(di C.B.)
In merito alla prossima chiusura del “punto nascite” di Bibbiena, abbiamo chiesto una dichiarazione ufficiale a tutti i sindaci del Casentino (quelli della zona socio-sanitaria casentinese). Ecco cosa ci hanno spiegato quei sindaci che hanno avuto la cortesia di risponderci. La dichiarazione di Daniele Bernardini, in realtà, è un comunicato che il sindaco ha inviato a tutti gli organi di stampa. Le dichiarazioni degli altri primi cittadini, invece, sono esclusive per Casentinopiù.
Daniele Bernardini (Bibbiena)
«Da quando ho scelto di fare il sindaco ho messo davanti a tutto una cosa fondamentale: la correttezza. Non essendo un “politico di razza”, non nutrendo mire di potere a lungo periodo, ho il privilegio di poter parlare con una sola lingua, di fare scelte dettate sempre dal buonsenso, di non nascondere nulla ai miei cittadini. Questo certamente mi espone a dei rischi notevoli, ma preferisco prendermi questi piuttosto che prendere in giro qualcuno per una manciata di voti.
I Patti territoriali per la sanità sono un buon esempio di tutto questo. Per me la cosa più semplice sarebbe stata quella di sbandierare ai quattro venti una barricata ad oltranza per la difesa del nostro punto nascita, pur sapendo che lo stesso sarebbe comunque stato chiuso. Un colpo da veri intenditori della politica: consensi facili, alla faccia della gente. Io non sono così e mi rifiuto di esserlo.
Per il lavoro che ho fatto e per la vita che ho alle spalle, so che ciò che paga è la lealtà. Per essere leale con chi mi ha dato per due volte la sua preziosa fiducia non potevo mentire. Se avessi portato avanti la battaglia-messa in scena del punto nascita, oggi avremmo dovuto fare il conto alla rovescia anche per il nostro ospedale. In questo modo abbiamo ottenuto un’assicurazione di lunga vita al nostro presidio e a ciò che è assolutamente necessario per chi abita in montagna, ossia un buon servizio di emergenza-urgenza.
Neppure oggi tutte le donne casentinesi possono partorire a Bibbiena per motivi legati proprio alla sicurezza; al contrario tutte le donne affrontano la gravidanza e lo stesso puerperio qui nella valle. E’ a questi lunghi periodi in cui si ha bisogno di monitoraggio, assistenza adeguata, appoggio io devo garantire servizi efficienti. Con i nuovi Patti Territoriali abbiamo mirato a questo. Da oggi, in modo molto sereno, lavorerò per monitorare affinché tutto ciò che è stato scritto venga fatto e nel modo migliore. Ma non abbasserò la testa per tutte le altre cose, perché forte di una lealtà nei confronti della gente che non ho intenzione di barattare con niente.»
Nicolò Caleri (Pratovecchio-Stia)
«Sin dal momento dell’elezione ho lottato con tutte le mie forze, assieme agli altri sindaci della vallata, per cercare di mantener il punto nascita in Casentino. L’importanza territoriale di tale servizio, rafforzata dall’elevato livello di soddisfazione dell’utenza, così come io stesso ho potuto riscontrare attraverso la nascita dei miei figli, ci ha spinto a sviluppare un approfondito confronto con la ASL, nell’ambito della più ampia tematica del rinnovo dei patti territoriali. Per acquisire i dati necessari a decidere con equilibrio e piena consapevolezza sono stati realizzati numerosi incontri, sia con l’azienda sanitaria e l’assessorato regionale che tra sindaci e assessori di tutta la vallata. Ognuno di noi ha incontrato medici, infermieri, operatori del settore per approfondire i diversi punti di vista e comprendere quali fossero le possibili strade da percorrere. Quando da tutti questi colloqui è emerso con chiarezza che i margini di manovra per tenere aperto il punto nascita erano purtroppo inesistenti, come amministratori ci siamo trovati davanti alla scelta tra continuare a combattere una battaglia ormai persa oppure riorganizzarsi per ottenere la vittoria più importante, quella dell’ampliamento dei servizi e del mantenimento del plesso ospedaliero sul territorio. Come amministratore, ritengo che il mio compito principale sia quello di garantire la miglior risposta possibile ai bisogni, in questo caso sanitari, della popolazione, prendendo anche atto dei mutamenti del nostro contesto sociale e comunitario. Il dato impietoso del numero dei parti, ormai crollati sotto i 200, ci ha obbligato a prendere consapevolezza non solo dell’enorme distanza dai minimi standard normativi , ma anche della difficoltà degli operatori sanitari stessi a garantire i necessari standard qualitativi e soprattutto di sicurezza. E la sicurezza, a maggior ragione in un contesto così delicato come quello della nascita, deve necessariamente avere la prevalenza rispetto a tutto. Visto che i dati fornitici evidenziavano possibili aree di miglioramento del servizio in settori di grande rilevanza, come ad esempio in quello dell’emergenza urgenza, abbiamo quindi posto al centro della revisione dei patti territoriali la nostra volontà di innalzare sia qualitativamente che quantitativamente il complesso dei servizi sanitari dei quali il nostro territorio mostra di aver bisogno. Ritengo che l’accordo emerso dalla discussione possa a pieno titolo definirsi un nuovo punto di partenza per garantire a tutti i casentinesi due risultati essenziali: il mantenimento dell’ospedale di vallata e l’ampliamento dei servizi maggiormente carenti e, in certi casi, assenti. Fare l’amministratore significa assumersi la responsabilità delle scelte che maggiormente possono migliorare le condizioni di vita de cittadini, anche nei casi in cui sarebbe più produttivo in termini di consenso cavalcare l’onda populista di una lotta impossibilitata a produrre risultato. All’improduttività delle urla sguaiate abbiamo preferito la concretezza del lavoro serio e coordinato, che ovviamente dovrà trovare un seguito da parte di tutta la compagine dei sindaci per verificare l’effettiva attuazione delle azioni previste nei nuovi patti. Il lavoro quindi è appena iniziato e se continueremo a preferire il dialogo costruttivo alla polemica improduttiva sono certo che riusciremo a migliorare sempre più l’offerta dei servizi sanitari in Casentino.»
Carlo Toni (Poppi)
«La revisione dei patti territoriali tra l’Azienda USL Toscana Sud/Est e i comuni del Casentino rappresentati dai Sindaci nella conferenza zonale socio sanitaria presieduta dal Sindaco di Bibbiena Daniele Bernardini è partita da una attenta e puntuale analisi dei reali bisogni in campo socio sanitario dei Cittadini Casentinesi attraverso uno studio analitico sullo “stato della salute”redatto da un gruppo di lavoro tecnico/politico composto dai sindaci di Bibbiena, Poppi, Pratovecchio-Stia, dal Presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino nonché Sindaco del comune di Chiusi della Verna, al fine di presentare un nuovo documento da valutare e poi approvare con o senza modifiche in conferenza dei Sindaci e da personale tecnico specializzato dell’Azienda USL, ognuna delle due parti per le rispettive competenze e prerogative e nel massimo rispetto dei ruoli. La proposta, come detto, è stata analizzata e discussa in tutte le sue parti in conferenza dei Sindaci e viste le disponibilità economico/finanziarie e la vigente normativa in materia è stato scelto di rendere operativi quei servizi, in un confronto duro diretto e concreto con l’Azienda USL, prioritari per le esigenze dei Cittadini Casentinesi che detto studio ben evidenzia, con l’obbiettivo principale di mantenere la struttura ospedaliera del Casentino sicura ed efficiente per i prossimi anni. Abbiamo deciso per una maggiore coesione d’intenti e condivisione unitaria delle proposte di uscire pubblicamente con un’unica voce e quindi al Presidente della Conferenza dei Sindaci Bernardini il compito di comunicare le decisioni prese con il pieno appoggio e sostegno degli altri Sindaci. Amministrare significa scegliere, decidere con senso di responsabilità sapendo che non sempre in una trattativa è possibile massimizzare sulle proprie posizioni ma è spesso necessario mediare per trovare un punto di equilibrio. Nel contempo mi corre l’obbligo di ricordare che già nel mese di giugno 2015, nel momento in cui si presentò il problema della chiusura del punto nascita, il Sindaco di Castel San Niccolò era già d’accordo in Conferenza dei Sindaci alla chiusura del punto nascita purché fossero date garanzie sul funzionamento ottimale dei servizi ospedalieri al momento erogati. Questo è poi nei fatti avvenuto con la nuova proposta attuale. I Sindaci si sono mossi con senso di responsabilità, senza superficialità o approssimazioni ed avendo chiare le prospettive future dell’ospedale del Casentino. Gli stessi Sindaci, dovranno vigilare e controllare che i nuovi patti sottoscritti vengano rispettati nell’interesse primario della salute dei Cittadini Casentinesi e non è corretto associarli solo alla chiusura inevitabile, per qualità sicurezza e rispetto delle vigenti normative statali e regionali, del punto nascita ma anche a tutti quei servizi in più, che verranno confermati, potenziati, erogati descritti nei comunicati del Presidente della Conferenza dei Sindaci.»
Giampaolo Tellini (Chiusi della Verna)
«Nel mese di giugno 2015, in una conferenza dei sindaci all’ospedale di Bibbiena, fu deciso di iniziare un confronto per la chiusura del punto nascite che avremmo approvato una volta trovato l’accordo con l’azienda. L’accordo prevedeva il potenziamento dei servizi interni ed esterni (sul territorio) ed è stato confermato e sottoscritto mercoledì scorso in Conferenza dei sindaci. Visto che si lavorava ad un patto di zona (che poi abbiamo approvato), io non ho firmato per il referendum sulla legge regionale che riguarda la sanità e sono stato coerente, come sempre.»
Massimiliano Sestini (Castel Focognano)
«L’aggiornamento dei ‘Patti territoriali’ è scaturito dai grandi mutamenti sociali ed economici degli ultimi anni che hanno cambiato totalmente il Casentino e non solo.
Partendo da una seria e puntuale analisi dei bisogni attuali dell’ intera vallata sono emerse criticità che dovevano essere gestite subito ed in modo serio con l’implementazione dei servizi di emergenza-urgenza, lo sviluppo della rete clinica integrata tra specialisti ospedalieri e Medici di Medicina Generale, lo sviluppo di percorsi pediatrici integrati tra specialisti ospedalieri e Pediatri, una presenza maggiore dell’ortopedico in Casentino e non solo…
La centralizzazione del punto nascite su Arezzo si è resa necessaria dalla forte e generalizzata diminuzione delle nascite che porta conseguentemente forti criticità legate alla mancanza di standard di sicurezza adeguati che garantiscano la madre e il nascituro.
Non tutti sono oggi d’accordo su ciò che stiamo facendo ma sono certo che, come ha detto il Presidente Daniele Bernardini, “difendere a prescindere e ad oltranza il punto nascita avrebbe significato perdere tutto il resto.”
Noi oggi, più che mai, abbiamo bisogno di un Pronto Soccorso che sappia fronteggiare i casi di emergenza a 360° a prescindere dal fatto che sia giorno o notte con professionalità ed eccellenza in pieno stile anglosassone… per la mia generazione, in pieno stile E.R. Medici in prima linea.»
Paolo Agostini (Castel San Niccolò)
«Anche pochi giorni fa, dopo 3 o 4 mesi che lo chiedevo, nessuno è voluto entrare nel merito di come vengono spesi 70.000.000€ in Casentino per la Sanità, mentre al contrario fanno di tutto e di più per giustificare un sempre più evidente svuotamento (sia di risorse umane che di servizi) dal nostro ospedale e si continua a far finta di niente anche rispetto a cose più piccole, ma non per questo meno determinanti per la gente. Come per esempio rendere ai comuni i servizi come quelli del Tesserino Sanitario o delle varie esenzioni dal Ticket e capire che quando il sottoscritto intende migliorare la funzionalità dell’ufficio per le invalidità civili e accompagnamenti, intende spostarlo da dove si trova e non imbiancarlo… quando mi si dice che l’elicottero per le emergenze può atterrare al campo sportivo di Talla e non in quello di Strada in Casentino io, francamente, mi sento preso… e voterò sempre contro questo sistema di cose dove i soliti noti decidono e i Sindaci, chi più chi meno, eseguono.
Se questo atteggiamento non ha decoro istituzionale, come dice qualcuno, ce ne faremo una ragione. E per quanto riguarda il mestiere, che come dicono i sindaci di Poppi e di Chiusi della Verna, i sindaci che non hanno decoro istituzionale dovrebbero fare, ricordo che non spetta a loro decidere né al PD, ma alla gente che tornerà a votare la prossima volta.
Vedremo allora chi di noi continuerà a fare il Sindaco…
Comunque per ulteriori chiarimenti aspetto tutti, compreso il Sindaco di Poppi che dice di portar voce di tutta la gente di Poppi, al Consiglio Comunale aperto venerdì 26/02/2016, ore 21.00, presso il Comune di Castel San Niccolò per capire realmente quello che pensa la gente…»
Eleonora Ducci (Talla)
«Nonostante il dispiacere per la chiusura del punto nascita (dove peraltro sono nata anch’io) dobbiamo prendere atto dei cambiamenti in corso nel nostro territorio, anche alla luce dell’esame dei bisogni della zona Casentino recentemente fatto e presentato alla conferenza dei sindaci. Lo studio ha mostrato che il numero delle nascite è drammaticamente diminuito mentre sono aumentati gli anziani con patologie croniche che dovrebbero trovare un migliore risposta nel territorio e dalla struttura ospedaliera, con percorsi di prevenzione e presa in carico efficace delle malattie croniche. Dobbiamo inoltre aggiungere che per la sicurezza delle partorienti è richiesto uno standard minimo di parti che in casentino è insufficiente, a malincuore quindi è difficile difendere ad oltranza il punto nascita, mentre è sicuramente doveroso adoperarsi come abbiamo fatto a chiedere ulteriori migliorie e garanzie nel percorso dell’emergenza- urgenza e su alcuni interventi chirurgici programmati di elevato standard.
Ricordo infine che la presa in carico della futura mamma, che ha una durata di nove mesi, sarà comunque possibile farla in Casentino, demandando solo l’evento della nascita ad altre strutture con garanzie di sicurezza sicuramente maggiori.»
Valentina Calbi (Chitignano)
«Mi dispiace leggere che i Sindaci del Casentino sono i responsabili della chiusura del punto nascita di Bibbiena, queste sono affermazioni che non corrispondono a verità e sicuramente frutto di una non corretta conoscenza dei fatti.
Credo al contrario che il documento approvato nell’ultima conferenza zonale della Sanità, nato da un’attenta analisi dello stato di salute della popolazione casentinese e dei bisogni territoriali della vallata, sia uno strumento in grado di fornire risposte adeguate ai bisogni dei casentinesi sia a livello ospedaliero che territoriale e in grado di assicurare il mantenimento della struttura ospedaliera di Bibbiena.
Come sindaco, insieme agli altri sindaci della vallata, abbiamo come obiettivo primario e non negoziabile il diritto alla salute dei nostri concittadini ma allo stesso tempo abbiamo il dovere di guardare al futuro. Continuare a difendere a spada tratta il punto nascita di Bibbiena, con un numero di parti ormai da anni inferiore a quello richiesto dalla legge, a discapito di adeguati standard di sicurezza, avrebbe significato rimandare forse la chiusura di detto punto solo un po’ più in la nel tempo e probabilmente perdere tutto il resto insieme agli importanti potenziamenti, miglioramenti e a tutti i nuovi servizi sia in ambito ospedaliero e territoriale ottenuti con la revisione dei patti territoriali della zona Casenitno.»