Voci dal Casentino: “Quel buon sapore dei lavori antichi e Alessandro, un ragazzo che si è reinventato.”

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Quel buon sapore dei lavori antichi e Alessandro,

un ragazzo che si è reinventato.

Tempo di ascolto dell’articolo 5’57”

Con Alessandro Bargiacchi, ragazzo trentunenne di Stia, ci conosciamo piuttosto bene e in qualche modo abbiamo collaborato per la presentazione di alcuni libri, nelle cui sedi ha portato un po’ della sua buona musica.

È un ragazzo intelligente Alessandro, anche se la sua sensibilità, non gli permette troppo di lasciarsi andare. Io però ho l’occhio lungo per quanto riguardano le sensazioni e i sentimenti ed ho imparato che lui è una valanga di tutti “i sentire” del mondo.

Parlando con lui del più e del meno, sono stata colpita dal fatto che svolge il lavoro del “formaggiaio” e ciò mi ha incuriosito fino a volerne sapere di più, ed eccoci qua che gli ho posto alcune domande, in modo tale che potremmo conoscerlo meglio tutti insieme.

In un mondo in cui i giovani scelgono di fare o non fare determinati lavori, tu infili le mani dentro ai formaggi. Io ti ammiro moltissimo per questo, tu invece ti senti un pochino speciale?

-Non mi sento speciale, almeno non per questo, perché dietro a qualsiasi cosa ci sono sempre altre problematiche che magari non si scorgono nell’immediato, però il lavoro mi piace e ci sto bene, ma se proprio mi devo sentire in qualche modo, mi sento un poco anomalo, insomma, ritengo di non fare il lavoro più comune del mondo ecco. Non so nemmeno come chiamarmi, ma in realtà non sono né casaro né pastore, e quindi non saprei… –

Vuoi raccontarci una tua giornata tipo al lavoro?

-A dire la verità non esiste una giornata tipo perché questa viene concordata di giorno in giorno, il tempo qui è scandito dalla produzione che è la trasformazione dal latte al formaggio, e quindi la giornata è “scelta” unicamente da questo, poi il giorno successivo ci sono le consegne, quelle delle ricotte in special modo e della pulizia del “tutto”. –

Svolgi questo lavoro antico, ma allo stesso tempo attuale. È per scelta o perché non hai trovato altro?

-Non voglio parlare del lavoro che ho svolto a Firenze perché non lo ritengo importante, ma di certo non sono nato per stare seduto dietro ad una scrivania, questo mi succhia energia vitale. Invece l’opportunità di lavoro che ho avuto e che è quello che svolgo adesso mi è arrivata grazie ad un amico. Si tratta di un’occasione che ho preso al volo e oggi posso dire che mi piace davvero molto e che ne sono contento. –

Ti rendi conto di essere una mosca bianca, nel senso che non tutti farebbero il tuo lavoro e comunque, non alla tua età?

-Certamente la reazione di chi scopre il lavoro che svolgo è sempre tra il sorpreso e il basito, visto che comunque sono “tesoriere” di due lauree al mio attivo, ma la natura è la più bella laurea del mondo, ragion per cui non è da ritenere anomalo il lavoro che faccio.

Sono abituato a fare tutto a mio modo per cui non è assolutamente da ritenere anomalo. Mi sono innamorato del mio lavoro, anche se non so se sarà il lavoro della mia vita, ecco! –

Si tratta di un lavoro duro fisicamente?

-È un lavoro duro soprattutto d’estate perché quando si accende il recipiente che contiene ben 400 litri e che bisogna portare ad 80 gradi, beh, in questo caso la stanza diventa davvero una sauna, e in più io sono uno che non avverte il freddo, come tu sai bene. Comunque quel caldo incredibile lo preferisco di gran lunga all’aria condizionata, quella proprio non la reggo.

Devo dire che nel mio lavoro m’impegno davvero molto, ma la testa rimane abbastanza libera mentre esercito, e quindi posso pensare anche ad altri miei amori, come la mia musica e il teatro ad esempio, il che mica è poco!? –

Pensi mai che possa rimanere veramente il lavoro della tua vita, visto che ami stare all’aria aperta?

-Mai dire mai, ma il lavoro della mia vita spero di costruirmelo piano piano nel tempo, tanto non c’è nessuna fretta. –

Raccontati a ruota libera

-Ammetto che ultimamente mi sto ponendo tante domande e il Casentino mi resta un poco strettino per avere le risposte di cui ho bisogno. Io non ho mai fatto parte di grossi gruppi e se ne ho fatto parte, qualche volta mi sono risultati veramente dolorosi.

Per il momento però voglio stare a guardare dove arrivo qui nella mia valle, vorrei vedere anche dove posso arrivare con la musica e il teatro che faccio, poi non so…

Ritengo altresì che quando non si sta bene in un posto, sia intelligente cambiare, in fondo io ho visto troppo poco per dire che è qui che vorrei stare definitivamente, in fondo il mondo è grande ed io vorrei conoscerne ancora qualche altra parte. Poi vedremo! –

Eccolo qua un altro ragazzo casentinese di cui amo parlare, un giovane che secondo me potrebbe essere da esempio per tutti quei ragazzi che non accolgono determinati lavori perché altrimenti sarebbero impegnati nei fine settimana o che so io, ed è qui che invece arriva lui e rompe le righe del “solito” e non solo prende al volo di fare il “formaggiaio”, ma ci ricava pure un sacco di soddisfazioni.

Grazie Alessandro, felice di averti conosciuto di più!

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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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