Sabato 29 luglio, nella seduta del Consiglio Comunale di Pratovecchio Stia, irrompe all’ordine del giorno anche un argomento del quale gli amministratori alto-casentinesi avrebbero fatto volentieri a meno, cioè la chiusura a Stia della filiale di Ubi Banca.
Lo conferma il Sindaco Nicolò Caleri, annunciando che “Porteremo come gruppo di maggioranza una mozione all’assemblea consiliare, per protestare contro la decisione annunciata in questi giorni dall’istituto di credito, e quindi per richiedere un confronto con i referenti di Ubi Banca ai quali faremo presenti alcune peculiarità della nostra situazione”: Caleri si riferisce soprattutto “A un segnale fuorviante e preoccupante che la chiusura della filiale di Stia manderebbe all’esterno: infatti, sopprimere una delle due sedi di questo Comune nato dalla fusione di due Enti precedenti, potrebbe far intendere che nei centri che vanno a fondersi, anziché potenziare i servizi si va a diminuirli e a depauperare un patrimonio che esiste da molti anni e che ha accompagnato la crescita di questi paesi e delle loro comunità”. Secondo Caleri infatti, “A nessuno sarebbe venuto in mente di chiudere anni addietro la filiale di Pratovecchio o di Stia, mentre oggi quella di mantenere comunque uno sportello aperto nel territorio comunale sembra sia una scusa per potersi permettere la libertà di privare qualche migliaio di cittadini, oltre ai turisti e a diverse aziende tuttora importanti, di un servizio fondamentale come quello dello sportello bancario”.
È appena il caso di ricordare che anche Stia, come molti altri centri del Casentino, ha visto maturare e svilupparsi il sistema del credito locale parallelamente alla parabola di crescita del territorio. Non solo il centro più a nord della vallata ha avuto la presenza di ben quattro istituti bancari, ma ha visto nascere al suo interno il sistema del credito cooperativo, accanto al fiorire di insegne di banche molto vicine storicamente al territorio aretino e toscano in genere. “Per questo faremo sentire la nostra vibrante protesta”, conclude Caleri. “Anche se le logiche delle aziende bancarie sono di tipo prettamente economico, restano altri fattori che possono sfuggire alla mera analisi dei numeri. Per questo non ci limiteremo a protestare ma cercheremo di fare le nostre proposte nella speranza di essere ascoltati e non di doverci limitare a subire decisioni prese dall’alto ben lontano da qui”.
Poppi, 27 luglio 2017