Buoni pasto, occhi puntati sui vantaggi fiscali per le aziende

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Foto di StockSnap da Pixabay

Le aziende devono far convivere due aspetti non sempre conciliabili tra di loro: il risparmio e la piena soddisfazione dei collaboratori. Retribuire adeguatamente un dipendente lo rende più produttivo e fedele, ma di contro il datore di lavoro deve mettere mano al portafogli e di conseguenza erodere il budget aziendale.

Come uscire da questa situazione? Un’ottima soluzione è rappresentata dai buoni pasto, che offrono alle aziende diversi vantaggi in termini pratici e anche fiscali. I datori di lavoro possono infatti erogare ai loro collaboratori i buoni pasto, che sono interamente deducibili ai fini delle imposte sul reddito. Ciò significa che l’importo speso per i buoni pasto può essere sottratto dal reddito imponibile, riducendo quindi l’ammontare delle imposte dovute.

C’è poi un altro importante vantaggio da evidenziare: i buoni pasto non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, almeno fino a una determinata soglia giornaliera: 4 euro per i ticket cartacei e 8 euro per i ticket elettronici. Entro questi limiti i buoni pasto non sono soggetti a contributi previdenziali, riducendo così il costo del lavoro per l’azienda che può contenere le spese e fornire un benefit importante ai collaboratori.

L’utilizzo dei buoni pasto inoltre semplifica la gestione amministrativa delle pause pranzo, poiché evita la necessità dei rimborsi spese per i pasti dei dipendenti. In questo modo si riduce il carico di lavoro per il dipartimento delle risorse umane e per il personale amministrativo.

I buoni pasto dunque non concorrono a formare il reddito imponibile dei dipendenti entro i limiti giornalieri appena menzionati. In pratica i collaboratori, entro questi limiti, non devono pagare imposte sul valore dei buoni pasto ricevuti.

Facendo un discorso generale, per le aziende offrire buoni pasto ai dipendenti contribuisce sicuramente a migliorare la soddisfazione e il benessere dei dipendenti e di conseguenza il clima aziendale. I dipendenti sono sereni e affiatati tra di loro e risultano anche più produttivi. Tutto questo si traduce in un minore turnover del personale e una riduzione significativa del tasso di assenteismo, condizioni di cui beneficia l’azienda che può tagliare un bel po’ di costi superflui legati all’assunzione e alla formazione di nuove risorse. Le aziende risultano anche più attrattive agli occhi di nuovi talenti, che sicuramente daranno preferenza a quelle realtà che coccolano i loro dipendenti e li valorizzano con soluzioni ad hoc come appunto i buoni pasto.

Le aziende sono sempre chiamate a rispettare le condizioni e i limiti stabiliti dalla normativa per poter beneficiare completamente dei vantaggi fiscali. Ad esempio, l’importo dei buoni pasto che dovesse eccedere le soglie giornaliere di esenzione sarà soggetto a tassazione e contributi previdenziali.

I buoni pasto rappresentano dunque una soluzione win-win per le aziende e per gli stessi dipendenti. Le aziende possono accedere a importanti benefici fiscali, fruendo di una gestione semplificata e di una serie di vantaggi pratici, mentre i dipendenti ottengono benefit esentasse entro certi limiti.

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