Casentino da scoprire: Carda (with english version)

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Carda… val bene una Messa!

Se per Enrico IV Parigi valeva una rinuncia, nel caso specifico alla religione protestante per quella cattolica, la sua frase “Parigi val bene una Messa” può venire ripresa alla lettera per Carda, che proprio nella sua chiesa racchiude importanti tesori. Vale proprio la pena dedicare mezza giornata a questo paese di pianta circolare, arroccato sul fianco orientale dell’Alpe di Santa Trinita, con la Chiesa che lo sovrasta e il Torrente di Faltona che ne costeggia dal basso l’abitato.

 La storia

«L’origine del nome Carda è incerto, ci sono tre ipotesi – spiega Don Carlo – può derivare da “garda” inteso come luogo fortificato, così come risulta da un manoscritto dell’archivio parrocchiale del 1680; oppure da “carda”, la macchina per la cardatura della lana, o ancora da “cardo”, il fiore spinoso». Tra le prime tracce di presenza umana si enumerano vari frammenti di tipo etrusco, di bucchero nero, risalenti al III secolo a.C. Ma è alla fine del VI secolo, quando i Longobardi invadono e conquistano la Toscana, che gli abitanti dei Casolari (resti di un antico abitato precedente al Mille) abbandonano il villaggio e si attestano in un luogo meno adatto ma più difendibile: Carda. Dapprima di proprietà di un aretino, Carda passò poi fra le proprietà dei conti Ubertini di Valenzano e forse da questi donata alla Badia di S.ta Trinita in Alpe. Nel 1161 l’imperatore Federico I Barbarossa conferma alla Badia di S. Gennaro a Campoleone (di Capolona) il possesso del castello di Carda, con la torre, la chiesa e il villaggio. Dal 1400 il nuovo centro di Carda, il Girone o Contea (del XIII-XV secolo), con la cappella del signorotto, inizia ad ingrandirsi: borgata, piazzola, borgo di sotto, sucinini, monte fontanelle, nocione, il doccio, canada… sono i nomi dei “rioni” del paese. Nel 1527 l’Abbazia di Campoleone, praticamente distrutta dai soldati di Carlo V, viene data in commenda, compresa la proprietà di Carda, alla famiglia degli Stufa di Firenze. Da un’ispezione del Comune di Firenze risulta che “Carda è un castello forte, con 60 uomini, tutti guelfi…: uomini da tenersi cari”. Intorno al 1400 da Carda giungono ad Arezzo formaggio, bestiame e ferro. Dal 1534, non Carda, ma la parrocchia di Carda con i suoi beni è del Vescovo di Arezzo. Dal 1985, infine, la chiesa delle S.S. Flora e Lucilla è della comunità di Carda.

“La storia più recente vuole che in tempo di guerra a Carda avesse una postazione il gruppo della Teppa di Licio Nencetti, un ragazzo giovane che voleva vendicare la morte del padre; a Carda conosceva il prete, anche lui di Foiano, e ricevette aiuto, finché non venne portato a Poppi dove fu torturato, poi a Talla dove i nazisti lo fucilarono – è lucido il racconto di Don Carlo, che non segue la storia dei vincitori, ma racconta la sua verità, quella di chi ha vissuto sulla propria pelle la fucilazione del nonno, ammazzato dai tedeschi insieme ad altri tre uomini perché i partigiani avevano commesso l’errore di rapire e fucilare un ragazzo tedesco – mio nonno era un orfano, arrivato a Carda perché allattato da una signora del paese, era però riuscito a diventare abbastanza benestante imparando il mestiere di falegname” – precisa con orgoglio.

Abitanti

Nel 1561 Carda contava 320 abitanti, poco meno dei 362 di Rassina, mentre oggi a Carda (comprese le località di Sant’Angelo e Santa Maria) vi sono solo 132 abitanti stanziali, perlopiù anziani, che però raddoppiano nel periodo estivo.

La chiesa di Carda e i suoi tesori

Quando l’antica Chiesa parrocchiale di Sant’Angelo al Colle (probabilmente del 1295) era pericolante fu deciso di ampliare verso la casa del Conte l’oratorio del castello delle ss. Flora e Lucilla, così da trasformarlo in chiesa. Nel 1614 viene inaugurata la cappella della Madonna, con un nuovo altare e il dipinto “I misteri del S. Rosario”, oltre alla bellissima statua. Nel 1701 la chiesa ottiene il titolo di Pieve.

Tra il 1907 e il 1909 la Chiesa cambia completamente aspetto e viene creata anche la cappella che oggi ospita il polittico della Pietà con i quattro Santi (Giovanni Gualberto, Nicola Di Bari, Jacopo Maggiore e Bernardo degli Uberti), opera del 1425, portata a Carda nel 1500 dall’abbazia di Santa Trinita in Alpe (che era stata dipinta quando questa passò ai Vallombrosani come testimonia la presenza di due santi dell’ordine), poi restaurata nel 1980. Si tratta di una delle maggiori tavole per qualità e importanza nell’ambiente della pittura fiorentina del primo Quattrocento che si può attribuire a Mariotto di Cristofaro, cognato di Masaccio e con lui in stretto rapporto. Don Carlo ne dà la sua lettura “la donna ha la faccia di un’angoscia infinita perché è stata ingannata in modo indegno da Dio che le ha detto di fare un figlio che sarebbe stato re e la sua grandezza è di credere a Dio malgrado tutto”. Dal 1976 vengono realizzati altri lavori, tra cui il nuovo accesso all’organo, restaurato nel 1996. Ogni anno l’organista Sandro Nepi tiene dei concerti, di cui uno è sempre la prima domenica di agosto.

La statua in terracotta invetriata della Madonna col Bambino venne portata da alcuni soldati cardesi di ritorno a casa, i quali l’aveva trovata in una chiesa ormai distrutta presso Foiano, dopo la battaglia di Scannagallo, in Val di Chiana, che il 2 agosto 1554 vide la sconfitta di senesi e francesi da parte di fiorentini e spagnoli. Tuttavia, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 1975 la Madonna venne rubata. La speranza di ritrovare la statua resta viva, malgrado l’amarezza per la violenza subita da un intero paese. Devono passare ben 34 anni, fino al 19 agosto del 1999, quando Don Carlo va a Firenze per il riconoscimento e al suo ritorno un lungo doppio di campane dà a tutti la conferma. “L’emozione trepidante del giorno prima era diventata una gioia indicibile, eravamo felici come non mai”. Il 23 ottobre 1999 la Madonna con Bambino viene riconsegnata dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico. Secondo Del Vita la Madonna è un’opera di Andrea della Robbia, mentre secondo Mario Salmi si tratta del periodo migliore di Santi Buglioni, ultimo dei plastificatori fiorentini di scuola robbiana.

Curiosità e altri punti d’interesse

La fattoria “Giardini Toscani in Casentino” è un’azienda dedita alla coltivazione biologica dei fiori, destinati alla vendita all’ingrosso in Italia e all’estero. In oltre tre ettari sono presenti una grande varietà di iris (circa 90mila piante) e peonie (25mila),  A trasfomare la sua passione in lavoro è stata la californiana Brenda Kennelly, donna colta e sensibile, che ha vissuto in vari paesi del mondo prima di mettere radici qui.

Indirizzo: Loc. Giogo in Carda, 22 – Castel Focognano – Tel. 0575 514283 – Cell. 347 1321129

L’impianto di troticoltura di Carda è un’importante struttura per la gestione del patrimonio ittico-faunistico nel rispetto della biodiversità. Nel centro si allevano ceppi di trota fario geneticamente selezionati, conformi alle caratteristiche storiche delle trote del Casentino e destinati al ripopolamento dei fiumi e dei torrenti montani del territorio aretino. Nell’impianto viene anche svolta attività didattica su prenotazione a scuole di ogni ordine e grado.

Info: Az. agricola Mascalchi – Loc. Santa Maria in Carda – Castel Focognano – Tel. 0575 532812

Come arrivare

Da Rassina, paese di fondovalle, dista circa 15km. Si attraversa il ponte sull’Arno e si procede in direzione Talla. Dopo 1km, all’altezza di Pieve a Socana (dopo l’abitato), svoltare a destra in direzione Castel Focognano. Mantenere la strada principale fino al bivio che sulla sinistra porta a Carda e a destra a Calleta.

CARDA: HISTORY AND TREASURES (english version by Lenny Graziani)

Carda is a small village perched on the eastern side of Mountain Santa Trinita, near river Faltona. There are traces of Etruscan settlements in the area, but the proper village was probably built in the Middle Age, when Lombards conquered Tuscany.

The old Church houses several artistic treasure, such as the old organ, renovated in 1996 and played every year by organist Sandro Nepi, or the polyptych of Pietà con I Quattro Santi. The painting, attributed to Mariotto di Cristofaro (Masaccio’s brother in law), dates back in 1425, and it’s an example of fine Florentine art of the XV century. The most important piece, however, is the Madonna con Bambino, a glazed terracotta statue attributed to Andrea della Robbia or to Santi Buglioni. The statue, stolen in 1975, was returned to Carda in 1999.

Other places of interest are the Giardini Toscani in Casentino flower farm and the Carda’s Pisciculture, which preserves the Casentino brown trout.

Recommended to: travelers with a strong interest in art and nature.

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Valentina Giovannini
Nata a Bibbiena, dal 2012 vive nel Comune di Castel Focognano con Christian e le figlie Dalia e Viola. Dal 2007 è iscritta all'Ordine Nazionale dei Giornalisti - elenco pubblicisti. Dal 2004 al 2008 collabora con il mensile Casentino 2000, dal 2006 al 2012 con il Corriere di Arezzo, nel 2022 con La Nazione di Arezzo e dal 2014 con Casentino Più. Addetta stampa per varie associazioni, tra cui dal 2012 il Carnevale storico di Bibbiena. Nel 2005 si laurea in "Lingue e comunicazione interculturale" all'Università di Siena. Nel 2004/05 lavora come assistente di lingua italiana a Madrid. Nel 2006 consegue un Master in "traduzione tecnico-scientifica" a Torino, nel 2009 la Laurea magistrale in "Studi linguistici e culturali" e nel 2010 un Master in "Comunicazione Pubblica e Politica" all'Università di Pisa. Nel 2008 entra per concorso in Provincia di Arezzo dove crea la rete delle Fattorie didattiche e nel 2016, dopo il trasferimento di funzioni, passa in Regione Toscana - Settore Tutela della Natura e del Mare. Nel 2024 si sposta per concorso al Settore Attività internazionali e attrazione degli investimenti.

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