Una classe di Firenze in gita a Stia

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L'autrice Paola Fabiani

Tutti i casentinesi, nel loro percorso scolastico, sono saliti su un pullman o un autobus per essere portati in gita a Firenze. Volenti o nolenti, i bambini o al più gli adolescenti hanno trascorso la mattina e il pomeriggio tra Ponte Vecchio, la cupola del Brunelleschi e gli Uffizi pur sapendo che avrebbero avuto innumerevoli altre occasioni nella loro vita per vedere la città dove nacque Dante Alighieri.

Ben più raro è il percorso opposto: non tutti i fiorentini, soprattutto tra le nuove generazioni, conoscono la valle dove nasce l’Arno e in generale la provincia di Arezzo. Soltanto in pochi hanno visitato i comuni del Casentino, e principalmente perché i genitori o i nonni sono originari della zona. Nell’Istituto alberghiero Buontalenti, situato nel quartiere dell’Isolotto, è da tempo insegnante il professor Paolo Innocenti.  Il docente, che proviene da Stia, con il pieno supporto della dirigente scolastica Maria Francesca Cellai, è solito organizzare ogni anno una giornata formativa nel suo paese, e dal 2023 mi ha personalmente coinvolto nel progetto invitandomi in classe a descrivere la destinazione del viaggio, con attenzione particolare alla storia locale, alle principali attrattive turistiche e ai prodotti alimentari tipici.

A inizio febbraio, in un ordinario giovedì mattina di lezione, ho conosciuto  i ragazzi della prima P, che si sono rivelati attenti, disciplinati e partecipi durante la presentazione in cui gli alunni, tra i 14 e i 15 anni di età, mi hanno rivolto anche alcune gradite domande d’approfondimento. In particolare gli studenti sono rimasti colpiti dalla barbarie della strage nazifascista di Vallucciole del 13 Aprile 1944, di cui non avevano mai sentito parlare.

Il prof. Innocenti ha accompagnato gli allievi a Stia il 12 del mese scorso, e durante la mattinata ha incontrato con loro il sindaco Nicolò Caleri al Palagio Fiorentino.

Successivamente, in Piazza Tanucci, Donatella Fani, in qualità di storica maestra del paese e come presidentessa dell’associazione Rione Antico, ha illustrato il centro storico raccontando un’epoca dove piccole botteghe e negozi erano ben più numerosi e tra i borghi, oggi molto quieti, tante voci interrompevano il silenzio. A tal proposito, Paolo e Donatella hanno mostrato alla classe la porta, ormai chiusa definitivamente dai primi anni 2000, del fu “bar Savelli” che rappresentava un centro di aggregazione dall’atmosfera autentica e non replicabile, di cui si può respirare un assaggio soltanto leggendo un pensiero nostalgico affisso all’ingresso del locale.

Uno dei momenti più apprezzati della gita è stato – e non poteva essere altrimenti – il pranzo a base di specialità culinarie autoctone presso il ristorante “Da Filetto”, che si affaccia nella piazza principale.

I tortelli di patate hanno riscosso un enorme successo collettivo, e non è un caso che spesso, quando si parla del Casentino nel capoluogo toscano, siano frequenti le lodi alla cucina nostrana oltre alle immancabili citazioni del film “il Ciclone” di Leonardo Pieraccioni, girato proprio a Stia oltre che a Poppi.

La prima P si è concessa anche una sosta presso il Parco fluviale “Canto alla Rana”, che in inverno è quasi deserto ma a partire da Giugno è preso d’assalto dai turisti. L’acqua limpida e incontaminata dall’Arno ha affascinato gli allievi, che sono stati incuriositi anche dal “Parco Avventure Adrenalina” posizionato nei pressi del fiume.

Come nell’annata precedente, i giovani dell’istituto Buontalenti sono rimasti piacevolmente impressionati dal territorio di Stia, tanto che alcuni di loro hanno espresso la volontà di rivederlo in estate.

Il primo strumento che abbiamo a disposizione per destare interesse nei confronti di un luogo è parlarne, conferendogli visibilità e incuriosendo chi ascolta. In seconda battuta, è essenziale pianificare una visita dove è opportuno mostrare e far toccare con mano le attrattive su cui  con trasporto emotivo ed enfasi ci siamo soffermati. L’ultima risposta spetterà poi all’ospite, che potrà gradire o meno quanto gli è stato proposto. Il professor Paolo Innocenti può senz’altro essere orgoglioso dei riscontri positivi che sta ottenendo con i suoi progetti a favore della nostra vallata d’origine.

Voglio ringraziare per la cordialità anche i giovani della “1P”, che al termine della presentazione mi hanno salutato dalla finestra dell’istituto gridandomi “Ciao Stia”: quando la simpatia cammina di pari passo con l’educazione, anche l’impegno dello studio risulta meno pesante.

Alberto Marioni con il Prof. Paolo Innocenti

 

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