Amar è nato qui in Casentino nel 1996, dopo che suo padre si era trasferito in Italia dall’India molti anni prima, facendosi poi raggiungere dalla moglie.
Amar abita prima a Soci, poi a Bibbiena dove frequenta tutte le scuole. Oggi è un brillante studente di Ingegneria Energetica a Bologna.
Il suo nome porta in sé un bel significato che è quello di “devoto”. E quando lo osserviamo in mezzo al campo, accerchiato da tanti bambini gioiosi, si capisce subito il destino contenuto nel suo nome: devoto a questa piccola grande missione di allenatore di calcio e di vita.
Gentile, sorridente, accogliente, Amar sa conquistare la fiducia dei suoi piccoli giocatori in erba.
“Lo sport mette in relazione le culture, accomuna tutti quanti, dietro ad un pallone siamo tutti uguali. Ecco perché mi piace il calcio e ancora di più poter fare l’allenatore. Sul campo si gioca la vita con divertimento e rispetto del prossimo”, con queste parole Amar ci racconta un po’ di questo suo sogno che vorrebbe non finisse mai.
Amar continua: “A Bibbiena ho trovato un luogo accogliente, dove i valori umani sono tenuti in grande considerazione, dove i bambini stessi sono curati in modo particolare e dove la loro crescita è vista come obiettivo primario. Qui a Bibbiena ho trovato la mia casa”.
Fidanzato con una ragazza del Corsalone, studente modello e oggi anche allenatore, Amar si distingue in mezzo ai campi di allenamento proprio per quel suo fare gentile e premuroso.
Il suo sogno è anche quello dell’A.C Bibbiena, ovvero crescere bambini capaci di guardare al futuro con occhi nuovi.
Oggi che Amar deve affrontare anche una sfida più grande per la sua vita, gli piace ricordare anche a se stesso: “Sono forte perché ho ricevuto forza dall’ambiente in cui ho avuto la fortuna di trovarmi adesso, sono forte perché questa società sostiene l’essere uomini in tutta la sua bellezza e anche la sua difficoltà”.
Luciano Ristori, Responsabile scuola calcio: “Amar è sempre stato un bambino e poi un ragazzo che si è distinto per la sua gentilezza, disponibilità e ascolto. Anche quando era un ragazzino era capace di mettere d’accordo tutti, stimato e rispettato sia dai compagni che dagli allenatori con i quali è cresciuto. È bello che oggi voglia restituire ai bambini ciò che lui ha ricevuto dal calcio”.