Dall’intervista a Luca Grisolini e Maria Luisa Tinti
La guerra è fatta di uomini e da uomini, è fatta di gente che ha combattuto, che ha lasciato la vita sul terreno per dare voce al proprio ideale, per la libertà, ma è fatta anche di vittime innocenti, sacrificate dalla natura stessa della guerra. E così accadimenti feroci macchiano la terra e la memoria di questi avvenimenti deve essere rinnovata, conservata e documentata a monito nel futuro. Le vecchie generazioni, quelle che direttamente hanno vissuto questi eventi dell’ultima guerra, sono ormai avanti negli anni e a breve non avremo più la possibilità di ascoltare le testimonianze dirette dei protagonisti o delle persone a loro vicine.
Con questi sentimenti nel cuore e nella testa, si forma prepotente in Luca Grisolini e in Maria Luisa Tinti il desiderio di creare un qualcosa che possa restare a memoria della storia e dei casentinesi, di recepire tali fatti e documentazioni di ogni genere, per comprendere da dove veniamo e dove dobbiamo dirigerci; si concretizza così questo desiderio, già nel 2015, con un gruppo di lavoro che ha operato all’archivio di Pratovecchio e Stia, cercando di reperire le informazioni riguardo a come la popolazione ha vissuto la guerra ed è nata una prima pubblicazione e, di seguito, il museo NEXUS che si trova alla stazione di Pratovecchio. Nel Luglio 2018, viene rappresentata “108”, un’orazione civile di e con Alessandra Aricò a cura della compagnia teatrale NATA, in commemorazione delle 108 vittime di Vallucciole (accertate poi in 109), che si ripeterà quest’anno il 13 aprile.
E così con la celebrazione di Molin di Bucchio in memoria di Pio Borri, prima vittima della resistenza, l’11 novembre 2023 si è aperta per Pratovecchio Stia l’importante stagione degli ottantesimi anniversari, a ricordo della Resistenza e delle stragi nazifasciste, per il periodo che va dall’8 Settembre 1943 al 21 Settembre 1944 con la ufficializzazione del COMITATO PER LA CELEBRAZIONE DEGLI 80ESIMI DI VALLUCCIOLE E DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE.
Il Sindaco Nicolò Caleri è il Presidente del comitato che è organizzato in due commissioni: una di tipo scientifico, presieduta da Luca Grisolini ed è rivolta ad accogliere le rappresentanze istituzionali, scolastiche e reducistiche per la parte di ricostruzione storica e per la valutazione degli obiettivi educativi degli interventi; l’altra, di tipo organizzativo, presieduta da Maria Luisa Tinti, avrà invece il compito di coordinare i rapporti tra le associazioni, promuovendo la collaborazione e la creazione della rete di eventi destinati a caratterizzare la stagione degli ottantesimi.
È importante sottolineare che l’intento di questo comitato, dalle parole di Luca e di Maria Luisa, non è quello di fermarsi alle singole commemorazioni, ma è, soprattutto, quello di favorire la partecipazione delle scuole, di singoli cittadini, di tutti coloro che, anche indirettamente, sono stati partecipi degli accadimenti in questo territorio e delle varie associazioni che, con il loro intervento, contribuiscono ad apportare idee, iniziative, materiali, coinvolgimenti. Significativo ad esempio è stato il ritrovamento del registro scolastico, di una maestra, la quale, l’anno successivo all’eccidio, si recò a Vallucciole e le emozioni suscitate e vissute verrà concretizzato nella realizzazione di un video ad opera di un laboratorio delle scuole superiori. O ancora il ritrovamento di una fotografia riportante i volti dei partigiani di Poppi e che una volta digitalizzata, potrà fare parte del museo, lasciando però il ricordo tangibile ai familiari. Questo per evidenziare la collaborazione non solo delle associazioni quali ad esempio l’ANFIM e l’ANPI, ma di tutta la cittadinanza di Pratovecchio e Stia che ha accolto e messo in pratica quella cooperazione distintiva di comunità unica.
Tutto questo va ricordato perché finalizzato al non disperdere la memoria di avvenimenti su questo territorio (è in programma infatti una nuova pubblicazione per raccontare le vicende accadute in loco nel 43/44), non solo come conoscenza, ma anche come ricordo e monito, dettato da quegli ideali di pace, libertà, democrazia e uguaglianza che furono propri dei combattenti della Guerra di Liberazione e che arricchiscono il Museo e non solo.
Il numero globale delle vittime sul territorio è stato di 160: oltre alle 109 di Vallucciole, ci furono 25 Partigiani, tra cui alcuni non locali, ma romagnoli e fiorentini, alcuni membri del corpo volontario di liberazione, tra cui i due volontari della Folgore caduti a monte Pomponi, Otello Boccherini e Eldo Capanna, 17 partigiani uccisi al muro del cimitero monumentale. C’è anche l’attività più ambiziosa di come il tema della memoria può diventare un elemento portante per lo sviluppo locale, inteso sia come sviluppo sociale, educativo, ma anche turistico. Abbiamo infatti all’interno del parco una serie di opere campali fatte dai tedeschi lungo la linea gotica che al momento non sono valorizzate, ma che, facendo una mappa e una piccola opera di pannellistica, andrebbero ad incrementare quella che è già l’offerta corposa naturalistica del parco e del territorio comunale. L’attuazione di questi percorsi istruttivi è dovuta anche alla partecipazione dell’ANFIM di Roma grazie ad un contributo dato dal Ministero dell’Interno. È previsto un itinerario specifico su Vallucciole con una decina di punti, ( infatti si parla di Vallucciole, ma prende il nome dal borgo più grande della zona che è stata teatro della strage ), già esistente come percorso CAI, ma supportato dalla pannellistica; già attivo un percorso urbano tra Pratovecchio e Stia, mettendo in evidenza la globalità delle due realtà anche attraverso la ricerca da parte della cittadinanza che lavora per reperire informazioni relativamente al minamento di Pratovecchio e alla liberazione di Pratovecchio e Stia; apportare materiale che mostri il volto dei questi paesi distrutti dalle azioni di guerra. In totale sono stati individuati 25 LUOGHI DELLA MEMORIA. Ancora importante è promuovere un dibattito interdisciplinare di livello accademico che metta insieme varie figure che operano intorno ai temi della sostenibilità ambientale e della ricerca storica, pedagogia, archeologica , in particolare dell’archeologia di guerra, (con l’ambizione di uscire dal territorio per ricollegarsi agli avvenimenti, di questo stesso periodo, nel resto d’Italia). Il desiderio di incentivare lo sviluppo di un calendario unificato delle manifestazioni e delle iniziative che verranno spalmate nel corso dell’anno in Casentino, trova vita a partire già dal mese di Aprile, il 13 e il 14, in maniera da offrire un quadro generale degli accadimenti, cercando di accorpare e non disperdere il materiale a tutt’oggi raccolto, ma con l’intento di aggiungerne il più possibile, con l’aiuto della collettività, favorire il tema della trasmissione della memoria per valorizzare, con la partecipazione attiva della cittadinanza, il patrimonio culturale già in atto.