Riceviamo e pubblichiamo il commento all’esito del referendum casentinese della Lista Civica Poppi Libera
Nel corso della lunga campagna elettorale che ci ha accompagnato al referendum sulle fusioni in Casentino, abbiamo preferito esimerci non certo per pigrizia dal rilasciare commenti o esprimere giudizi lasciando ai protagonisti dei territori interessati all’appuntamento, la responsabilità degli appelli.
Nel merito la nostra opinione sarebbe stata anche scontata, essendoci sin dall’insediamento in Consiglio Comunale, dichiarati favorevoli ad una necessaria riflessione sugli assetti amministrativi futuri della vallata, che volesse però essere seria e concertata.
Ciò sul presupposto di non ritenere il Casentino così come oggi è concepito all’altezza di rispondere in maniera economica ed efficiente alle esigenze, non solo presenti, ma soprattutto future dei cittadini.
Non a caso avevamo indicato tra i punti fondamentali della nostra presentazione agli elettori come proposta, l’insediamento di un tavolo permanente allargato alle categorie rappresentative ed ai cittadini, che avesse il compito attraverso l’Ente Parco, di elaborare un piano di vallata di sviluppo economico.
Nessuno avrebbe voluto bruciare gonfaloni, ma richiamare semmai l’applicazione di un metodo guidato dalla saggezza e che non fosse dettato da personalismi territoriali.
Per queste ragioni fummo contrari alla “stagione scozzese” dei colpi di mano che ha di fatto bruciato ogni concreta possibilità di cambiamento. Non ci stupisce perciò l’esito del referendum.
Quel che invece ci ha stupito, e qui lo diciamo con profondo rammarico, sono stati tutti quei consiglieri comunali che si ritrovavano direttamente o indirettamente nel credo di quel movimento dalle più diverse denominazioni o fisionomie (Minoranze Unite, Casentino Insieme, Scozia Libera o che altro ancora chissà), evidentemente lesti a cambiar direzione come bandiere al vento, lanciati in appelli contro il sistema. Si sono perduti con una condotta politica schizofrenica che non agevolerà la soluzione di alternative condivise credibili.
Infine Poppi, che è ancora il secondo Comune più grande del Casentino. Silenzioso e attendista su questo tema.
Che fine ha fatto la prospettiva politica del Comune del Pratomagno che si è già consapevoli non possa essere più sufficiente? Come si intende guardare all’Unione dei Comuni Montani del Casentino nel prossimo futuro? Come si intende rispondere a tutte quelle sfide che saranno (fusi o non fusi) di tutta una vallata?
Al nostro Comune vogliamo rivolgere questo appello, nella speranza che sappia offrire oggi una risposta ad una necessità che è il benessere dei nostri cittadini.
LISTA CIVICA POPPI LIBERA