Ceccarelli risponde a Vagnoli sulla questione della viabilità in Casentino

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A seguito della “lettera aperta” che il Sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli ha scritto al Presidente Eugenio Giani sui problemi di viabilità che da anni affliggono la nostra valle, riceviamo e pubblichiamo la risposta che ci ha inviato Vincenzo Ceccarelli, ex Assessore regionale con delega alle infrastrutture, ex Presidente della Provincia e attuale Capogruppo PD in Consiglio Regionale.

«Caro direttore,

ho letto la lettera aperta del sindaco di Bibbiena rivolta al presidente Giani e all’assessore Baccelli, che apre una riflessione sulla situazione infrastrutturale della vallata e, in questo senso, credo utile fornire un mio contributo, essendomi trovato a lavorare su questo fronte con grande impegno negli scorsi anni, prima da Presidente della Provincia e successivamente da assessore regionale con delega alle infrastrutture. Credo che sia del tutto legittimo che un Sindaco si batta per ottenere soluzione ai problemi infrastrutturali che attengono al territorio, senza porsi limiti. Dirò di più, da Casentinese costretto ogni giorno ad affrontare un passo appenninico per poter svolgere la funzione che mi è stata attribuita dagli elettori, non nego di essere stato attratto dall’idea di un “traforo” che dia alla vallata un collegamento più agevole con la grande viabilità nazionale.  Chi, però, amministra a livello regionale, deve avere una visione più ampia delle priorità e soprattutto misurarsi con il quadro nel quale si trova ad operare, altrimenti si rischia di alimentare nei cittadini aspettative poco realistiche. Basti dire che, per quanto di mia conoscenza, il costo di un traforo del tipo di quello immaginato qualche decina di anni addietro – ammesso che sia tecnicamente fattibile – sarebbe oggi paragonabile alla realizzazione di una parte consistente della terza corsia della più importante arteria regionale, ovvero la Fipili. Con la differenza che sulla quella strada c’è un traffico almeno 100 volte superiore a quello che interessa la nostra vallata. Per immaginare l’ultima opera di quella portata realizzata in Toscana, bisogna richiamare alla mente la recente variante di Valico, nel tratto appenninico dell’A1, o tornare ai lavori per quella che allora si chiamava l’Autostrada del Sole, negli anni ’50. Mi chiedo quindi se sia realistico disperdere energie per un’opera, di cui sento parlare da quando avevo i pantaloni corti  (nelle varie versioni : Consuma, Pratomagno, La Verna), con ogni probabilità destinata a restare nei nostri sogni. Quello che abbiamo cercato di fare nel corso degli scorsi anni è stato progettare e realizzare una serie di interventi per migliorare la viabilità esistente. La Sr 71, negli ultimi 30 anni, è una delle strade su cui si è investito di più in Toscana. L’obiettivo è stato quello della messa in sicurezza, allargando la sede stradale e togliendo i pericolosi incroci a raso, e credo che si siano fatti progressi rilevanti. Quando sarà realizzata anche la variante a nord di Arezzo, per la quale sono in corso gli approfondimenti progettuali, avremo anche la riduzione dei tempi di percorrenza per il collegamento alla viabilità nazionale. E su questa opera, che richiede grandi investimenti, è giusto chiedere l’impegno forte della Regione. Quello che capisco poco, invece, è la richiesta alla Regione di rinunciare alla realizzazione di un’opera che era nel programma di messa in sicurezza di questa arteria fin da qualche decina di anni addietro, con l’intento di eliminare uno dei punti neri nel collegamento tra il Casentino e Arezzo (il tratto del Corsalone è tra i 5 più incidentati della Toscana). Mi dispiacerebbe se la rinuncia a quest’opera fosse la conseguenza dei forti ritardi accumulati in questi anni a causa delle gravi difficoltà sorte dalle problematiche che attengono all’area ex-sacci e che il comune di Bibbiena, purtroppo, non è mai riuscito o non ha voluto risolvere. Ritardi che, peraltro, hanno sortito l’effetto di un consistente aumento dei costi, che la Regione ha deciso di coprire con proprie risorse. Questo sarebbe, a mio avviso, un grave errore perché, oltre a perdere un’opera di viabilità importante per la vallata, si perderebbe anche una grande occasione per rigenerare un’area che oggi rappresenta una ferita aperta e un pericolo gli abitanti di quel territorio, oltre che una opportunità concreta di riqualificazione.»

Vincenzo Ceccarelli

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