Bambina con disabilità; polemiche sull’Istituto “Alto Casentino”. La Dirigente Mucci: «Abbiamo seguito la piccola sin dall’inizio»

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(Immagine di repertorio)

La Dirigente scolastica, Alessandra Mucci, risponde alle polemiche e chiarisce la posizione dell’Istituto:

In merito ad alcuni articoli e interviste che sono stati diffusi in questi giorni (clicca qui per leggere: articolo 1 e articolo 2), suscitando clamore nella comunità territoriale, come Dirigente scolastico in reggenza presso l’istituto “Alto Casentino” sono in dovere di fornire informazioni corrette sui fatti, ciò a tutela sia dei docenti, sia dell’istituto, sia della minore coinvolta nella vicenda.
Dal caso esposto attraverso i media, si evince che una studentessa con disabilità ha subito un’importante operazione alla colonna vertebrale e che la scuola non sia stata in grado di seguirla a livello formativo: i docenti non avrebbero supportato il suo percorso e le esigenze della famiglia, i bisogni della bambina non sarebbero stati ascoltati.
In realtà, fin dai primi momenti l’istituto ha prestato la massima attenzione nell’accoglimento a scuola della bambina che ha frequentato la classe prima a tempo pieno della primaria, anche visionando, in sinergia con Ente Locale e Servizi Sociali, l’ambiente del plesso insieme alla famiglia prima dell’avvio dell’anno scolastico. Massima l’attenzione anche con gli Uffici Superiori. La stessa organizzazione delle classi I a tempo pieno e tempo normale ha permesso il rispetto dei parametri previsti dalla normativa per le classi in cui risulta presente uno studente con disabilità, senza escludere nessun bambino. Inoltre alla studentessa è stato assegnato un docente di sostegno per il massimo del tempo previsto dalla normativa (22 ore settimanali) e un educatore da parte dei Servizi Sociali per 10 ore settimanali. I docenti hanno attivato con la massima professionalità la progettazione prevista nel Piano Educativo Individualizzato e sono stati per tutto l’anno scolastico in costante comunicazione con la famiglia, ciò per rispondere ad ogni esigenza emergente.
A metà del II quadrimestre, la bambina ha subito l’operazione chirurgica assentandosi per circa 15 giorni. La certificazione medica rilasciata dall’ospedale prevedeva la ripresa delle attività didattiche e il relativo ritorno a scuola, ponendo attenzione alla posizione seduta, possibile solo per poche ore. A tal fine la scuola ha predisposto, insieme alla famiglia, un protocollo per il rientro nella comunità, considerando tutte le accortezze possibili a tutela della salute della piccola. Una successiva problematica medica non ha permesso il rientro della bambina e sono seguiti un nuovo ricovero e una successiva assenza di circa altri 15 giorni. L’alunna, tornata a scuola con il supporto dei docenti, del personale ATA e della famiglia stessa, ha fruito di una personalizzazione del percorso di apprendimento dove sono state privilegiate le materie di italiano e matematica ed essenzializzati i concetti delle altre discipline, che saranno comunque ripresi e rinforzati fino alla terza classe. Quindi si è avuta una particolare cura da parte dei docenti verso la bambina, sia da un punto di vista disciplinare sia da un punto di vista emotivo e sociale, oltre che di monitoraggio costante dei carichi di lavoro.
Si specifica a latere di quanto sopra dichiarato e ampliamente documentato con i fatti, che la normativa vigente prevede per un progetto di Istruzione Domiciliare una certificazione medica e tempi lunghi di degenza casa. In questo caso non erano presenti i presupposti normativi per la sua attivazione e la priorità appariva l’accoglienza a scuola della minore, nella comunità dei pari, da sempre fonte di motivazione e di crescita. Su questo l’istituto si è impegnato ampiamente, in primis attraverso i docenti della classe e il personale ATA del plesso, ma anche nella persona della Funzione Strumentale Inclusione e della stessa Dirigente.
Ritengo pertanto necessari, da parte di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda, la rivalutazione dei fatti e l’attivazione del giusto dialogo nei contesti reali, non mediatici: solo attraverso modalità istituzionali si possono concretizzare protocolli operativi autentici e risolutivi. La scuola, in considerazione della situazione medica della bambina, insieme alla famiglia, predisporrà un progetto specifico per l’anno scolastico di prossimo avvio che permetterà lo sviluppo di competenze chiave e consentirà di realizzare interventi di recupero e potenziamento delle strumentalità di base.

Comunicato stampa
Dirigente scolastico, Prof.ssa Alessandra Mucci
Pratovecchio Stia, 24 Agosto 2019

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