interessi e conoscenze per il futuro. Lo stesso lavoro in corso realizzato nell’ambito del progetto “Atlante del Patrimonio Immateriale del Casentino e della Valtiberina”, inserito nella Strategia Nazionale per le Aree Interne – ha dichiarato la presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino Eleonora Ducci – mira proprio a cercare occasioni e strategie per la salvaguardia di queste espressioni culturali attraverso anche momenti di condivisione e convivialità oltre che di documentazione e ricerca.
“L’iniziativa – aggiunge il coordinatore dell’Ecomuseo del Casentino Andrea Rossi– rappresenta uno dei momenti salienti dell’Ecomuseo del Carbonaio di Cetica, antenna dell’Ecomuseo- che nasce dalla necessità di conservare la memoria di un’attività strettamente correlata al manto boschivo ed alle sue risorse. Praticati anche in ambiti territoriali molto distanti dal Casentino, i lavori del taglio della legna e della cottura del carbone, costituirono importanti occupazioni per molte comunità montane della valle fino alla metà del XX secolo. Le particolari tecniche, trasmesse di generazione in generazione, sono ancora messe in pratica, per lo più a scopo didattico-dimostrativo, in alcuni paesi del Pratomagno come Cetica. Il complesso universo della cultura del carbonaio, della vita solitaria alla macchia, con i suoi atteggiamenti e modi di vita arcaici e quasi antagonisti al mondo civile, sono invece tramontati inesorabilmente. L’Ecomuseo del Carbonaio si propone quindi come laboratorio attivo della storia, come momento nel quale insieme allo studio e alla conservazione dei saperi, dei racconti delle esperienze di vita di ieri, si sperimenta anche un nuovo modo di interagire con la società e l’ambiente attuale”.