Baraclit e Federparchi: insieme in un progetto di tutela della foresta del Monte Falterona

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Ambiente e impegno per il territorio


La conservazione della biodiversità come sviluppo sostenibile delle comunità delle aree protette


La nota azienda toscana (Bibbiena, Arezzo) di costruzioni prefabbricate in cemento per l’edilizia industriale, commerciale e logistica, in linea con il suo percorso di sostenibilità intrapreso, ha firmato un accordo con Federparchi – Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali – finalizzato a realizzare il progetto di istituzione di un regime di tutela assoluta per la foresta di faggio di Monte Falterona, alle Sorgenti dell’Arno, a salvaguardia e miglioramento degli ecosistemi presenti.
Il progetto di difesa della biodiversità curato da Federparchi e Baraclit è volto a mettere sotto tutela una porzione di foresta di faggio di 30 ettari, collocati in un’area di particolare interesse naturalistico e ambientale, in cui non verrà effettuata alcuna attività di sfruttamento forestale (taglio, utilizzazione), in modo da consentire liberamente la crescita spontanea degli alberi e l’accumulo di elevate quantità di biomassa (carbonio sotto forma di legno del fusto e delle radici), affinché il bosco diventi foresta matura, un vero ecosistema complesso. I 30 ettari protetti assorbiranno circa 240 tonnellate di CO2 all’anno e garantiranno la fornitura di servizi ecosistemici fondamentali alla biodiversità, essendo un tipo di habitat di alto valore, ideale per molte specie esclusive, rare o minacciate (uccelli, rettili e anfibi, mammiferi, pesci e insetti), oltre ad assicurare il ciclo dell’acqua purissima alla sorgente dell’Arno e ad offrire un ambiente salutare e incontaminato per abitanti e visitatori.
È l’amministratore delegato di Baraclit, Luca Bernardini, ad annunciare con soddisfazione l’accordo tra Baraclit e Federparchi. «Siamo onorati di investire in questa iniziativa così importante, all’insegna dell’autentica sostenibilità. Baraclit ha ormai adottato una chiara strategia ESG (Environmental, Social, Governance) di crescita economica secondo un approccio etico, di innovazione, responsabilità ambientale e sociale, di sicurezza e welfare.
Un percorso che a breve culminerà con la pubblicazione del primo bilancio aziendale di sostenibilità. Oggi siamo spinti dal crescente desiderio di cambiare paradigma: Baraclit intende trasformarsi da impresa “estrattiva” – che in larga misura consuma risorse – in azienda “rigenerativa” – che restituisce alla collettività più di quello che ha preso. Non ci accontentiamo di essere sostenibili con soluzioni costruttive e tecnologie capaci di ridurre la carbon footprint nostra e dei clienti, ma cerchiamo di essere proattivi puntando ad ampliare l’impronta socio-ecologica di Baraclit per ripristinare la salute delle persone, dei luoghi, delle comunità e del pianeta. La nostra sede produttiva e direzionale di Bibbiena si estende su 30 ettari di suolo edificato o comunque urbanizzato, per cui abbiamo aderito subito con entusiasmo alla proposta del Parco di istituire un regime di tutela assoluta su una superficie
equivalente pari a 30 ettari di foresta, compiendo un gesto concreto e tangibile di “restituzione” all’ambiente di quanto sottratto dall’attività industriale».
Commenta infine, Annalisa Baracchi, presidente di Baraclit: «Quando abbiamo deciso di sponsorizzare un progetto legato ai temi della decarbonizzazione e della valorizzazione delle risorse naturali per lo sviluppo sostenibile delle comunità, abbiamo scelto con fermezza e convinzione di fare qualcosa di utile per la nostra terra.
Non abbiamo pensato a progetti distanti anche se lodevoli dall’altra parte del Mondo. Abbiamo preferito muoverci a Km 0, in una logica di prossimità, ma al tempo stesso di efficacia immediata privilegiando la tutela di alberi adulti rispetto a progetti di riforestazione consistenti nella piantagione di giovani alberi che impiegano molti anni prima di offrire contributi ambientali significativi. Questa scelta inoltre è stata dettata dalla volontà di
promuovere le bellezze paesaggistiche e la ricchezza storico-culturale del nostro territorio. Il progetto di salvaguardia della faggeta del Monte Falterona si inserisce, infatti, in un’area suggestiva ed iconica come la zona di Capo d’Arno, con le sorgenti del celebre fiume cantate anche dal sommo poeta fiorentino, e il sito archeologico etrusco del Lago degli Idoli, famoso per il ritrovamento delle statuette votive emerse dalle acque sacre dei suoi fondali. Grazie al progetto di Federparchi siamo davvero felici di poter lasciare in eredità alle generazioni future un patrimonio tanto prezioso, che porta benefici enormi in una valle meravigliosa come il Casentino, ricca di storia e arte, letteratura e spiritualità religiosa. Con sincera gratitudine, ringraziamo Federparchi e l’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna con il suo presidente, Luca Santini, che ha contribuito positivamente a individuare e rendere disponibile la superficie da porre sotto protezione».


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