Carabinieri tra la gente, Carabinieri per la gente
Parte da Bibbiena la campagna di informazione per la sicurezza dei cittadini, promossa dal Comando Provinciale Carabinieri di Arezzo in collaborazione con la Camera di Commercio di Arezzo.
Scopo dell’iniziativa, che ha visto come relatori il colonnello Claudio Rubertà, comandante provinciale Carabinieri di Arezzo e il capitano Giuseppe Barbato, comandante Compagnia Carabinieri di Bibbiena (Colonnello e Capitano avevano già lavorato insieme 20 anni fa alla Compagnia di Mondragone, ndr) era quello di sensibilizzare i cittadini, specialmente i più anziani, nei confronti di eventuali truffe, situazioni dubbie o sospette, nei loro confronti, effettuate da persone che, senza scrupoli, possono effettuare raggiri a loro danno e, allo stesso tempo, consigliare determinati comportamenti o atteggiamenti.
Il palcoscenico, la Sala delle Bandiere al primo piano del palazzo comunale di Bibbiena, sala inaugurata di recente e scenograficamente parlando, composta da 50 bandiere di Gruppi di Sbandieratori: l’Arte di maneggiar l’insegna, provenienti da federazioni e associazioni di rievocazioni storiche, italiane e straniere.
Il tema della sicurezza si presenta oggi di primaria importanza, ha commentato nella sua introduzione il Sindaco Filippo Vagnoli, tanto che la sicurezza stessa è un bene irrinunciabile di ogni cittadino.
L’evoluzione sociale e normativa ha inoltre contribuito a dare un forte impulso di partecipazione per le polizie locali, sia Municipali che Provinciali, sul tema della sicurezza.
Garantire la sicurezza vuol dire assicurare un ordinato svolgimento della vita civile attraverso un presidio del territorio per la prevenzione e la repressione di truffe ai danni del cittadino. Per questi motivi ringraziamo l’Arma dei Carabinieri per questa loro campagna d’informazione a Bibbiena.
Prendendo la parola, il colonnello Claudio Rubertà, ha ricordato che vivere in una casa “tranquilla”, rappresenta il desiderio di molti, per questo motivo alcuni semplici consigli possono renderla maggiormente sicura. E come prima cosa si dovrà tener conto che i ladri, di norma, agiscono dove ritengono ci siano meno rischi di essere scoperti, come per esempio, un alloggio temporaneamente disabitato.
In questo caso è di fondamentale importanza, specialmente in aree urbane del nostro territorio, la reciproca collaborazione tra vicini di casa, in modo che vi sia sempre qualcuno che possa tener sotto controllo la nostra abitazione.
«In caso di assenza prolungata – ha ricordato il Colonnello – avvisate solo le persone di fiducia e concordate con uno di loro che faccia dei piccoli controlli periodici. Se siete soli o uscite per una breve assenza, lasciate accesa una luce o la radio in modo da mostrare all’esterno che la casa è abitata. Non lasciare mai la chiave sotto lo zerbino!!! O in altri posti facilmente intuibili e vicini all’ingresso. Non lasciate le chiavi dell’auto a portata di mano e comunque chiudete l’auto anche se è in garage o in cortile. Considerate che i primi posti esaminati dai ladri, nel malaugurato caso che fossero entrati in casa, sono gli armadi, i cassetti, i vestiti, l’interno dei vasi, i quadri, i letti ed i tappeti. E, soprattutto, se avete oggetti di valore, fotografateli e compilate una scheda con i dati considerati utili in caso di furto.»
«Quando siete in casa – ha proseguito nei suggerimenti il capitano Giuseppe Barbato – non aprite la porta a sconosciuti, anche se si presentano in maniera distinta, vestono in uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di utilità pubblica, come Poste, Inps o Enti di servizi come luce, acqua, gas…»
Anche in questo caso il Capitano ha consigliato ai presenti di non aprire agli sconosciuti, ma soprattutto di non farli entrare in casa né tanto meno di mandare i bambini ad aprire la porta. Comunque il consiglio è quello di, prima di aprire, controllare sempre dallo spioncino e se vi trovate di fronte una persona che non avete mai visto in precedenza, aprite con la catena attaccata.
«Nel caso in cui abbiate ancora dei sospetti, o c’è qualche particolare che non vi convince, telefonate all’ufficio di zona dell’Ente e verificate la veridicità dei controlli da effettuare. Ma attenzione, non chiamate mai numeri telefonici forniti dagli stessi interessati perché, dall’altra parte, potrebbe esserci un eventuale complice.»
In questo caso è importante, oltre che necessario, tenere a portata di mano una agenda con i numeri telefonici dei Servizi di pubblica utilità come Enel, Telecom, Enti erogatori della rete sia di gas che idrica, Comune, Forze dell’Ordine…
Successivamente la relazione ha toccato il tema dei “soldi”.
Mai dare soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo. In questo caso, con l’utilizzo di bollettini postali o tramite la banca, avrete sempre un sicuro riscontro del pagamento effettuato.
Il Colonnello Rubertà, intervenendo sull’argomento, ci ha descritto i casi di falsi funzionari che si presentano alla porta di persone anziane con la scusa di dover controllare la posizione pensionistica o contributiva. Ma anche per un controllo del contatore di acqua, luce e gas. In realtà, raggirano le persone, facendosi consegnare soldi o sottraendo beni o altre cose di valore.
«Ricordatevi – ha precisato il Colonnello – prima di fare dei controlli nelle vostre abitazioni, gli Enti affiggono avvisi nel condominio o direttamente vicino alla porta d’ingresso.
Per quanto riguarda le persone che suonano alla porta, dichiarandosi funzionari di società o enti di servizio, carabinieri in borghese o Forze dell’Ordine, è importante farsi dare sempre gli estremi come nome, cognome e numero del loro tesserino di riconoscimento che devono avere e successivamente chiamare l’Ente di appartenenza per la necessaria verifica.»
Anche se, mostrare il tesserino non basta…
Gli impiegati di banca non vanno nelle case ma offrono i loro servizi solo presso gli sportelli, per corrispondenza, con carte di credito e online. Attenzione, poi, a chi dice di far parte di enti benefici o religiosi, che, in modo assolutamente più credibile, preavvisano con messaggi nella buca delle lettere ma, anche loro, non inviano volontari nelle abitazioni a chiedere soldi.
«E se alla porta c’è un rappresentante delle Forze dell’Ordine, – interviene il Capitano – con un tesserino di riconoscimento a giustificare gli abiti civili, sappiate che è un comportamento del tutto inusuale: Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza operano presso le abitazioni in uniforme e vi giungono con auto di servizio. In caso di dubbio chiamate senza esitazione il 112. Ricordatevi che il suo compito è quello di garantire la vostra sicurezza.»
Anche al telefono la “Truffa” è all’ordine del giorno. Di conseguenza si dovrà fare attenzione a qualsiasi inattesa opportunità ci venga proposta “per appuntamento”. E vale ricordare che INPS, INAIL e le ASL non ricorrono al telefono se devono effettuare controlli o risolvere questioni amministrative. Niente conversazioni con persone che vi hanno contattato “per sbaglio”: non di rado si tratta di malintenzionati che mirano a carpire utilissime informazioni su di voi. «La più classica delle truffe al telefono? – spiega il Colonnello – La chiamata di sedicenti avvocati o Marescialli dei Carabinieri che chiedono urgentemente denaro per un vostro familiare in difficoltà: un incaricato verrà da voi a prelevarlo, magari disposto ad accompagnarvi al Bancomat. Non pagate in nessun caso. Piuttosto rivolgetevi ad una persona di fiducia o alle stesse Forze dell’Ordine.»
Le cronache riportano sempre più spesso episodi di criminali che approfittano della buona fede dei cittadini, soprattutto anziani. Sono innumerevoli le strategie adottate dai malviventi per carpire la fiducia delle loro vittime.
Per questi consigli ringraziamo il Comando Provinciale dei Carabinieri di Arezzo e la Compagnia Carabinieri di Bibbiena per questa campagna di informazione rivolta alla nostra sicurezza e, come dice un loro slogan: “Carabinieri tra la gente, Carabinieri per la gente” e, in caso di situazioni dubbie o in presenza di persone o autovetture sospette, non aspettiamo! Chiamiamo subito il 112: fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.