C’è qualcosa di nuovo a Badia Prataglia: sulla parete laterale dell’ex-edificio scolastico e sede del Centro Informazioni “Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna” il Professor Allan Boccatonda, docente di ruolo presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, con un gruppo di sue allieve, scelte tra le iscritte al proprio corso di Metodologie e Tecniche dell’Affresco (Bianca Belluzzo, Sara Vaglini, Isabella Maria Gisotti, Yufei Zhu, e Jialin Li) hanno realizzato una pittura murale con un soggetto che rimanda al capolavoro della scrittrice Emma Perodi, alla quale dal 2018 il Casentino ha dedicato un Parco Letterario. Il progetto ha visto il sostegno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, attraverso il coinvolgimento del Centro Creativo Casentino e diversi sponsor , nonché la partecipazione degli abitanti di Badia Prataglia che hanno contribuito a sostenere l’iniziativa con entusiasmo. Il Progetto nasce nell’ambito delle iniziative culturali che il “Parco Letterario Emma Perodi e Foreste Casentinesi” mette in atto con l’intento di rendere noto il capolavoro della scrittrice toscana, che proprio in Casentino trovò ispirazione per le sue narrazioni. Anche Badia Prataglia è ricordata nelle novelle della Perodi con La calza della befana e va sottolineato il chiaro riferimento alla tradizione locale della C’è ‘na vecchia che non è sfuggito alla scrittrice, capace di rielaborare con fantasia e immaginazione le tradizioni, la storia e la cultura locali. Narrare figurativamente evocando il folklore e l’identità culturale del luogo, destando la curiosità di chi guarda, invitandolo all’approfondimento, con l’incanto delle forme e dei colori che animano il racconto scritto dando vita alla memoria e alla fantasia: questo l’obiettivo dell’iniziativa artistica. Ed ecco sulla destra, all’ombra dell’albero della Vita che dona refrigerio, la novellatrice nonna Regina, intenta a tramandare oralmente le fiabe della tradizione soprattutto ai più piccoli, mentre sul lato opposto, l’albero dal tronco incavato nasconde, come in ogni foresta, qualche insidia: si percepisce infatti una figura di strega-befana dallo sguardo minaccioso. L’albero del Bene e quello del Male presenti nella realtà quotidiana sono il principio della vita, sono i due estremi entro i quali si muove l’uomo con il suo libero arbitrio. Ciò che cattura immediatamente lo sguardo sono le varie e intriganti sfumature del verde delle foreste sacre, entro cui si svolge l’azione del narrare, così ieri come oggi, e come domani. Immediata risalta agli occhi l’identità del luogo con la sua millenaria pieve e il castagno che per tanti anni è stato un punto di riferimento per generazioni di badiani. Non poteva mancare un riferimento al ghiro, che su un ramo dell’albero a sinistra pare ascoltare le narrazioni di nonna Regina. Una pittura murale con l’obiettivo di evocare, ricordate, tramandare le tradizioni che nella Perodi hanno preso forma di scrittura e che oggi vengono riproposte in forma di arte figurativa.
È così che il soggetto proposto si innesta nel solco della tradizione: un segno riconoscibile ed identitario, perché tale deve essere. Innovazione nella tradizione per riconoscersi e tramandare e conservare, nonché valorizzare.