Ricevere un’adeguata assistenza quando si tratta di problemi sul lavoro è fondamentale per veder tutelati i propri diritti e ottenere ciò che spetta. Le diatribe professionali di rado riescono a risolversi tramite accordi informali mentre, al contrario, sempre più di frequente è necessario l’intervento di un avvocato specializzato nel settore. La materia del diritto del lavoro è così ampia che è preferibile rivolgersi ad un avvocato giuslavorista proprio perché un professionista del diritto civile o penale talvolta non ha le giuste conoscenze per affrontare una causa del lavoro o la giusta esperienza a riguardo.
Ma in che modo può agire un avvocato del lavoro e come possono risolversi le controversie lavorative?
Cosa fa un avvocato del lavoro
Come anticipato, un avvocato del lavoro, o utilizzando una terminologia specifica un avvocato giuslavorista, è un professionista legale esperto e specializzato nel diritto del lavoro. Le prestazioni che possono essere offerte da tale legale sono molteplici e possono essere d’aiuto sia ai singoli lavoratori ma anche ai datori di lavoro. Nonostante ciò, l’avvocato giuslavorista è molto più impiegato da dipendenti che da imprenditori poiché tale professionista è solitamente interno all’azienda, essendo utile per molte questioni aziendali.
Ma di cosa si occupa uno studio legale a difesa dei lavoratori nello specifico? Il primo approccio che si ha è inerente ad una consulenza legale, solitamente riguardante i diritti e gli obblighi derivanti dai rapporti di lavoro, inclusi contratti di lavoro, regolamenti interni, norme di sicurezza sul lavoro, licenziamenti, retribuzioni, ferie, orari di lavoro, discriminazione, molestie sul posto di lavoro e tutto ciò concernente problemi lavorativi. Una volta ingaggiato il legale, l’avvocato potrà assistere il proprio cliente nella fase di negoziazione cercando di raggiungere soluzioni amichevoli tra le parti coinvolte, guidarlo attraverso processi di arbitrato o mediazione o rappresentarlo nei procedimenti giudiziari relativi al diritto del lavoro. Parte della difesa, di qualsiasi tipologia si tratti, include la partecipazione a udienze, la presentazione di documenti legali, e la preparazione delle difese.
Come difendersi in una causa di lavoro?
Una causa lavorativa è un procedimento legale che può coinvolgere un dipendente ed il suo datore di lavoro ma anche due dipendenti della stessa azienda. Questa insorge quando si presentano controversie di varia natura o violazione dei diritti dei dipendenti sul posto di lavoro.
Al presentarsi delle prime problematiche è fondamentale avere una consultazione con il legale di settore. Analizzato il caso e le dinamiche dell’accaduto, l’avvocato valuterà la fattibilità per una ipotetica causa e, qualora sussistano le basi, si procederà con la raccolta delle informazioni e delle prove necessarie.
Prima di intraprendere qualsiasi azione legale, la prassi richiede che il dipendente si rivolga al proprio datore di lavoro in forma scritta presentando ed esponendo il problema o la controversia e cercando una soluzione amichevole. Non sempre questa va a buon fine e pertanto, a questo punto, l’avvocato dovrà procedere depositando la denuncia o la citazione, redatta in conformità alle leggi e ai requisiti procedurali locali, presso il tribunale competente. A seconda del caso specifico, la seguente fase può prevedere l’interrogatorio delle parti coinvolte e dei loro testimoni o esami da parte di periti esperti. Da questo punto potrebbero essere intraprese delle nuove negoziazioni per cercare di raggiungere un nuovo accordo alla luce degli ultimi fatti. Questo può comportare la mediazione o l’arbitrato, con l’assistenza di un mediatore o un arbitro neutrale. Nel caso in cui anche questa vola il tentativo di negoziazione vada fallito, si porta il caso in tribunale. Entrambi le parti avranno la possibilità di presentare le proprie argomentazioni e prove davanti a un giudice o una giuria. Concluso l’iter, il giudice o la giuria emetterà una decisione.
Nell’eventualità non ci si trovi d’accordo con la decisione del tribunale sarà possibile ricorrere in appello, ossia la parte in disaccordo con la sentenza poiché ritine che ci siano stati errori di diritto o procedura durante il processo, potrà richiedere un riesame del caso da parte di una corte superiore.