Circa un mese fa si sono tenute le premiazioni che hanno incoronato Giulia Petreni de Il ponte Scandicci a.s.d. e Daniele Brezzi del team Trail Running Project a.s.d. campioni assoluti della seconda edizione del Foreste Casentinesi Trail Cup, rispettivamente con 790 e 995,40 punti, in una competizione che ha visto impegnati i due atleti per tutto il 2016 lungo i sentieri del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Congratulazioni ragazzi per la stupenda – e meritata – vittoria! E’ stato un anno davvero lungo ed impegnativo, che vi ha visti protagonisti assoluti nelle competizioni che hanno fatto parte di questo bel circuito, come vi sentite? Giulia: Giunti alla fine di questo anno sportivo si stanno per concludere tutti i circuiti ai quali ho deciso di partecipare e posso iniziare a tirare le somme: oltre a quello delle Foreste Casentinesi (dove ho ottenuto il primo posto al Trail del Borbotto e del Falterona, il terzo al Trail di San Francesco e Michelangelo, quarto posto al Trail di Badia Prataglia e quinto al Trail di Campigna), ho partecipato al circuito IUTA, sia di ultramaratona che di ultratrail, e al circuito Trail Tuscany Crossing. Durante l’anno ho anche fatto qualche corsa più impegnativa fuori Toscana (LUT, Sciacchetrail, UTLO) e altre corse più o meno lunghe sia su strada che su sterrato. Quest’anno ho spaziato più del solito e, anche se non posso dire di essere diventata un’esperta in materia, un po’ più di esperienza me la sono fatta e ho capito di non essere molto portata per le distanze brevi e i percorsi “piatti”, preferisco di gran lunga i sali scendi sterrati e di una certa lunghezza. Quando il paesaggio è vario e i chilometri sono tanti riesco a distrarmi e a non pensare troppo a quello che sto facendo, l’orologio diventa solo un aiuto per capire ogni tanto a che punto sono e non un riferimento per il ritmo di gara. Del circuito delle Foreste Casentinesi è il Trail di Badia Prataglia che forse risponde di più alle mie preferenze, senza nulla togliere alle altre corse che comunque riescono a regalare svariate emozioni. Ad oggi, indipendentemente dai risultati ottenuti, posso affermare di essere contenta delle scelte fatte e, anche se un po’ di stanchezza si fa sentire, sono pronta ad affrontare nuove “avventure”. Daniele: Ciao Giulia, grazie, è stata una bellissima esperienza questa Trail Cup delle Foreste Casentinesi, ci tenevo a far bene ed è andata benone, anche se all’ultima gara ho rischiato grosso!!! È partita alla grande con una gran gara a Dama dove dopo una bagarre infinita mi sono arreso solo in volata al forte marocchino Dauchune, un gran secondo assoluto; al Borbotto poi ho avuto la fortuna di vincere la gara regina da 33km (che è veramente molto bella) ritoccando anche il record del percorso! Altra bellissima vittoria al Trail Falterona (per me è una gara speciale), dove ho abbassato di quasi tre minuti il record che avevo fatto nel 2015. Per la concomitanza con la Reggello-Vallombrosa ho dovuto purtroppo saltare la gara di Campigna (dove ho usato lo scarto), quindi è stata la volta di Moggiona dove io e il grande Fede Falsini ci siamo scannati per la vittoria finale che è andata meritatamente a lui, era in una forma crescente strepitosa! Al Trail Sacred Forests ho partecipato alla 50km, distanza mai percorsa prima, con al via la cream della cream nazionale dato che proprio a Badia Prataglia si assegnava il titolo di Campione Italiano Trail Lungo Fidal! E io … ho rischiato grosso!!! Per due motivi: il primo perché solo dopo 13km di gara quando ero quarto assoluto ho rimediato una bella storta alla caviglia e da lì ho iniziato a soffrire, con la consapevolezza che comunque la gara andava portata in fondo in tutte le maniere (sennò mi saltava il circuito) e stringendo i denti ho continuato; a caldo sentivo meno dolore e ho fatto discretamente fino al km 37 quando sono entrato in crisi dato che mi ero alimentato poco, e più rallentavo, più mi tornava il dolore alla caviglia, che si aggiungeva ai dolori di respirazione; insomma, un calvario che mi ha costretto a camminare buona parte degli ultimi km e alla fine, non so come, l’ho portata in fondo, 13esimo assoluto e 11esima posizione di categoria. Sono stato da cani veramente, mi son portato dietro gli acciacchi per oltre un mese, ma lo rifarei, magari con qualche lungo in più nelle gambe, un po’ più di esperienza per la gestione di gara e sicuramente con la caviglia apposto! È una gara stupenda, con una seconda parte molto dura! Sono rimasto veramente affascinato dal percorso, sono proprio contento che il prossimo anno si correrà lì il mondiale! Ho conquistato la Trail Cup per un solo punto di vantaggio nei confronti di Mauro Cardinali (autore di una prova stratosferica proprio al Trail Sacred Forests); una bellissima esperienza davvero, con gare di gran valore sia come organizzazione che come paesaggi, il livello sta notevolmente crescendo e sono convinto che nei prossimi anni crescerà ancor di più.
Il Trail è una disciplina che, anno dopo anno, vede crescere intorno a sé sia l’interesse che gli sportivi che la praticano: da quanti anni lo praticate e come è nato l’amore per questo sport? Giulia: Mi sono avvicinata alla corsa nel 2012 e da circa due anni ho conosciuto il mondo del trail; da allora l’asfalto piano piano ha iniziato ad andarmi stretto mentre lo sterrato mi ha attirato sempre di più. Questa passione è nata casualmente, con alcuni compagni di squadra mi sono iscritta al Trail del Borbotto, ed essendo la prima volta che correvo su un terreno diverso dal solito, ho comprato un paio di scarpe basiche da trail e ho usato uno zaino di fortuna; non avrei certo pensato di continuare su questa strada per cui sono andata a “risparmio”. Prima della partenza quei 18 chilometri mi sembravano un’infinità e chi ne faceva 30 era per me un eroe! E impiegare più di un’ora per fare la prima salita ripida mi ha fatto temere di non vedere mai la fine, ma arrivare al traguardo in terza posizione, non troppo lontano da persone più esperte di me, è stata la spinta per provare nuove “avventure sterrate”, inizialmente in modo sporadico poi sempre più assiduamente. E la prima edizione del circuito delle Foreste Casentinesi sicuramente ha fatto crescere rapidamente la mia nascente passione per il trail. Daniele: L’amore per questo sport viene forse principalmente grazie al nostro Trail del Falterona, gara in cui mi sono dilettato fin dalle prime edizioni (anche se all’epoca era la mountain bike il mio sport principale); nel 2011 partecipai al percorso corto ma peccai di inesperienza, dopo aver scollinato la salita con il grande Caroni (allora nazionale di trail) mi tornò su la colazione e dopo aver fatto i “gattini”, mi recuperò mio fratello che poi vinse! L’anno successivo mi sono presentato ancora più agguerrito e con un po’ più di esperienza, tanto che sono riuscito a vincere la gara corta davanti a mio fratello! Nel gennaio 2011 ho partecipato alla prima edizione della ronda ghibellina, percorso corto; stavo dominando la gara con un paio di minuti sul mio compagno di avventure Samuele Lanzini, poi ci fu un gran macello, mancava la segnaletica, quindi arrivammo al traguardo con 5 km in più e molto rammarico. Decisi quindi di iniziare, proprio insieme a Samuele, a fare qualche allenamento serio, arrivando una domenica a fare anche 27km … sembrava di aver fatto un lunghissimo! A volte facevamo uscite domenicali “in pochi ma boni”, con Francesco, Samuele, mio Zio Carlo e mio fratello Stefano, ma mi sono dedicato solamente alla corsa dal 2014.
Sappiamo che la vostra grande passione vi porta a partecipare a molte altre gare oltre a quelle organizzate nella vallata casentinese, avete quindi l’occasione di vedere e vivere ambienti sempre diversi, quali ricordi e quali sensazioni vi ha lasciato questo territorio? Giulia: Partecipando ad altri circuiti trail e a gare isolate in posti più svariati posso dire che i paesaggi delle foreste casentinesi non sono da meno in quanto a varietà, fascino, difficoltà; ed è proprio per questo che, nonostante inizialmente non pensassi di rifare una seconda volta il circuito di Gennaro perché generalmente preferisco provare sempre nuove esperienze in luoghi diversi, alla fine il richiamo del “verde toscano” è stato più forte e non me ne sono certo pentita. Le persone che ho conosciuto in questa realtà non sono avversari ma amici, la competizione passa in secondo piano mentre il terzo tempo acquista un ruolo fondamentale per scambiarsi battute e pareri costruttivi. Daniele: Si quest’anno ho avuto modo di partecipare solo a una gara su al nord, il Trofeo Nasego, gara internazionale dove si assegnava la maglia tricolore di corsa in montagna sulle lunghe distanze; esperienza fantastica con i mostri sacri della disciplina (era la prima volta che gareggiavo in una gara internazionale e solo durante mi resi conto di “come va sta’ gente”, bello davvero!), ci è scappato un buon 30° assoluto, tanto divertimento e luoghi molto belli! Ma vi posso dire che le nostre foreste sono fantastiche e grazie al circuito ho conosciuto anche altri luoghi che non conoscevo come il versante Mugellano/Romagnolo del Borbotto che è favoloso, o la seconda parte del Trail Sacred Forests che va dalla diga di Ridragoli a Pietrapazza e il ritorno verso Badia, sono poi molto belle alcune parti della gara di Dama con la foresta vicino la Verna e il Falterona che è la mia preferita, ma non fa testo dato che è casa mia!
Come ormai tutti sappiamo, dal prossimo anno ci sarà un nuovo circuito che interesserà tutta la provincia di Arezzo, il Compressport Valli Aretine Trail Cup, sicuramente più impegnativo del precedente: cosa vi aspettate da questa nuova avventura? Giulia: Visto il successo crescente di questo circuito e la ormai collaudata organizzazione impeccabile di Gennaro e di tutto il suo team, sono sicura che le novità non potranno che apportare una partecipazione ancora maggiore di appassionati di trail e, aumentando le difficoltà dei percorsi, aumenterà anche il fascino dei posti che verranno attraversati in lungo e largo. Daniele: Penso che sia il livello che il numero di partecipanti aumenterà ancora e sicuramente sarà un gran circuito, ancora più di livello; se poi entreranno nuovi sponsor a collaborare con gli organizzatori (la Trail Running Project ormai è una garanzia), allora si che sarà il top! Perché? Semplice, ci saranno premi ancor più di livello e di conseguenza si muoveranno ancora più persone e atleti.