Notre Dame De Paris
Troverete che spesso mi ripeto, ma chi mi conosce sa anche che se mi ripeto vuol dire che quello specifico argomento mi piace e che mi sta particolarmente a cuore, e quando una cosa mi sta a cuore io non la mollo, anzi, continuo ad osservarla, a cercarne i profili, i colori, perfino gli sbagli, ma anche i miglioramenti, e via così.
Sabato dieci e domenica undici dicembre, presso il teatro comunale di Stia, che peraltro è stato rinnovato e tirato bene a lucido, si sono svolte due repliche del musical; Notre – Dame De Paris, riproposto sul palco dalla regista Cinzia Zulato e da tutti i componenti dell’Associazione teatrale “Quinte tra le note”.
Ormai erano tre anni che a causa delle restrizioni del periodo, i nostri attori, i cantanti, i ballerini, i coristi e i musicisti erano rimasti in una sorta di sten by, che non si erano più potuti esprimere tirando fuori quel fuoco che li brucia da dentro e che li rende speciali in qualsiasi disciplina, e forse è stato proprio questo tenersi dentro quel fuoco, tutta quella adrenalina in qualche modo repressa, che ha fatto sì che i nostri ragazzi si esibissero al meglio, con graffiante padronanza del palco e del ruolo che competeva ad ognuno.
Stare in platea a goderne è stato straordinario e anche potersi rendere conto di quanto bisogno avessero queste persone, di tirar fuori, di tirarsi fuori. Sicuramente la stori di Esmeralda e di Quasimodo è una delle più belle e toccanti storie che le nostre orecchie abbiano potuto accarezzare nel tempo, ma credetemi, loro ci hanno messo davvero l’anima per poterla rendere ancora più avvincente e profonda.
Ho sentito voci da brivido, ho ascoltato cuori battere di padronanza, ho visto centinaia di mani rimpicchiare su sé stesse e sprigionare applausi sinceri, e ho visto fazzoletti sgusciare da varie tasche e borsette e andare ad asciugare occhi sinceramente commossi.
Gli ci sono volute ore ed ore di prove a questi ragazzi, di serate tolte in qualche modo alle famiglie, hanno dovuto riallenare le gole sopite dal tempo e hanno dovuto togliere quella ruggine che nel frattempo si era creata a forza di non potersi esibire.
Per tutte queste emozioni, quelle strette di stomaco, i respiri trattenuti e poi lasciati scivolar via piano piano, li voglio ringraziare tutti, uno ad uno. Voglio ringraziare i componenti del coro che formano un qualcosa che va all’unisono e che sembra divenire un’unica voce, i musicisti che accompagnano gli stati d’animo di chi è sopra al palco, ma anche di chi è dietro di loro e cioè il signor pubblico, i ragazzi ai lati del palcoscenico nonché i mitici Gargoyle, che sprigionano figure ambigue ed affascinanti. Ringrazio il signore delle luci che cattura gli attori e ce li restituisce, il ragazzo dei bottoni e della fonica che miscela tutto ciò che è suono e lo pulisce, e lo esalta, il ragazzo delle immagini, che rende il palco più bello insieme a sua cognata, i ballerini che spaziano da interpretare oggetti e pezzi straordinari di natura stessa, come la luna, ad esempio. Le ragazze della danza aerea che sanno essere leggiadre lassù in cima, e quella dei drappi rossi, che faceva magie attorcigliandosi a loro, vorrei ringraziare tutti gli attori e cantanti per aver studiato così tanto da regalarci due puntate di questo Musical straordinario e di averci fatto commuovere con le loro voci e la loro recitazione, ringrazio Beppe che con la sua voce “polverosa” partendo dal fondo della sala, ci ha raccontato di quei due scheletri che verranno rinvenuti dopo due anni nelle segrete dell’antico palazzo e che mette i brividi col suo saper raccontare, mettendoci l’anima dentro.
Ringrazio Marina Cipriani che al sabato sera mi era accanto e che mi ha fatto notare, con la sua meticolosa attenzione, cose e situazioni che avrei trascurato concentrandomi su altre, ringrazio l’abbraccio di Nicole, che non finiva più e anche i suo occhi pieni di pianto, mentre si concedevano ai miei elogi.
Insomma signori, questo Musical ci aggraderà di nuovo a gennaio, allora io vi consiglio, anzi vi supplico di andare a goderne perché ne varrà sicuramente la pena.
E come dice sempre Cinzia Zulato, regista di “Quinte tra le note”; è molto difficile spengere il sole che queste persone hanno dentro!
Ps. Pensate a quanto io sia riuscita a cogliere tanto dello spettacolo, nonostante che avessi il Marioni accanto.
Alla prossima