Stiamo parlando del tratto di Ciclovia dell’Arno che va da Ponte a Poppi a Bibbiena e che da fine novembre 2019, quando l’alluvione di quel periodo vi causò molti danni, è chiuso al transito con tanto di cartelli. L’erba in questo tratto è veramente altissima e in alcuni punti ci sono arbusti dall’incredibile diametro che superano i 2 metri di altezza (provare a farci un giro per credere). La pista, dicevamo, a causa dell’alluvione del novembre 2019, è stata chiusa al transito, ma non si comprende come lo sia ancora a distanza di oltre 6 mesi. Anche perché il fondo è in buone condizioni e la pista, nonostante il divieto, molto frequentata. Resta l’incuria e, come dicevamo, l’erba altissima. Per chiedere spiegazioni abbiamo interrogato sia il Comune di Poppi che quello di Bibbiena ed entrambe le amministrazioni ci hanno risposto la stessa cosa: il tratto in questione non è stato ancora assegnato e fa capo all’Unione dei Comuni. In altre parole, per ora la manutenzione non spetta ai comuni dove la pista incide, ma all’ente citato. Allora abbiamo interrogato il vice presidente dell’Unione dei Comuni Giampaolo Tellini chiedendo spiegazioni. Ecco cosa ci ha risposto: “Il tratto era già completato, ma l’alluvione di novembre e di dicembre 2019 ha dissestato alcune parti del percorso. Il direttore dei lavori ha dovuto predisporre una perizia di variante per sistemare i danni e, in questi giorni, stiamo approvando questa perizia per poter ripartire con i lavori. Quindi sarà fatto il collaudo e sarà presa in carico dall’Unione. Purtroppo i tempi si sono dilatati a causa dell’emergenza sanitaria che ha bloccato i lavori. Sono stati mesi difficili per tutti, ma contiamo di ripartire a breve adesso che la situazione è migliore.”
Comprendiamo benissimo come l’emergenza sanitaria abbia messo a dura prova tutti noi – istituzioni comprese – e comprendiamo, altresì, che in questo periodo ci siano state cose più importanti da fare che sistemare la ciclovia. Adesso però, che le aziende sono ripartite quasi tutte, è il momento di agire e speriamo che le parole del Vicepresidente Tellini vadano in questa direzione e che i lavori siano completati in tempi ragionevoli. Forse quest’anno di turisti ne verranno pochi, forse di stranieri ne vedremo ancora meno, ma è inaccettabile presentarsi con un biglietto da visita simile. Anche perché, proprio all’imbocco della ciclovia a Ponte a Poppi, il cartello che dovrebbe impedire l’accesso è perennemente a terra e sommerso, manco a dirlo, dall’erba alta. Di conseguenza chiunque, turisti compresi, si sentirà libero di transitare tranquillamente assistendo così all’indecoroso spettacolo.