Patrona dal 1958 della televisione e delle telecomunicazioni
Chiara d’Assisi, della nobile famiglia degli Offreducci (Assisi, 16 luglio 1194 – 11 agosto 1253) è stata una collaboratrice di San Francesco e fondatrice dell’ordine delle Clarisse: fu canonizzata nel 1255 da Alessandro IV nella cattedrale di Anagni due anni dopo la sua morte. Conquistata dall’esempio di Francesco, la giovane Chiara, la sera della Domenica delle Palme del 1211 o 1212, fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola; il Santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S. Paolo, a Bastia Umbra. La sua vita è stata caratterizzata da una profonda fede, un amore ardente per Dio e un impegno radicale per la povertà evangelica. La spiritualità di Santa Chiara era caratterizzata da un profondo amore per Cristo e da una devozione speciale all’Eucaristia. La sua presenza nella chiesa di San Damiano, nei pressi di Assisi, dove si ritirò con le sue compagne, era pervasa da una profonda comunione con Dio e da una passione per la contemplazione. Santa Chiara è la prima donna nella storia della Chiesa ad aver scritto una regola per altre donne; regola che fu approvata dal Papa nel 1253, due giorni prima della sua morte. Il 17 febbraio 1958, Chiara è stata dichiarata da Pio XII santa patrona della televisione e delle telecomunicazioni: secondo la tradizione, infatti, il giorno di Natale, nella messa servita da Francesco, Chiara non era presente perché costretta a letto a causa della sua infermità ma ebbe una visione e, al momento della comunione, le apparve un angelo che le diede la possibilità di comunicarsi. L’iconografia presenta Chiara con l’attributo dell’ostensorio che rimanda all’episodio più noto della sua vita: quando Assisi venne minacciata dall’esercito dell’imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche i saraceni, la santa nonostante fosse ammalata, si fece condurre alle mura della città con in mano la pisside, contenente il Santissimo Sacramento, riuscendo così a mettere in fuga gli assalitori. Nella chiesa di Certomondo (Poppi) dedicata alla S.S. Annunziata e a San Giovanni Battista si trova una tela che raffigura la santa con altri personaggi legati all’Ordine Francescano: san Diego d’Alcalà, il primo dei fratelli francescani canonizzato da Sisto V e il beato Torello da Poppi (l’appartenenza del Beato Torello all’Ordine Francescano o Vallombrosano è stata oggetto di lunghe discussioni). La scena è impostata presso un altare dove, come narra la leggenda, si era verificato il miracolo della Comunione mistica; l’ambiente sacro e il verificarsi del miracolo, è svelato dal tendaggio che si apre sulla sinistra dove trova posto anche la possente figura seminginocchiata dell’angelo messaggero con il baculo viatorio e le ali dispiegate dal volo. La santa è raffigurata con l’ostensorio, oggetto eucaristico per antonomasia, che rimanda al miracolo della cacciata dei saraceni da Assisi. La foggia della veste di Santa Chiara riflette quella della Regola per l’Ordo Sanctae Clarae scritta da papa Urbano IV nel 1263. Su base stilistica, l’opera è stata attribuita ad un artista della bottega di Pier Dandini; la raffinata composizione di matrice classicista, è considerata ascrivibile al catalogo delle opere di Andrea Righi, un allievo di Pier Dandini che occupò una posizione marginale tra i collaboratori dandiniani.