Il 18 settembre, a Marcena, si è tenuta l’inaugurazione delle nuove opere d’Arte Moderna della Mostra di MARCENando, l’Arte camminando.
La manifestazione è ufficialmente iniziata alle ore 16:00, mentre alle ore 16:30 sono state inaugurate le nuove opere d’arte, il percorso Gotye e il campo della memoria.
Fra i vari eventi proposti durante la giornata, è stato effettuato un tour guidato delle opere d’arte esposte.
Barbara Marini e Enrico Ghinassi ci hanno guidato nel tour delle opere e ci hanno raccontato alcuni aneddoti che riguardano la manifestazione.
«L’idea di Marcenando è nata nel periodo Covid per cercare di tenerci impegnati in quei momenti che eravamo costretti a stare in casa e per valorizzare l’amicizia e l’unione della nostra comunità – ci informa Barbara. – Abbiamo pensato di realizzare delle opere da esporre in modo che chiunque venga a Marcena possa ammirarle.»
«Sabina Bruni è una personalità importante nel mondo dell’arte e ci ha aiutato ad organizzare la mostra. Abbiamo chiesto disponibilità ai vari abitanti del paese di darci il permesso di affiggere le opere sui muri, nei campi e in ogni luogo dove sia possibile visionarle in maniera sicura – ci racconta Enrico. – Il museo di Marcena è aperto tutto l’anno e si può contribuire al suo ampliamento inviando nuove opere. Queste devono essere installabili all’aperto e, per non danneggiarsi, devono resistere alle intemperie. Alcuni artisti hanno deciso volontariamente di creare delle opere deteriorabili, in modo che nel tempo possano essere sostituite. Al momento ci stiamo espandendo verso le strade, quindi si consiglia agli artisti interessati a contribuire al progetto di realizzare opere voluminose.»
Durante il tour abbiamo incontrato alcuni degli artisti che hanno partecipato al progetto, fra cui Antonio Coppola, l’autore dell’opera MAUSOLUS.
«Sono venuto a conoscenza di MARCENAndo grazie a Barbara e l’anno scorso ho avuto il grande piacere di partecipare alla prima edizione dell’evento come visitatore. La poetica di regalare un pensiero, un concetto, che è il principio cardine di questa manifestazione, mi ha subito affascinato. Il tema principale di MAUSOLUS sono le morti bianche. L’opera è un monito, un ricordo, che vuole sensibilizzare il pubblico su questo tema. MAUSOLUS mi ha permesso di trasfigurare l’esperienza interiore della perdita di una persona cara attraverso il materiale. L’opera è composta da più di ottanta ruote impilate e legate da bulloni autobloccanti, che sono state sovrapposte in quattro piani più altri quattro piani. Altre quattro ruote sono posizionate in verticale in modo da ricordare la cupola di un mausoleo. Ogni ruota rappresenta una persona ed è decorata attraverso il dripping (lo sgocciolamento) su fondo bianco non solo per senso artistico, ma anche per esaltare l’unicità di ogni soggetto, poiché ognuno ha la sua personalità autentica e irriproducibile che non può essere compresa totalmente dall’esterno. Varie persone hanno contribuito alla sua finale realizzazione donando materiali ed aiutandomi nella sua costruzione, come Silvia, Iulian e Vincenzo.»
Durante la preparazione dell’evento non sono mancati i colpi di scena: infatti pochi giorni prima della manifestazione è stata trafugata un’opera d’arte esposta. L’opera è L’Angelo custode di Valentino Bruschi.
Al suo posto, in accordo con l’artista, era sta inserita una fotografia rappresentativa. Dopo tre giorni dall’affissione della foto, l’angelo è riapparso nel punto dove era svanito. Gli organizzatori, vista l’importanza simbolica della figura angelica, hanno giustamente considerato il ritorno de L’Angelo custode come un segno di buon auspicio per la buona realizzazione dell’evento.