Pratovecchio Stia, al via il museo della comunità nei locali della stazione ferroviaria

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L’Amministrazione Comunale di Pratovecchio Stia ha siglato in questi giorni con LFI un accordo per la concessione in comodato di alcuni locali della stazione ferroviaria di Stia e dei ruderi di un edificio, adiacente allo scalo stesso, in disuso ormai da molti anni. Su questi due edifici infatti il Comune altocasentinese sta per dare vita ad altrettanti progetti da sviluppare in un prossimo futuro. Si tratta del museo delle comunità di Pratovecchio e Stia, che verrà realizzato in uno degli appartamenti – ormai non più abitati – al primo piano della stazione, e del più ambizioso progetto della scuola Arti e Mestieri che prenderà corpo proprio in quello che oggi è lo scheletro di un capannone che doveva servire come rimessa per i vagoni ferroviari. Come dice il Sindaco Nicolò Caleri, “Abbiamo firmato insieme al presidente di LFI Maurizio Seri la concessione in comodato perché la stessa LFI, appena Seri venne insediato nel ruolo di presidente, approvò un progetto globale di recupero e riutilizzo a fini civici degli edifici delle stazioni, oggi non più utilizzate ed abitate come in passato. Come Amministrazione Comunale abbiamo pensato che in quella zona esattamente a metà dei paesi di Stia e Pratovecchio, a due passi dalla cittadella scolastica dove presto sorgerà anche la nuova scuola materna, nello scalo che sarà alla partenza della pista ciclopedonale dell’Arno, fosse giusto investire per il recupero e la riqualificazione degli immobili ma soprattutto per sviluppare progetti di crescita”. Per adesso LFI ha fatto nell’immobile della stazione un sostanzioso make up, migliorando l’edificio dal punto di vista strutturale ed estetico, anche per renderlo più funzionale e idoneo ad una zona in profondo aggiornamento. “Presto anche noi faremo la nostra parte realizzando il museo e iniziando a costruire la scuola arti e mestieri, che sarà un ulteriore polo didattico per tramandare a tutti quelli che lo vorranno le professionalità più in linea col territorio casentinese, le sue emergenze e la sua storia: dunque artigianato in genere, come legno, ferro battuto, tessile, ma anche servizi, energie rinnovabili, e tutto ciò che ruota intorno alla filosofia bio”. Per un’amministrazione a metà mandato lo sviluppo di questa zona è un ulteriore obiettivo da realizzare “Che forse non avremmo potuto porci se non grazie alle possibilità date dalle incentivazioni conseguenti alla fusione. Per questo stiamo investendo molto per cogliere tutti gli aspetti positivi di questo momento”.

Unione dei Comuni Montani del Casentino – Ufficio Stampa

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