Freschi&Vangelisti e Federparchi uniti per la tutela delle faggete del Falterona

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Denise Vangelisti e StefanoFreschi

Un nuovo modello di imprenditoria etica


 I vertici dell’azienda: “Onorati di sostenere un progetto che intende sostenere la crescita felice dei faggi del Falterona la cui bellezza e cui benefici vogliamo arrivino intatti nel futuro”. Federparchi: “tutela della biodiversità è anche sviluppo sostenibile per le comunità delle aree protette”

L’azienda Freschi&Vangelisti ha firmato un accordo con Federparchi per realizzare, insieme all’associazione che raccoglie tutte le aree protette italiane, il progetto “Istituzione di un regime di tutela per la foresta di faggio di Monte Falterona, alle Sorgenti dell’Arno”.

In sostanza, attraverso il progetto, Federparchi ha definito l’istruttoria che ha come scopo l’istituzione del regime di protezione totale di una porzione di 30 ettari  di foresta di faggio nella zona di Capo d’Arno, dove nasce il terzo fiume d’Italia nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, l’ente parco ha contribuito al progetto individuando e rendendo disponibile la  superficie.

Denise e Stefano, al timone dell’azienda casentinese spiegano: “Siamo consapevoli che ogni attività umana ha un’impronta sugli ecosistemi che ci circondano. Ma quello che abbiamo deciso di fare non è una banale o discutibile azione di pareggio o compensazione, ma un gesto concreto di tutela della porzione di una faggeta che si trova in un luogo iconico dell’area protetta, con la speranza che questa faggeta possa diventare grande e fiorente. Quello che stiamo facendo, in poche parole, non è finanziare un progetto “green” altrui senza cambiare il nostro sistema produttivo interno, ma un valorizzare una politica aziendale che, con le sette certificazioni ottenute, cerca di produrre in modo etico e sostenibile. Le attività economiche sono collegate non solo alla quantità di CO2 in atmosfera, ma anche alla conservazione degli ecosistemi, alla quantità di acqua e altri elementi essenziali per la vita sul nostro pianeta. La perdita di biodiversità e di alcuni ecosistemi non può essere un pareggio di conti. Da qui la nostra volontà di agire e di farlo in una logica di prossimità, ovvero nell’ambiente che viviamo ogni giorno”. 

Denise e Stefano continuano: “Le antiche Faggete del nostro Parco sono già Patrimonio dell’Umanità UNESCO e sono, come abbiamo potuto approfondire, un libro di preistoria vivente poiché si sono diffusi sul nostro pianeta alla fine dell’ultima era glaciale. Ci sentiamo in dovere di dare un’opportunità a questi boschi, di farli crescere ancora perché rappresentano il legame dell’essere umano con il Pianeta. Siamo onorati e felice di avere questa grande opportunità di dare un piccolo contributo affinchè le generazioni future possano godere ancora di tanta bellezzaQuesti faggi ci hanno ispirato anche per nuovi percorsi creativi, di cui ci faremo promotori come famiglia. In fondo il faggio è simbolo di conoscenza, ma anche di sviluppo interiore e crediamo che chi lavora su cose effimere come facciamo noi, abbiamo il dovere morale di sostenere percorsi etici e solidali per far crescere e sviluppare anche la propria comunità di appartenenza. Come i semi dei faggi rappresentano i doni che fa di sé al mondo che lo circonda, anche in termini spirituali, noi ci facciamo seme per il nostro territorio che amiamo e vogliamo rispettare. Ringraziamo il Presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e di Federparchi Luca Santini per averci sostenuto e affiancato in questo progetto”.

Grande soddisfazione per l’iniziativa espressa dal presidente di Federparchi, nonché presidente del parco nazionale delle Foreste Casentinesi Luca Santini che commenta: “Il Parco nazionale è un eccellenza mondiale in termini di tutela della biodiversità forestale e il progetto con Freschi&Vangelisti aggiunge un tassello a dimostrazione di quanto sia importante la cooperazione con tutti i soggetti presenti nel territorio e nelle aree limitrofe. La tutela della biodiversità è ormai un valore aggiunto non solo per la conservazione, ma anche per lo sviluppo sostenibile e il benessere delle comunità. Questo progetto è anche un segnale di attenzione verso la biodiversità vegetale che costituisce oltre il 90% della biomassa vivente del pianeta e che spesso viene messa in secondo piano. E invece dalle foreste ci arriva ossigeno, benessere psico-fisico, acqua purissima e tante attività produttive compatibili con i preziosi ecosistemi che le caratterizzano.

Il progetto interessa una Foresta di Faggio di 30 ettari, collocati in una area di particolare interesse naturalistico e ambientale la cui superficie ricade nel Comune di Pratovecchio Stia, già di proprietà dell’Ente Parco. Nell’area non verrà effettuata alcuna forma di sfruttamento forestale in quanto destinata ad incrementare la quantità di biomassa forestale  così da assorbire e stoccare per decenni importantissime quantità di carbonio.

La foresta garantisce, inoltre,   servizi ecosistemici fondamentali essendo un tipo di habitat di grande valore, ideale per molte specie, e che  assicura il ciclo dell’acqua purissima alla sorgente dell’Arno, e offre un ambiente  eccellente e salutare per i visitatori. La Foresta ricade  nella Zona Speciale di Conservazione denominata IT5180002 “Foreste dell’Alto Bacino dell’Arno” della Rete europea Natura 2000.

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