Ci ha lasciato l’ultimo garibaldino del Casentino

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Lettera aperta

Lettera aperta a tutti quelli che vorranno dedicare 5 minuti del loro tempo, senza nessun fine politico, ma solo per meditare e non scordare chi ci ha preceduto. Non mi piace apparire, in genere sono riservata, ma è un omaggio che voglio fare per ricordare mio babbo, Giulio Milli, garibaldino classe 1923, di Bibbiena, che ci ha lasciato poco tempo fa all’età di 93 anni. Come tanti giovani è stato chiamato alle armi, in fanteria e ha dovuto combattere per la ns. Patria durante la 2° guerra mondiale. Ha compiuto 20 anni combattendo sul Montenegro nella divisione Venezia, poi divenuta “GARIBALDI”.
Spesso gli ho chiesto come aveva vissuto quegli anni, soprattutto in occasione delle ricorrenze nazionali come il 4 Novembre o nel giorno della memoria, ma era schivo e riservato su questo argomento e non ci ha mai raccontato molto in famiglia, gli dispiaceva ripensare ai molti amici giovani morti durante quel periodo. E’ stato anche INTERNATO in GERMANIA, ma l’ho scoperto solo ora mettendo a posto le sue carte. L’unico episodio che mi ha raccontato è di quando è stato obbligato a scavarsi la fossa per poi essere ucciso assieme ad altri 5 garibaldini ma all’ultimo istante un contrordine li ha fortunatamente salvati.
Non ha mai avuto una tessera politica credendo negli ideali per i quali aveva combattuto. Il 9 dicembre 1973 il Presidente delle Regione TOSCANA Avv. Lagorio, inviò una lettera della giunta regionale ricordando i combattenti e i 14.000 caduti di quella divisione, invitandolo a Firenze con altri, nel Salone dei Cinquecento. Nel 1974 l’Esercito Italiano gli ha conferito la Croce al Merito di Guerra 1° concessione ed in 2° concessione per l’internamento in Germania. Quando andò in pensione, gli chiesi se aveva potuto riscattare gli anni trascorsi in guerra: mi disse che era “solo” un fante e per la fanteria, non era previsto. E’ stato chiamato alle armi il 5.6.1942, prigioniero di guerra delle FF. AA. tedesche dal 16.12.1943 e cessato lo stato di cattività l’8.5.1945. Rientrato ad Arezzo dalla prigionia il 18.6.45, è stato congedato il 15.7.1946. Fin da quando era piccolo aveva imparato a fare il barbiere (che poi è stato il lavoro di una lunga vita). Questo lo aveva aiutato durante il conflitto a non morire di fame, poiché lo ripagavano dandogli un tozzo di pane per i suoi servizi. Dopo la guerra è dovuto emigrare per cercare lavoro, nella Svizzera tedesca e lì nel 1950 ha conosciuto mia mamma, originaria del Trentino. Io sono nata là, ma appena hanno potuto, i miei genitori sono tornati in Toscana. Durante la prima guerra mondiale, i miei nonni si sono combattuti contro: uno per lo Stato Regio d’Italia, l’altro per lo stato Austro-ungarico non sapendo che il destino li avrebbe poi uniti tramite i figli.
Il babbo, perché potessi capire quello che aveva passato durante i suoi anni di guerra, mi ha detto di leggere un libro che aveva dal 1964, scritto da un ex garibaldino, intitolato “L’armata stracciona” (ed il titolo è già significativo). Nel 2013 la ANVRG gli ha dato la STELLA al Merito Garibaldino in occasione del settantesimo anniversario della costituzione della Div.Partigiana Garibaldi 1943-2013.
La Repubblica Italiana nel 1983 gli ha conferito il ”DIPLOMA D’ONORE al combattente per la libertà d’Italia 1943-1945”, firmato dal Ministro della Difesa L. Lagorio e dal PRESIDENTE della Repubblica SANDRO PERTINI.

Era l’ULTIMO Garibaldino VIVENTE del Casentino.

M. M.
(fiera di essere figlia di un barbiere garibaldino, che suonava la tromba)

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