Comunicato stampa
Sindaco, Presidente del Consiglio Comunale, Colleghi Consiglieri, rappresentiamo questa sera l’amarezza per il triste finale andato in scena lo scorso 17 febbraio a Bibbiena quando, la Conferenza Zonale Socio Sanitaria dei Sindaci del Casentino, ha decretato la CHIUSURA del Punto Nascita dell’Ospedale del Casentino.
Quanto accaduto in quell’ anonimo pomeriggio ha infatti rappresentato il totale fallimento della politica, che riteniamo debba essere svolta con trasparenza, condivisione di informazioni, al fine di essere concreto strumento d’utilità per la risoluzione dei problemi dei cittadini.
Avevamo nutrito fiducia che gli impegni assunti in quest’aula e nelle assemblee pubbliche, potessero essere l’occasione per poter scongiurare quell’infausto finale, che rischia di toglierci non solo il presidio alla natalità, ma pezzi pregiati del nostro Ospedale senza avere in cambio prospettive certe.
Abbiamo rimarcato, più volte, in quest’Assemblea, come occorresse una discontinuità rispetto a dinamiche che rischiavano di sottrarci servizi essenziali pubblici nella materia della sanità.
Certi della centralità e della sovranità del Consiglio Comunale, siamo riusciti ad approvare all’unanimità una mozione che impegnava questo Comune nella battaglia referendaria contro la sciagurata legge 28 ed a tutelare proprio il presidio ospedaliero del Casentino dai tentativi di depotenziamento, sicuri che nessuno sarebbe giunto con un giro di chiave a chiudercelo.
E’ stato addirittura fatto di peggio: Lei, Sindaco, mettendo la Sua firma nei patti territoriali, ha deciso (che sia a malincuore poco importa), la chiusura del Punto Nascita. Un’autentica eccellenza riconosciuta come tale almeno sino al 2012, che dietro la foglia di fico della flessione delle nascite (note ormai dal 2008) e dunque della scarsa sicurezza, la politica, con logo ben in vista, ha voluto con tutte le sue forze tagliare.
Potevano esserci alternative? Certo che si. Lo dimostrano esperienze di successo in altre Regioni italiane, che prescindono dalle linee guide dell’OMS che fanno del numero minimo dei 500 parti, il discrimine alla sopravvivenza dei punti nascita.
Non è bastato un decreto ministeriale a convincere chi di dovere che la nostra montagna vive di un’aspettativa di sviluppo diversa dalle città metropolitane. Che la nostra rete di trasporti così come la viabilità è ferma da decenni. Che il nostro CASENTINO, come ben definito in un comunicato stampa dal titolo OSPEDALE DEL CASENTINO 2.0. a firma PSI Casentino, è una ZONA DEPRESSA. Ci piacerebbe dire, e quindi?
Questo Consiglio non sa (e chissà se lo saprà mai), dei motivi per i quali il Casentino non abbia partecipato assieme alla Valtiberina (che proprio al Casentino guarda nelle proprie proposte), ad un progetto di rivendicazione per un DISTRETTO MONTANO FORTE.
Nulla è stato fatto all’Unione dei Comuni Montani del Casentino (Ente concentrato ormai da mesi a risolvere le proprie liti di condominio a spese dei cittadini), per avanzare proposte alternative, che sono e debbono essere esclusiva della politica e non di qualche medico, ancorché dirigente della ex ASL 8.
La nostra, che è una vera e propria marginalità territoriale non ha, e se lo è ancora ben presto non l’avrà più, alcuna voce in capitolo nella sanità che conta delle aree vaste. Saremo al più merce di scambio per qualche posto letto e, inevitabilmente negli anni a venire, l’Ospedale del Casentino riuscirà nell’impresa di ospitare (per qualcuno aggiungiamo, finalmente), una Casa della Salute, a Bibbiena.
Abbiamo chiaramente capito che l’architetto del disegno della nuova Sanità casentinese, risiede fuori dal Casentino, ma trova qui consolidati rapporti e amicizie.
Il problema, è che Lei Sindaco non ha saputo, o non ha potuto, dire di NO. Con ciò, malgrado gli impegni presi, ha firmato senza batter ciglio assieme agli atri Sindaci casentinesi i nuovi Patti territoriali. Passerà dunque alla storia come l’autore del propagandato potenziamento dell’Ospedale del Casentino, scelta che è stata delegata a tecnici al servizio della politica, senza alcuna assunzione di responsabilità davanti ai cittadini, illusi sempre dalla politica, ed anche da Lei, che il Punto nascita non sarebbe stato da chiudere.
Sappia, che quel potenziamento, sarà un’ulteriore croce per questo territorio: sempre più povero ed inevitabilmente esposto allo spopolamento delle proprie montagne e, dunque, più vecchio.
Per questo motivo, riteniamo un’ulteriore violenza alla Democrazia, che in un momento fondamentale come questo per la vita della nostra Comunità, il Consiglio Comunale che noi rappresentiamo, non sia stato portato minimamente a conoscenza, con anticipo, di quello che si è scoperto essere un piano in costruzione (anzi, un piano di demolizione) del nostro Ospedale. Ormai a cose fatte, si è addirittura appreso essere un piano in divenire da oltre un anno. Un anno nel quale nelle piazze e davanti al Consiglio sono stati assunti impegni, che nelle riunioni a porte chiuse con l’Azienda sono stati puntualmente disattesi.
Doppiamente traditi sono stati quindi anche i quattrocentouno cittadini del Comune di Poppi, che assieme a Lei Sindaco ed a molti consiglieri (di Maggioranza e di Minoranza) di questa Assemblea, hanno firmato per chiedere che si celebrasse un referendum contro quella riforma sanitaria, causa di taglia lineari alla Sanità Toscana e che, come le fu ben spiegato in un’assemblea pubblica a Poppi, persegue l’obbiettivo ben preciso di affossare lo spirito del Servizio Sanitario pubblico, di cui ne fanno le spese per primi territori più disagiati come i nostri.
E’ lo stesso partito, chiamato ancora democratico, che dopo aver voluto affossare con tutte le sue forze il referendum, ha determinato oggi la chiusura del Punto nascita dell’Ospedale del Casentino.
Non possiamo pertanto riconoscerci in questo modo di procedere, che con una mano dà, e con l’atra toglie.
Non possiamo oggi legittimare quest’operato, che per quanto possa esserci spiegato con dichiarazioni o comunicazioni postume, rischia solo di infliggere un’ulteriore umiliazione a questo Consiglio Comunale, in ordine al quale ci interroghiamo seriamente circa la sua sostanziale utilità. Posto che la maggioranza Sindaco, Lei ce l’ha, e non dobbiamo esser noi a sostenerla con una fiducia politica.
Abbiamo dato prova nel tempo di essere responsabili. Lo abbiamo fatto con una sana collaborazione per il bene di Poppi e dei suoi cittadini.
Per questo motivo, intendiamo dimostrare tutta la nostra inquietudine con un segno inequivocabile, abbandonando i lavori del Consiglio Comunale di questa sera, consapevoli di rinunciare al dibattito di importanti questioni all’ordine del giorno, come la discussione sul bilancio e sugli strumenti di spesa pubblica. Ma non possiamo far finta di non vedere.
A tanto non si doveva arrivare. Per il bene dei Cittadini sovrani.
LISTA CIVICA POPPI LIBERA
I CONSIGLIERI DI MINORANZA