Tra le prime donne marmiste alla Fabbrica di San Pietro da 600 anni
“Ultimamente erano successe tante di quelle cose strane che Alice aveva cominciato a credere che di impossibile non ci fosse quasi più nulla.”
Anche il Casentino ha la sua Alice, quella che pensa che niente sia impossibile. Lei si chiama Alice Fantoni, 22 anni, un sorriso di marmo scolpito, due occhi verdi come i ruscelletti del Casentino e soprattutto una bella intelligenza che arriva dalle mani.
Lei è una scultrice, scalpellina e marmista che oggi sta finendo i nove mesi all’interno della prestigiosissima scuola delle Arti e dei Mestieri della Fabbrica di San Pietro in Vaticano. Alice è tra i sei studenti selezionati – all’interno di un gruppo di 20 – per beneficiare di questa opportunità di tirocinio unica al mondo.
Ma c’è di più: dopo il 1500 a San Pietro non ci sono più state donne marmiste e la nostra Alice delle meraviglie è tra le poche donne a fare questo mestiere all’interno del contesto di San Pietro, dopo 600 lunghissimi anni. Ecco perché i docenti della scuola l’hanno portata con loro a una trasmissione della tv vaticana Tv 2000 per una sua personale testimonianza. La nostra scultrice interviene, sempre sotto la supervisione dei maestri della scuola, su tutto il materiale lapideo di San Pietro e lo fa con martello e scalpello a stretto contatto delle sue guide come un tempo facevano i ragazzi di bottega. I grandissimi, gli artisti XXL per capirsi, che hanno lavorato in modo diverso alla realizzazione della Basilica papale di San Pietro, la più grande di tutte le chiese della cristianità nel mondo, l’opera più famosa dell’architettura rinascimentale sono coloro che hanno forgiato o lavorato o progettato ciò che Alice oggi restaura, riprende tra le mani. Pensare a questo mette i brividi.
Questo viaggio nel Paese delle Meraviglie, è iniziato per lei all’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Alice lo racconta come se dovesse raccontare un sogno: “Uno dei docenti che avevo al Liceo artistico e con il quale sono sempre rimasta in contatto, colui che non ha mai smesso di credere in me, Vladimiro Andidero, mi ha mandato un articolo in cui si parlava di questa scuola professionale in Vaticano. Spinta dal suo entusiasmo ho fatto richiesta, poi successivamente l’esame di ammissione e la selezione che mi hanno portato a vivere questa esperienza unica”.
Quando penso ai giovani penso alla super potenza che ho trovato in Alice e penso a quanto questa super potenza troppo spesso venga sacrificata sopra diversi altari che si chiamano talvolta aspettative altrui, altre volte sfiducia o pregiudizio.
Abbiamo un bisogno vitale di giovani che sanno trovarsi un racconto diverso della propria vita, magari come quello che ci porta la marmista scalpellina di Poppi dicendo: “Ai giovani come me o più piccoli di me posso dire una cosa semplice ma non banale: credi nei tuoi sogni. Soprattutto se i ragazzi e le ragazze di oggi esprimono la loro volontà di impegnarsi nell’arte o nell’artigianato artistico si sentiranno dire cose come “Ma cosa pensi di fare? Non vedi che il mondo va da un’altra parte? Trovati un lavoro più semplice, un lavoro normale”. Io invece dico loro di non accontentarsi, di fare quello che il cuore impone e di non sprecare il proprio talento una volta che si è scoperto e si ha tra le mani o nella testa. Dico loro di osare, perché nessuno ci renderà indietro nulla di ciò che abbiamo perso per ascoltare chi ci vuole “normalizzare” o sacrificare a percorsi che non ci appartengono. Io dico loro, sbagliate da soli. Il fallimento esiste, ma solo per gli altri, perché per me sono solo cadute dalle quali posso rialzarmi se sono stata capace di credere abbastanza in me stessa. Non ho avuto un percorso facile, soprattutto quando ero più piccola e non sempre gli insegnanti delle scuole di ordine inferiore hanno visto la mia luce. Ma non ho mollato un secondo anche grazie ai miei genitori. Sono o no una scalpellina? Tante volte mi sono rotta in tanti pezzi, ma poi li ho restaurati. Dico ancora ai giovanissimi di credere nei propri talenti con umiltà e duro lavoro. La vita è una grande opportunità, perché dovremmo realizzare i sogni degli altri?”.
Tiziano Terzani ci ha lanciato un messaggio che ritrovo intatto in purezza nelle parole di questa straordinaria creatura, ovvero che non possiamo continuare a insegnare ai nostri giovani ad adattarsi, a “normalizzarsi”. Dobbiamo al contrario insegnare loro a desiderare altro, a far germogliare dentro il cuore il senso dell’utopia che lungi dall’essere qualcosa che non esiste, è il desiderio di cambiare le cose, di non accontentarsi. Io credo che la parola ribelle sia una parola epocale, nel senso che si adatta alle epoche. In sostanza credo che oggi questa parola ci induca a credere che essere ribelli in questo momento storico significhi cercare di rimanere fedeli al nostro essere, alla nostra essenza, alle nostre aspirazioni, in una parola alla nostra unicità. E’ tempo di essere ribelli in questo modo e Alice ha già capito che ogni paese delle meraviglie è quello che costruiamo per noi nel futuro.
La nostra scalpellina marmista però non finisce di stupirmi. Alice sogna di poter lavorare all’Accademia all’Opera del Duomo di Firenze per poi tornare in Casentino per realizzare un altro sogno nel cassetto per il quale si è fatta piccola, piccola e grande grande senza nessuna magia ma solo con la forza del suo animo: aprire uno studio da scultrice, scalpellina e marmista.
Ecco le sue parole incise sulla pietra del cuore: “Voglio recuperare nella valle dove sono nata la tradizione della pietra e mettermi al servizio del bello e delle persone”.
Alice è un’artista completa perché sta studiando e si applica in molte discipline artistiche tra pittura, scultura, musica e anche fotografia. Questa immagine di donna con lo scalpello e il martello mi ha fatto partire per un lungo viaggio dentro me stessa, dentro le mie idee, costruite nel tempo, a cui questa piccola grande creatura della mia terra, ha saputo dare un volto e uno spirito. Ho ragione di pensare che le donne del domani avranno il suo volto. Almeno me lo auguro. Per chi volesse vedere come lavora Alice consiglio il suo profilo Instagram: @arti.ali_01
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