Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera firmata
Gentile Direttore,
mi permetto di attirare la sua attenzione su di una questione che recentemente coinvolge la mia famiglia e in particolare mio figlio e decine di altre studentesse e studenti del Casentino.
Il nostro ben amato trenino.
Voglio essere concreto, propositivo e il meno possibile polemico, in poche parole vorrei non solo delle risposte ma delle soluzioni. Sono felice che la storica tratta finalmente metta in corsa dei vagoni nuovi, confortevoli e belli, sono felice che siano stati investiti quasi un milione di euro sulla sicurezza, ma sono amareggiato ed arrabbiato quando mi trovo a consultare un orario che non solo è incoerente e sommario, fotocopia degli orari degli anni precedenti, altrettanto inspiegabili e quasi offensivi per l’intelligenza umana. Mi rivolgo a lei perché la seguo nella sua professione di giornalista e la ritengo persona sensibile alle questioni del territorio e della sua gente.
Andando subito al cuore del problema, evitando una retorica che ben si assocerebbe al tema, ma che rischierebbe di orientare una risposta altrettanto enfatica e poco costruttiva, le chiedo: Ma chi fa l’orario del trenino del Casentino? Lei potrebbe rispondermi: Perché? Io le dico per esclusione, sicuramente qualcuno che non ha mai preso il treno né per lavoro, né per studio. Le nostre studentesse e i nostri studenti nelle buie e fredde mattine casentinesi partono da Stia alle ore 6 e 51, giungendo nel capoluogo alle ore 7 e 55. Tutte le scuole Secondarie di Secondo grado, le superiori per intenderci, iniziano le lezioni alle 8 e 20. Fin qui ci può stare, una sana contaminazione cittadina può anche formare il carattere delle giovani generazioni casentinesi, relazioni, contatti, risate e i primi amori nascenti. Ma come si può concepire un orario di partenza da Arezzo alle ore 12 e 18 quando tutte le scuole suonano la campanella alle ore 12 e 20? Le di cui sopra citate giovani generazioni, ancora bivaccheranno per la città fino alle ore 13 e 15, giungendo nel mio caso a Stia un’ora dopo, alle 14 e 15. Ma lei pensa che la fantasia degli orari sia finita? No! Perché le uscite alla quinta ora, cioè alle 13 e 20 non riusciranno a viaggiare a ritroso nel tempo così velocemente da prendere quello delle 13 e 15, forse correndo e dopo un’autorizzazione all’uscita anticipata probabilmente ce la possono fare, ma a quale prezzo? Sicuramente rinunciando ad un diritto fondamentale cioè pari trattamento nella formazione scolastica rispetto a chi permane in classe fino all’orario normale, poi correndo velocemente per le vie di Arezzo per non perdere il simpatico Elfo che si avvia per la lontana e nebbiosa Valle. Se poi l’autorizzazione dovesse venir meno o peggio le giovani generazioni di atlete e corridori, dovesse perdere la corsa, giungerebbero a Stia alle 14 e 55.
Ecco spiegato il nostro problema, mi permetto così di condividere il disagio di chi viaggia da e per la città da anni in Casentino. Volendo calcare la mano potrei dirle che non vanno meglio gli incastri con le partenze verso la capitale, dove il margine previsto, troppo risicato, impedisce a chiunque realista viaggiatore di rischiare di perdere il Freccia Rossa. Così prima di chiudere vorrei parlare direttamente ai signori di TFT, al suo Direttore, a tutti i rappresentanti locali che da anni siedono nel Consiglio di Amministrazione, a chi si candida ad una carica politica, locale o nazionale: Ma voi lo avete mai preso il treno del Casentino? E intendo non solo per farvi le foto, ma per viaggiare da pendolari. Eppure non mi capacito di pensare dove stia la difficoltà. Però le posso sicuramente dire che questo treno vive grazie alle risorse che noi cittadini versiamo nelle nostre addizionali IRPEF e negli abbonamenti, quello da Stia vale ben 429 € scontato di bonus dello stato e di riduzione ISEE. Quindi io pretendo rispetto, risposte e soluzioni. Perché vedete il danno non è solo il disagio di partire all’alba, di stare un’ora in treno e di tornare tardi a casa, ma tutto si ripercuote sul rendimento scolastico, sulla vita sportiva e associativa delle generazioni che studiano ad Arezzo, insomma un danno biologico di forte impatto che condiziona il bene primario che chiunque cita quando parla di Casentino, le giovani generazioni.
Purtroppo chi studia in loco non è sollevato dagli stessi problemi di orario e vi aggiungo con certezza, che questi molto spesso fanno una scelta di studi condizionati dalla gravosa incoerenza degli orari per raggiungere l’offerta formativa più ampia disponibile ad Arezzo. Tradotto significa rischio di dispersione scolastica per scelte di indirizzo di studi non coerente, per chi rimane in Casentino e sfinimento fisico e mentale per i transumanti verso Arezzo, con calo di rendimento scolastico rispetto a chi vive ad Arezzo.
Per chiudere, in attesa di una soluzione, anticipo a tutti i lettori che chi scrive non è così sprovveduto da pensare che basti una simpatica letterina al giornale per muovere qualcosa, perché il disagio è stato condiviso con molte altre famiglie casentinesi e insieme stiamo valutando gli strumenti che abbiamo a disposizione, cioè un’azione collettiva legale condotta per valutare quanto pesi il danno biologico verso le nostre figlie e i nostri figli per il disagio subito dagli orari assurdi, dalla penalizzazione di ore sottratte all’esercizio del diritto allo studio e per le decine di casi di abbandono scolastico che colpisce il nostro territorio legato al condizionamento delle scelte di indirizzo scolastico.
Da ultimo esiste un danno economico, perché sono proprio i nostri abbonamenti le vere entrate economiche della linea ferroviaria e siamo noi i veri azionisti, pertanto pretendiamo immediate soluzioni. Con stima ed amichevole rispetto.
Lettera firmata