C’era una volta una signora, molto simpatica e gentile, che viveva in una grande fattoria.
Lei amava gli animali… tutti gli animali ma in particolar modo i suoi cavalli.
Ne aveva quasi una trentina! Cavalli docili e mansueti che lei faceva partecipare alle attività della sua scuola di equitazione. Lavorare è una parola che non andava bene per quei momenti in cui la condivisione faceva da padrona… gli animali, senza uso alcuno di frustino o mezzi costrittivi, interagivano liberi tra di loro e coi ragazzi che la frequentavano.
Ragazzi per la maggior parte portatori di disabilità fisiche, psichiche e motorie.
In quella scuola, poteva succedere che mentre ci si divertiva con i cavalli, arrivasse una capretta curiosa, che veniva liberamente a sbirciare quanto accadeva, per la gioia e la sorpresa dei ragazzi che potevano così imparare “sul campo” quanto la diversità, il più delle volte, fosse solo un’etichetta dell’umana e pregiudizievole natura.
Ho voluto raccontare la scuola di equitazione “Le amazzoni” di Alessandra Nati Poltri come se fosse una piccola favola… perché in effetti, a modo suo, lo è veramente!
L’ho fatto anche perché, in molte favole, la parte del cattivo di turno è affidata al lupo.
L’ho fatto senza alcun giudizio verso questo animale meraviglioso che popola i nostri boschi.
Ho voluto raccontare questa piccola “favola” senza l’auspicio di provocare le opinioni sul predatore in questione che svolge in maniera più che egregia il suo ruolo all’interno della catena alimentare.
Quindi, per favore, leggete le mie righe con un po’ di distacco dalla facile “presa di posizione” dei pro e dei contro! Qui c’è solamente una situazione oggettiva da valutare attentamente e quantomeno da sottoporre all’attenzione delle moltissime persone, famiglie, bambini, escursionisti, cicloamatori, che ogni giorno passano nella zona dove Alessandra custodisce i cavalli e tutti i suoi animali.
Alessandra è una signora simpatica e gentile. Racconta del branco di lupi (11 esemplari con cuccioli) che ogni giorno “pattuglia” la zona intorno ai recinti dei suoi cavalli con grande apprensione, ma allo stesso tempo con l’orrore al solo pensiero di abbatterne uno.
E sarebbe stata la cosa più semplice da fare inutile prendersi in giro!
“Ho cominciato a vederli a Luglio” racconta Alessandra “Quando c’è stato l’assalto al gregge di pecore di un allevatore che sta poco più giù. Qui per adesso non ci sono stati episodi di questo tipo, hanno soltanto avuto uno scontro con uno dei miei cani che credevo di aver perduto ma che poi per fortuna è tornato”.
Ma la situazione è diventata tesa. In un contesto dove le attività della scuola di equitazione sono rivolte principalmente a ragazzi disabili, dove l’interagire libero tra cavalli, pony, capre, galline e chi più ne ha più ne metta è quel “quid” in più… dover interrompere prima ogni sera per dare ricovero in stalle chiuse a ogni cavallo snatura completamente quello che qui viene svolto. Oltre all’immane mole di lavoro in più ogni giorno.
Facendo un giro per i recinti chiunque può constatare di persona quanto siano docili e affettuosi questi animali! E quanta voglia hanno di uscire!
“La mia famiglia abita qui da generazioni” prosegue Alessandra “e una cosa del genere non si era mai vista!”. I suoi cavalli hanno per lei un valore affettivo che non è quantificabile. Alessandra spiega l’iter di un eventuale attacco ai danni di uno di questi con la voce che trema e gli occhi lucidi. Ma un rimborso economico per un eventuale uccisione, mai potrebbe coprire l’addestramento e la preparazione di un cavallo che si misura in anni di lavoro.
E dunque che si fa? Ci si chiude in casa circondando la proprietà di reti elettrosaldate? Una spesa incredibile! E tutti coloro che vanno a passeggio? Tutti quelli che frequentano il laghetto?
Si rinforza la “squadra” dei cani da guardia?
Trasformare un luogo di aggregazione, integrazione e condivisione in un recinto ad ingresso con numero chiuso o peggio in un luogo di scontro, va fuori completamente dall’idea di Alessandra.
Con questo articolo si vuole solo porre l’attenzione sul fatto che i lupi ci sono, sono diversi ed escono di giorno. Non sembrano in alcun modo spaventati dalla presenza dell’uomo, anzi.
Se poi qualcuno, leggendo, andrà da Alessandra proponendole una soluzione equa e soprattutto pacifica per entrambe le parti: BEN VENGA!