“È del 2004 la legge che riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo per conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo forzato dalle loro terre – ricorda il Sindaco di Subbiano Ilaria Mattesini – nel nostro territorio non abbiamo conosciuto la crudeltà umana delle foibe, ma abbiamo conosciuto il dolore di chi dovette abbandonare la sua terra, un uomo accolto nel nostro paese, cordiale e generoso che è stato a lungo infermiere del nostro ospedale Boschi, Nereo Franceschini – dichiara Ilaria Mattesini – è nostro dovere non dimenticare per guardare ad un futuro condiviso tra generazioni ed etnie, per un futuro che porti democrazia e pace.”
Oggi più che mai i confini segnano la storia, non sono quelli del Giorno del Ricordo, sono quelli della Russia, dell’Ucraina, sono sempre i confini i protagonisti di conflitti, così l’Amministrazione Comunale di Subbiano ha scelto di aprire la Sala Consiliare a tutti i cittadini per dare la possibilità di partecipare in streaming al convegno con la Regione Toscana dal titolo “La storia di un confine difficile. L’alto adriatico nel novecento” dove sono coinvolte le scuole e i giovani che, come dicono dalla Regione, “a loro devono essere forniti gli strumenti critici per decifrare l’universo che li circonda.”
Dalle ore 10 alle ore 13 nella Sala Consiliare del Comune si potranno seguire le relazioni su un grande schermo in questo luogo facilmente accessibile e senza barriere architettoniche, un modo per condividere insieme la storia e la conoscenza.
Tra i vari interventi, tutti interessanti, quelli di Claudio Vercelli, storico contemporaneista dell’Istituto di studi storici Salvemini di Torino, che spiegherà cosa significa parlare di “confine orientale”, di Marino Micich, figlio di esuli, Direttore della Società di Studi Fiumani e Archivio Museo storico di Fiume, che è tra i principali studiosi delle vicende della frontiera orientale italiana e sull’inserimento degli esuli istriani e dalmati nel tessuto sociale italiano. A introdurre saranno Alessandra Nardini, assessora all’istruzione e cultura della Memoria Regione Toscana mentre a chiudere i lavori sarà il presidente Eugenio Giani.
“La Giornata del Ricordo degli eccidi delle foibe e della deportazione istriana e giuliano -dalmata ci impone l’esigenza di far luce su una parte della storia del secolo scorso troppo a lungo sottaciuta e peraltro, nemmeno adesso, completamente sviscerata nella sua interezza, per la non completa analisi storica dei suoi antefatti e per il prevalere della ‘cultura dell’oblio’ figlia dell’immediato dopoguerra, – ha commentato Paolo Domini assessore alla cultura – appare altrettanto forte l’esigenza di non fare di questa e di altre giornate commemorative, come purtroppo spesso capita, una bandiera di comodo da sventolare ed agitare per pura convenienza ideologica, finendo magari per contrapporla ad altri genocidi, qualunque essi siano e qualsiasi portata essi abbiano avuto. Perché – ha concluso Domini- non sarebbe giusto e rispettoso nei confronti degli uni e degli altri. Perché ogni guerra, ogni dittatura, ogni sterminio di civili, ogni conflitto etnico, a qualunque latitudine sia stato effettuato, venga indiscriminatamente condannato, senza sé e senza ma.”