L’OPERA DI RECUPERO DEL SALONE DELLE VOLTE DEL LANIFICIO DI STIA COME ATTACCAMENTO AL TERRITORIO E AMORE VERSO LA PROPRIA TERRA
Ci sono luoghi nei quali è conservato il senso del nostro essere qui; luoghi pieni di magia, che hanno odori inconfondibili, ed i cui muri si trasformano in mappe per il nostro vagare. Uno di questi è il Lanificio di Stia in Casentino dove l’arte della lana, che ha dato impulso al Rinascimento fiorentino, è diventata industria e l’industria è diventata vita di comunità.
ll Lanificio di Stia, nato nei primi decenni dell’800, fu uno dei più importanti lanifici della Toscana. Nel corso della sua storia lavorativa ha occupato migliaia di lavoratori e soprattutto lavoratrici. Uno dei primi esempi di opificio al femminile e quindi di emancipazione sociale.
La sua attività produttiva entrò in crisi fin dal secondo dopoguerra. E’ cessata definitivamente nel 2000. Dal luglio 2010 questi spazi, ormai inghiottiti dall’abbandono, hanno ripreso a trasudare vita, grazie alla creazione del Museo dell’Arte della Lana voluto dalla Fondazione Lombard.
Il Museo vuole raccontare le attività storiche che si svolgevano dentro l’immobile, ma anche celebrare l’arte della lana motore anche della cultura “alta”.
Il restauro completo del lanificio di Stia è un obiettivo molto sentito da chi, imprenditori o mecenati, ha a cuore le sorti di un’antica civiltà che ancora dà valore a questo territorio. Per questo la ditta Freschi e Vangelisti – azienda terzista per vocazione per la produzione di gioielleria ed oreficeria di alta qualità in metallo prezioso – ha deciso di contribuire al completamento di uno dei saloni più significativi, quello a volte che rappresenta un luogo utilizzato spesso per manifestazioni culturali a cui i cittadini sono storicamente legati.
“Far rivivere totalmente queste stanze, farle tornare gravide di voci e di idee, è un sogno al quale partecipiamo volentieri, nella consapevolezza che ciò che lasciamo alla comunità non si esaurisce con il concludersi della storia del singolo uomo, ma si radica nel territorio come esempio da seguire”, commenta Denise Vangelisti che continua: “Lo facciamo per dare un senso ad una visione del futuro che mantenga salde le sue radici in un passato fatto di collegialità, senso della comunità, sacrificio materiale e forza interiore. Se c’è un insegnamento che questa struttura con i suoi lavoratori e gli imprenditori che l’hanno resa grande ci ha regalato è proprio questo: fare insieme porta molto lontano”.
In occasione delle festività natalizie l’azienda ha prodotto delle scatole rivestite in panno casentino in cui è contenuto un pieghevole in cui sono riportate le motivazioni del gesto di solidarietà verso il territorio scelto dalla ditta per questa occasione e una immagine significativa del Salone delle Volte come era un tempo e come è oggi grazie anche all’opera di restauro della Fondazione Lombard e quindi alla ditta Freschi&Vangelisti.
C. Stampa