I nostri super genitori tutti casentinesi
Non si finisce di esser genitori soltanto perché i figli sono adulti
Quando quarantatré anni fa sono nati i sei gemelli di Soci, io ero appena una ragazzina e ricordo che quell’evento mi sembrava il più “ganzo” di tutti. Rammento che dentro di me invidiavo la super mamma, la signora Rosanna Cavigli e insieme a lei il super babbo, il signor Franco Giannini e mi ripetevo continuamente quanto sarebbe stato figo che io la avessi superata mettendone al mondo ben sette di gemellini. Ovviamente appena quindicenne non mi rendevo conto delle difficoltà che possono insorgere avendo un nido così colmo di creature, a quanto tutto, e sottolineo TUTTO sestuplicasse avendo ben sei figli, anche in termini d’amore s’intende.
Più o meno l’ho sempre seguita Rosanna, non soltanto perché è la nostra super mamma, ma perché, essendo una donna intelligente e affascinante, fa sempre piacere seguirla sui social, e quando l’altro giorno ha fatto gli auguri ai suoi ragazzi per i loro quarantatré anni, dedicando ad ognuno una prerogativa importante del loro carattere, ho deciso di contattarla per rendermi ancora più conto che anche se grandi, i figli restano sempre figli.
Ho posto a Rosanna alcune domande utili a capire, a farci rendere conto di quanto il tempo passa, ma che non passa per i sentimenti anzi, per loro si sviluppa giorno dopo giorno sempre un pochino di più.
Sono passati ben quarantatré anni da quando i gemelli sono venuti al mondo, tenendoci tutti col fiato sospeso. Questo tempo è volato o andato a rilento?
-All’inizio il tempo non passava mai e le nottate passate in bianco a causa delle varie malattie tipiche dei neonati prima, e dei bambini dopo, quelle che inevitabilmente si trasmettevano l’un l’altro, erano davvero intense e alcune volte anche pesanti. Rammento che non vedevo l’ora di sgombrare il salotto da tutti quegli aggeggi che servono alla crescita dei bambini, tipo: girelli, seggioloni, carrozzine e dopo zaini, borsoni da calcio, libri e fotocopie del periodo universitario, ma la cosa peggiore si è verificata quando ormai grandicelli tornavano tardi alla sera, e io non riuscivo a dormire perché ne mancava sempre qualcuno.
Poi il tempo terribile della malattia con le sue corse in ospedale e la paura e poi la rinascita dopo il trapianto. Insomma, ci siamo ritrovati ad oggi come se avessimo impiegato soltanto un salto, un immenso salto in avanti. –
Beh, anche se ormai i tuoi figli sono donne e uomini, tu resti comunque la loro mamma, anzi, la loro e la nostra super mamma. Come ti ci senti oggi?
-Oggi mi sento bene direi, perché ho fatto del mio meglio e davvero mettendocela tutta, ovviamente con gli strumenti che avevo a disposizione. A volte mi fermo e io stessa ammiro il miracolo che è stato, e non ritornerei indietro, anche se mi manca la giovinezza. –
Io ti ho ammirato moltissimo in quel tempo perché allora ero una ragazzina e non mi rendevo conto della fatica assoluta che può comportare avere sei figli tutti in una volta…
-Ammetto che la stanchezza è stata tanta ma mai la fatica, perché nella mia impresa familiare, non sono mai stata sola, anzi, non siamo mai stati soli. I miei genitori sono stati determinanti, i miei fratelli, le cognate, gli zii e qualche buon amico, tutti quanti innamorati dei miei bambini che sono sempre stati simpaticissimi peraltro, e poi quella era la mia vita e a me sembrava normale. È adesso che ripensandoci, il tutto non mi appare più tanto normale. –
Se potessi tornare indietro, cambieresti qualcosa nel crescerli o tutto sommato sei fiera del lavoro che hai, che avete fatto?
-Non cambierei niente, magari aggiusterei qualcosa soprattutto nella gestione dei “media”, per i quali sono stata troppo accondiscendente e ho rischiato di farmi “ingoiare” dal sistema, ma per fortuna siamo scappati in tempo.
In questo percorso ho incontrato gente anche bella, ma non tutti purtroppo. Oggi so che quello che ho fatto l’ho fatto con amore assoluto, con le mie risorse umane e personali, ma capisco quanto conti il supporto psicologico che ogni madre dovrebbe avere e che ai miei tempi non esisteva. L’Unico psicologo che mi mandarono, tre giorni prima di partorire, credeva in realtà che io dovessi abortire, invece quando seppe che dovevo mettere al mondo ben sei bambini, scappò a gambe levate e ad oggi non l’ho più rivisto. –
L’altro giorno ho letto in un tuo post le prerogative che riguardano i tuoi ragazzi e ho pensato leggendo, che sei una madre minuziosamente attenta, è vero?
-Oggi posso parlare di loro con tranquillità, hanno quarantatré anni e sono persone per bene con principi sani che io e Franco gli abbiamo trasmesso, poi, ovviamente ci hanno messo del loro, e per fortuna direi! –
Hai dei rimpianti?
-Rimpianti non ne ho, ho solo tanta nostalgia, rimpiango l’energia di cui ero provvista e che ad averla oggi, mi permetterebbe di aiutarli davvero come vorrei. –
-Raccontati a ruota libera…
-Ritengo di essere una donna forte, ho portato in grembo sei cuori più il mio, sei cervelli più il mio, quattordici polmoni, quattordici reni e tutto ciò che compone un essere umano io l’ho formato dentro di me e distribuito alle mie sei creature, ma sono stata anche fragile emotivamente, ho avuto paura e pianto tante volte, ma soprattutto mi sono spesso emozionata, cosa che mi tengo stretta ancora oggi, perché ho tutta l’intenzione di emozionarmi, ancora e ancora!
Grazie Rosanna, grazie di essere una super mamma, e non soltanto per aver messo al mondo ben sei figli in una sola volta…