Padre Giovanni Serrotti (86 anni) e Padre Giuseppe Serrotti (91 anni): «Noi non ce ne andiamo, abbiamo ancora tanto da dare»
Bibbiena (AR) – Con piglio deciso e grande lucidità i padri Giovanni e Giuseppe Serrotti hanno ribadito che loro non vogliono andarsene dal quella che è la loro casa: il Santuario di Santa Maria del Sasso. La notizia del loro allontanamento dal Santuario per essere trasferiti in una casa di riposo ha avuto molto clamore mediatico e dalle cronache locali è arrivata fino alla redazione de La Vita in diretta che ha realizzato un servizio sulla vicenda andato in onda su RAI Uno nella giornata di ieri. Alle telecamere de La vita in diretta i due frati hanno ribadito e spiegato le loro motivazioni: «Stiamo bene, siamo lucidi e in salute. Abbiamo ancora molto da dare alla comunità e non vogliamo finire in una specie di infermeria che è l’anticamera della fine».
La vicenda
Tutto è iniziato quando l’Ordine domenicano a cui appartengono i due frati ha comunicato loro la decisione si trasferirli nella casa di riposo di Fiesole, una consuetudine – anzi una regola – che appartiene al loro ordine e che i due religiosi hanno sottoscritto facendo voto di obbedienza. Il problema, però, è che padre Giuseppe e padre Giovanni non hanno nessuna intenzione di andare in pensione perché si sentono in forze, sono autosufficienti e, cosa più importante, hanno ancora molto da dare alla comunità. Lì, a Santa Maria del Sasso, sono nati (erano figli dei casai che curavano il Santuario) e lì vorrebbero terminare i loro giorni. Giorni che, a dire il vero, sembrerebbero ancora tanti visto la stato di salute dei due religiosi. Padre Giovanni lo conferma con la verve di quando fu uno dei primi telegiornalisti con la tonaca e dirigeva Tele San Domenico: «Stiamo benissimo e siamo in grado ancora di svolgere le nostre funzioni, mio fratello (Giuseppe, 91 anni) ha un piccolo problema alla gamba, ma per il resto è ancora in ottima salute, non vedo perché dovremmo andarcene. Se proprio dobbiamo andare via devono venire a prenderci, questo ho detto ai nostri superiori». E neanche pretendono di restare a capo del santuario i due padri, è già arrivato a Santa Maria del Sasso un loro superiore e due frati pakistani molto più giovani. Si accontenterebbero di poter restare nella loro casa finché la salute glielo consente, finché sono autosufficienti come lo sono ora; finché, dicono loro, possono essere d’aiuto e non gravare su nessuno. Un’intera comunità di fedeli, nel frattempo, si è ribellata a questa decisione dell’Ordine domenicano a cui appartengono i due frati, sottoscrivendo una petizione in loro favore che ha raccolto più di 1000 firme. E in loro favore si è esposto anche il Sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli insieme alla sua Giunta: «Siamo assolutamente d’accordo con tutti quei cittadini che hanno sottoscritto la petizione per scongiurare questo trasferimento. Come amministratori siamo inoltre vicini e solidali con i cari padri Giovanni e Giuseppe. Riteniamo che sia giusto ascoltare e accogliere le loro volontà, soprattutto alla luce delle tantissime cose che hanno fatto per il nostro territorio e per i nostri cittadini e per quello che ancora rappresentano per tutti noi, per la comunità di Bibbiena e per l’intero Casentino».
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