Dimissioni e nuove elezioni
Di Luca Tafi, SEL Casentino (vignetta di Paolo Lombardi)
Si fa fatica ad essere seri parlando delle vicende del Comune di Castel san Niccolò ( e per estensione dell’unione dei Comuni del Casentino).
Infatti quando abbiamo visto il documento “Accordo politico tra Consiglieri, non Consiglieri e Sindaco” abbiamo pensato allo scherzo di qualche buontempone. Purtroppo, invece, il documento è autentico! Incredibile, ma vero. Ed allora ci siamo chiesti se tra tutti quei firmatari ci fosse stato qualcuno che fosse almeno cosciente di quello che sottoscriveva, e se avesse la minima idea delle leggi che regolano le istituzioni comunali, il rapporto tra eletti ed elettori. In quel “documento politico” si sostiene che il Sindaco, preso atto che non esiste più “né maggioranza né minoranza”, si fa sostenere da un gruppo di consiglieri (i pochi rimasti), sganciandosi “da qualsiasi accordo di programma o di persona precedente” (sic).
Siamo in assenza della più elementare grammatica istituzionale, oltre a quella linguistica.
Noi non vogliamo qui entrare nelle beghe tra Agostini, le sue maggioranze e minoranze, le sue battaglie donchisciottesche contro il sistema di potere casentinese (quello in cui lui stesso è nato e cresciuto,,,,ma non è mai troppo tardi per convertirsi e ravvedersi). Può avere anche ragione su tutto. Ma ci interessa ora riportare tutta la vicenda almeno all’interno di un minimo di correttezza istituzionale e di rispetto delle regole democratiche.
Vorremmo ricordare al Sindaco Agostini che lui non è un principe illuminato per investitura divina, né per linea ereditaria (anche se su questo forse potrebbe esserci qualche in dubbio…). E’ un sindaco eletto da cittadini sulla base di precise norme. In base alla legge (L.81) i cittadini votano insieme un sindaco, una lista ed un programma, che poi viene approvato da Consiglio Comunale ad inizio legislatura, ed il cui non rispetto è di per sé motivo di decadenza dello stesso sindaco. Tanto più nei comuni sotto i 15000 abitanti, dove non è possibile nemmeno il voto disgiunto tra sindaco e lista.
E’ evidente, quindi, che se vengono meno queste condizioni, viene meno la legittimità del Consiglio e del Sindaco.
Lo pseudo documento di quella accozzaglia di consiglieri/non consiglieri è pertanto al di fuori di ogni regola istituzionale e politica, privo di fondamento giuridico. Quel che è peggio denota una cultura antidemocratica, la presunzione di sentirsi inviati da dio, uomini della provvidenza autodestinatisi a salvare il mondo. Solo che l’hanno deciso da soli, al di fuori di ogni legittimazione democratica. Cosa c’entrano i non consiglieri in tutto questo? Il sindaco può nominare assessori esterni, ma questi sono suoi uomini di fiducia a fini di gstione esecutiva, non sostituiscono i Consiglieri.
Ci risulta inoltre che diversi consiglieri si siano dimessi ed oggi il Consiglio comunale di Castel San Niccolò non sarebbe nemmeno al completo.
Di fronte a questa situazione, delegittimata tutti i punti di vista, c’è un’unica soluzione: lo scioglimento del Consiglio, il commissariamento del Comune e nuove elezioni. Se Agostini è convinto di essere il capopolo che tutti vogliono, si presenterà con la sua lista e si farà eleggere. Solo allora sarà legittimato a fare il sindaco , sempre all’interno delle regole della nostra repubblica, e non come dittatorello da repubblica delle banane.
Noi chiediamo ai consiglieri di Castel san Niccolò un atto di responsabilità: si dimettano e si vada a nuove elezioni. La situazione è talmente deteriorata che sarebbe auspicabile anche un intervento prefettizio. Qui non si tratta più di dissensi politici, ma di rispetto delle istituzioni, e quindi dei cittadini.
Bisognerebbe anche fare un appello al PD che esprimerebbe la maggior parte delle amministrazioni e sarebbe il partito di riferimento maggioritario: ma…non pervenuto. Ormai urla la sua assenza ed inesistenza. Forse sono tutti impegnati a Roma contro il marziano Marino.